Imbotulinato: è parasintetico

foto di politico italiano con fumetto che indica commento con parole “È tutto imbotulinato!”

Ho captato una conversazione in cui un politico italiano che ha ammesso qualche ritocchino estetico veniva descritto come “tutto imbotulinato”.

È un occasionalismo che non avevo mai sentito e che mi ha colpita perché è un esempio di creatività linguistica che risulta immediatamente comprensibile e molto efficace. Non mi stupirei se la persona che l’ha usato l’avesse addirittura “inventato” al momento, grazie a un particolare meccanismo di formazione di neologismi denominato parasintesi.

La parole parasintetiche, principalmente verbi, sono formate da una base nominale o aggettivale che si combina simultaneamente con un prefisso e un suffisso (o in alternativa un processo di conversione). Esempi: ad-dens-are, de-caffeinare, in-tener-ire, im-burr-are, s-briciol-are.

La peculiarità di una formazione parasintetica è che nella lingua non esiste già una parola con la stessa base e solo quel prefisso, oppure stessa base e solo quel suffisso. Esempio: al verbo impiattare (in+piatto+are) non corrisponde né un nome *impiatto né un verbo *piattare.

I verbi parasintetici denominali ottenuti da un nome N possono esprimere vari tipi di significato, con diversi valori tra cui:

  • causativo/incoativo (indica l’inizio di un’azione o di una condizione):
    ➝ (far) diventare (qualcosa) N, ad es. incenerire/rsi
    ➝ causare o provare N, ad es. affaticare, impaurire/rsi
    ➝ (far) diventare come N, ad es. inviperire/rsi
    ➝ (far) acquisire, (far) prendere N, ad es. insaporire
  • locativo/illativo (indica moto reale o figurato verso l’interno di un luogo):
    ➝ mettere N da qualche parte, ad es. insaponare, imburrare
    ➝ mettere qualcosa in N, ad es. infornare, impiattare
  • strumentale:
    ➝ fare qualcosa tramite N, ad es. accoltellare, addentare
  • privativo:
    ➝ privare qualcosa di N, ad es. sbucciare, derattizzare

Come indicano anche gli esempi, il prefisso in- è tra i più produttivi. Sintetizzando, esprime transizione e passaggio da uno stato a un altro o trasformazione, e può anche conferire sfumature ironiche. Viene modificato in im- se la base inizia per consonante bilabiale.

Tra le forme parasintetiche vengono inclusi anche alcuni aggettivi che corrispondono alla forma del participio passato di verbi non attestati, come ad es. assatanato, deteinato, incuffiato, slampadato (non sono mai entrati nell’uso i potenziali verbi *assatanare, *slampadare ecc.).

In questa categoria rientra anche imbotulinato, neoformazione usata ironicamente come aggettivo che descrive persona a cui è stato visibilmente iniettato botulino (tossina botulinica) come trattamento estetico antirughe. Chissà se rimarrà solo un occasionalismo, di cui comunque si trovano già anche altri esempi (ma non dell’ipotetico verbo *imbotulinare), o potrà trasformarsi in un vero neologismo.  


La classificazione dei tipi di verbi parasintetici denominali è ripresa da Italiano: la formazione delle parole di Maria G. Lo Duca.

Per approfondire: Parasintetici di Claudio Iacobini (Enciclopedia dell’Italiano Treccani), in particolare la sezione Nomi e aggettivi cosiddetti parasintetici da cui sono tratti alcuni esempi qui sopra.


Vedi anche: #Spelacchio è bello (e istruttivo!) per un altro esempio di meccanismo linguistico usato in modo creativo.

1 commento su “Imbotulinato: è parasintetico”

  1. .

    Botulinato lo avevo già sentito (anche se molto raramente). Imbotulinato invece lo scopro grazie a questo tuo articolo.

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