Il 4 luglio 2024 si è votato nel Regno Unito. Questo tweet del primo ministro conservatore Rishi Sunak è stato citato anche da vari media italiani:
Negli esempi che ho visto, supermajority è stato tradotto letteralmente con supermaggioranza o super maggioranza, senza chiarire che in italiano si chiama maggioranza qualificata (maggioranza superiore alla metà dei voti, ad es. tre quinti) e senza spiegare cosa significa nel contesto britannico.
Supermajority è una parola chiave della campagna elettorale dei conservatori, usata ripetutamente come spauracchio per quello che potrebbero rappresentare le conseguenze di una vittoria schiacciante dei laburisti. In realtà nel contesto delle elezioni britanniche è un riferimento improprio che non ha molto senso: vige infatti la maggioranza semplice (simple majority)*.
Supermajority è un termine delle politica statunitense e canadese in cui il prefisso super- non ha un valore superlativo o enfatico, come nel linguaggio pubblicitario, ma indica invece il superamento del limite della maggioranza semplice (“sopra la maggioranza” ➝ maggioranza qualificata). Negli Stati Uniti la maggioranza qualificata dei due terzi in entrambe le camere, e in particolare al Senato, conferisce notevoli poteri, come ad es. la possibilità di proporre emendamenti costituzionali e di annullare un eventuale veto del presidente. Per gli elettori britannici che non hanno familiarità con il concetto, la parola supermajority potrebbe evocare potenziali scenari inquietanti della politica americana, e probabilmente è l’effetto voluto della campagna elettorale dei conservatori.
Il sistema statunitense e quello britannico però non sono paragonabili (per dettagli, cfr. A British ‘supermajority’ is nonsense – but a Labour landslide still has consequences). Si tratta quindi di un espediente per spaventare l’elettorato, molto criticato.
Per quello che ho potuto vedere, i media italiani che hanno usato la locuzione super maggioranza non hanno ritenuto opportuno spiegarne il senso, né accennare a questi aspetti.
Metafore: landslide ≠ frana
Ci si aspetta che la vittoria dei laburisti sia una landslide, in senso elettorale una vittoria schiacciante. Esempi d’uso: UK general election: Labour set for landslide victory • exit poll: labour to win by a landslide • a Labour landslide
Landslide è anche la frana, e il senso figurato di landslide evidenzia una differenza tra inglese italiano: connotazione neutra o positiva per landslide, metafora negativa per frana.
C’è chi rende landslide con vittoria a valanga, ma mi pare una metafora inusuale per risultati elettorali e usata invece principalmente per eventi sportivi in cui c’è grande disparità di punteggio tra vincitore e vinto. In senso figurato [a] valanga indica in grande quantità, senza valori negativi o positivi, però trovo comunque poco efficaci occorrenze come sconfitta a valanga [per i Tory]. Non mi convincono molto neppure locuzioni come sarà valanga Labour perché una valanga metaforica è qualcosa che travolge e trascina tutto con sé, facendo però anche danni.
* Aggiungo che nel parlamento britannico la maggioranza semplice (simple majority) è costituita da 326 dei 650 seggi disponibili, in pratica però è sufficiente la cosiddetta working majority perché non vota né chi ricopre il ruolo di Speaker né i deputati del partito irlandese Sinn Féin che non riconoscono le istituzioni britanniche. La maggioranza effettiva è quindi inferiore a 326 e può variare ulteriormente: dettagli in How big is the new Labour government’s majority?
In tema con le elezioni britanniche, vedi anche:
- Psefologia e parole elettorali inglesi (first past the post, constituency, safe seat, swing seat, snap election…)
- Giovedì elettorale nel Regno Unito (perché si vota sempre di giovedì e altro lessico elettorale: poll vs the polls, polling station…)
NB Le elezioni hanno avuto luogo anche in Irlanda del Nord, quindi nel Regno Unito (UK) e non solo in Gran Bretagna (GB), come invece si è visto in molti media italiani!
Silvia:
In realtà “una valanga di voti per Tizio” o “ Caio vince con una valanga di voti” si ritrova sui giornali. Più spesso lo si legge sulle testate locali in occasione delle elezioni comunali, dove è frequente che alcuni candidati sindaci vengano eletti con percentuali elevate e quindi “travolgano” l’avversario/gli avversari, ma alle ultime europee un paio di titoli sulla Salis eletta con una valanga di voti, li ho visti.
(Non sapevo che i deputati del Sinn Fein non votassero, grazie)
Lorenzo
Giusta la precisazione in merito a Regno Unito e Gran Bretagna.
Per quanto riguarda le sigle mi risulta invece corretto l’uso di GB per Regno Unito, essendo GB la sigla internazionale ufficiale a due cifre (GBR quella a tre cifre).
Curiosità: il TLD (dominio di premio livello) del Regno Unito è invece “.uk”, unico paese al mondo per cui tale sigla non corrisponde al codice internazionale a due cifre (come “.it” per l’Italia o “.fr” per la Francia).