Aggiungo una nota terminologica suggerita dai commenti a Corsivo e riconoscimento della scrittura, dove si è accennato ad alcune differenze di calligrafia tra inglesi e americani. In italiano la stessa parola, corsivo, identifica concetti che in inglese hanno nomi diversi:
1 | il tipo di scrittura a mano con le lettere unite le une alle altre è noto come joined-up writing in inglese britannico, mentre in inglese americano si parla di cursive, che identifica uno specifico tipo di scrittura “obliqua” (esempio qui) ora in declino perché non più obbligatorio nei programmi delle scuole elementari; . |
2 | il carattere tipografico che ha l’occhio delle lettere inclinato verso destra si chiama italics (etimologia: la provenienza del carattere corsivo introdotto nel XVI secolo dal tipografo italiano Aldo Manuzio il Vecchio). Il verbo italicize, “formattare in corsivo”, se riferito alla scrittura a mano o dattilografata ha il significato più generico di “evidenziare”, ad es. con la sottolineatura. |
In italiano esistono anche i termini [carattere] italico e [carattere] aldino (ancora Aldo Manuzio!), che da alcuni sono ritenuti sinonimi di corsivo (2) e da altri invece suoi iponimi (descriverebbero solo un tipo di corsivo). È un ulteriore esempio di arbitrarietà del segno linguistico, simile a quella descritta in Font, typeface, famiglie e tipi di carattere.
Striscia: Pearls Before Swine
.mau.:
la vignetta è bellissima 🙂
(per me “cursive” era appunto la scrittura a mano, e quando leggo “italico” nel senso di font tremo… invece sono più possibilista nell’usare neretto e grassetto)
Marco:
La vignetta è stupenda 🙂
Nautilus:
Non so che capita anche ad altri, ma a me “cursive” fa sempre venire in mente qualcosa legato a “curse” (maledizione) 🙂
Licia:
@.mau. e @ Marco, era da un bel po’ che la volevo usare! Visto che avete apprezzato, ne aggiungo un’altra, di cui qui incollo solo le prime due vignette perché altrimenti sarebbe illeggibile.
@Nautilus, per fortuna che è una parola che si vede poco! 😉
Riccardo:
Aggiungerei una cosa (che complica la faccenda ulteriormente): nell’ambito di una famiglia di caratteri, in inglese “Italic” dovrebbe indicare un carattere disegnato appositamente come corsivo, mentre c’è un ulteriore termine, “oblique” che sta ad indicare un carattere che non è stato disegnato come corsivo, ma che viene presentato come corsivo manipolando, elettronicamente il carattere di base.
Una differenza analoga a quella tra il maiuscoletto vero, e quello ottenuto rimpicciolendo i caratteri maiuscoli.
Licia:
@Riccardo, grazie. Ne approfitto per aggiungere altri due aggettivi che in inglese vengono usati per descrivere l’effetto “obliquo”: slanted e sloped.
PS Il tuo riferimento alle differenze di maiuscole mi ha dato l’idea per un nuovo post: MAIUSCOLI e Maiuscole.
.mau.:
Poi mi es venutos in mentes che anche nos habemos el ispanicos!
Licia:
@.mau., a proposito di italico, aggiungo un dettaglio relativo al sito Scrittura corsiva (citato dal post del blog del mestiere di scrivere a cui ho fatto riferimento nel mio precedente post) che propone un corsivo studiato per essere di facile apprendimento ed esecuzione per i bambini, in cui “le lettere dell’alfabeto hanno forme molto semplici e chiare, eseguite quasi tutte con un unico tratto di penna, aggiungendo le legature diagonali e orizzontali si ottiene il corsivo”. È un corsivo dall’aspetto molto gradevole anche se alcune lettere, come la r, la b e la p, mi sembra abbiano un aspetto abbastanza “straniero” e quindi per me è abbastanza curioso che il modello di scrittura illustrato venga chiamato proprio corsivo italico (spiegazione: “perché le sue forme risalgono al Rinascimento e i primi manuali vennero stampati in Italia”).