Prosternato con rossetto ai piedi di Trump

Esempi di notizie: 1 Vignetta su Jeff Bezos censurata dal Washington post, si dimette l’autrice; 2 La vignetta non pubblicata su Jeff Bezos che ha fatto dimettere una vignettista del Washington Post; 3 Bocciata la vignetta su Bezos e Trump, si dimette disegnatrice del Washington Post; 4 Censurata la vignetta con Bezos inginocchiato davanti a Trump.

È stata riporta anche dai media italiani la notizia che Ann Telnaes, nota vignettista americana, si è dimessa del quotidiano Washington Post dopo che è stata censurata una sua vignetta che raffigurava alcuni influenti personaggi americani in adorazione davanti a una statua di Trump, tra cui Bezos, il proprietario del giornale.

Telnaes ha motivato la propria decisione in Why I’m quitting the Washington Post, dove ha incluso anche una bozza della vignetta:

Vignetta che raffigura una statua di Trump su un piedistallo, davanti a cui c’è Topolino prostrato e in ginocchio con sacchi di dollari Bezos, Altman e Zuckerberg, e prostrato Soon-Shiong con labbra protruse e un rossetto in mano.

I media italiani hanno spiegato ai lettori chi sono gli uomini raffigurati: i tre che portano in dono sacchi di dollari sono i tech billionaire (“tecnomiliardari”) Sam Altman di OpenAI (ChatGPT), Jeff Bezos, proprietario anche di Amazon, e Mark Zuckerberg di Meta (Facebook), che hanno contribuito cospicuamente alla campagna elettorale di Trump e/o al fondo per la cerimonia di insediamento e dopo la rielezione di Trump si sono recati in pellegrinaggio a Mar-a-Lago.

L’uomo che fa l’inchino è Patrick Soon-Shiong, proprietario del quotidiano Los Angeles Times, che prima delle elezioni presidenziali aveva posto il veto all’endorsement del giornale a Kamala Harris. Non viene però spiegato che in inglese americano qui le labbra protruse possono rappresentare l’espressione kiss ass (in italiano per ottenere vantaggi o favori la stessa parte anatomica invece si lecca), né perché anziché soldi Soon-Shiong ha in mano un rossetto.

È un dettaglio che penso risulti oscuro per gran parte dei lettori italiani che non condividono le stesse conoscenze enciclopediche dei lettori americani, per i quali invece il riferimento è riconoscibile.

Putting lipstick on a pig

Il rossetto rimanda al modo di dire putting liptstick on a pig, che ho già descritto in Maiali americani con il rossetto (2016). Si usa per indicare cambiamenti cosmetici a qualcosa di connotato negativamente, nel vano tentativo di renderlo più appetibile o più presentabile. La metafora è che anche se si cerca di truccare l’animale, non si può nascondere in alcun modo che rimane un maiale.

Putting lipstick on a pig si ritrova spesso in vignette satiriche su Trump.

vignette su Trump in cui viene usata la metafora del maiale con il rossetto

Nell’inglese britannico prevale invece un modo di dire più volgare, you can’t polish a turd (“non si può lucidare / rendere migliore uno stronzo”), descritto in Volgarità ministeriali d’Oltremanica.

Entrambe le locuzioni non hanno equivalenti italiani e non si possono tradurre letteralmente, ma sono paragonabili al detto napoletano “Hai voglia ‘e mettere rum, chi nasce strunz’ nun po’ addivintà babbà”.

Vedi anche:


Un altro dettaglio della vignetta di che non tutti i media italiani hanno spiegato: Topolino prostrato ai piedi di Trump rappresenta non solo The Disney Company ma anche ABC News, rete televisiva di proprietà Disney, che recentemente ha pagato 15 milioni di dollari per chiudere una causa per diffamazione intentata da Trump, senza provare a fare un ricorso che a quanto pare aveva probabilità di vincere.

È una scelta che si teme possa avere conseguenze sulla libertà di stampa. Trump ha infatti ripetutamente minacciato di ricorre massicciamente a cause “bavaglio” depositate presso tribunali con giudici a lui favorevoli, allo scopo di silenziare preventivamente potenziali voci critiche (cfr. Cosa sono SLAPP e cyberSLAPP).

VIgnetta di Emma Cook con Elon Musk, Zuckenberg, Bezos e Topolino che cercano di arrampicarsi sulla cravatta di Trump spargendo banconote. Titolo: BROLIGARCHS THRIVE IN DARNKESS e didascalia “Base on Ann Telnaes’ rejected Washington Post cartoon which led to her resignation”.

Vignetta di Emma Cook da With gratitude di Ann Telnaes, con contributi di altri vignettisti. Broligarchs thrive in darkness è un rifermento al motto del Washington Post, Democracy Dies in Darkness.

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