Solastalgia, malessere contemporaneo

foto di corso Venezia in novembre 2023, con pochi alberi

L’edificio nella foto è il Museo di Storia Naturale in Corso Venezia a Milano. La facciata non è più seminascosta dalla doppia fila di ippocastani, purtroppo abbattuti o semidistrutti dal violentissimo nubifragio del 25 luglio 2023. Qualche mese prima l’effetto era completamente diverso (e non solo perché c’erano più foglie):

foto di corso Venezia in aprile 2023, con molti alberi

È desolante passare di lì, o in altre parti della città dove al posto degli alberi è rimasto un vuoto. È una sensazione che mi fa pensare alla parola inglese solastalgia, la sofferenza causata da un cambiamento ambientale che ha un forte impatto sulla vita delle persone.

Solastalgia esprime un concetto sempre più attuale, legato ai cambiamenti climatici e a fenomeni locali come siccità prolungata, alluvioni, frane, tsunami, tornado, eruzioni vulcaniche e altri eventi distruttivi che stravolgono il territorio, come ad es. la devastazione causata dalla tempesta Vaia del 2018. 

Origine e definizione di solastalgia

Solastalgia è una parola d’autore, coniata nel 2003 da Glenn Albrecht, filosofo ambientale australiano che ha studiato la relazione tra ecosistemi e salute umana. Il concetto che esprime e la sua genesi sono descritti in Solastalgia: The Distress Caused by Environmental Change.

Solastalgia ha il tipico aspetto di una parola dotta e quindi anche di un potenziale internazionalismo (se ne trovano varie occorrenze nei media italiani). È composta da elementi di origine greca e latina, ma combinati con una tale creatività che, in mancanza di spiegazioni, la parola risulta poco trasparente.

Albrecht ha infatti costruito solastalgia /ˌsɒləˈstældʒə/ come se fosse una parola macedonia, ricorrendo a frammenti degli etimi delle parole inglesi solace /ˈsɒləs/, “conforto, consolazione”, dal latino solacium, a sua volta dal verbo solāri (cfr. italiano consolare, da cŭm + solāri) e desolation, “desolazione”, dal latino dē + sōlus, che richiama anche la solitudine. Nella seconda parte si riconosce l’elemento formativo di origine greca algia, “dolore, sofferenza”, con una t aggiuntiva che consente un rimando anche alla parola nostalgia, e quindi a un passato che non c’è più:

Definizione di Albrecht: “Solastalgia has its origins in the concepts of ‘solace’ and ‘desolation’. Solace is derived from solari and solacium , with meanings connected to the alleviation of distress or to the provision of comfort or consolation in the face of distressing events. Desolation has its origins in solus and desolare with meanings connected to abandonment and loneliness. As indicated above, algia means pain, suffering or sickness. In addition, the concept has been constructed such that it has a ghost reference or structural similarity to nostalgia so that a place reference is imbedded. Hence, literally, solastalgia is the pain or sickness caused by the loss or lack of solace and the sense of isolation connected to the present state of one’s home and territory”  

Per Albrecht la parola solastalgia così ottenuta esprime il dolore o il malessere dovuti alle condizioni attuali dell’ambiente in cui si vive, che non consente più di trarne conforto e causa invece una sensazione di estraniamento.


Falsi amici: solace ≠ sollazzo

La parola inglese solace e la parola italiana sollazzo hanno in comune solo l’etimo, il latino solacium “consolazione, conforto”, un significato che è stato mantenuto solo in inglese – un tempo esisteva anche in italiano ma ora è arcaico. L’inglese non condivide l’accezione italiana contemporanea di “piacere, divertimento” e si tratta quindi di falsi amici.  

Nostalgia vs homesickness

In inglese ci sono due diverse parole per la nostalgia, homesickness, con l’aggettivo homesick, e nostalgia /nɒˈstældʒə/, con l’aggettivo nostalgic.

Si è homesick quando si ha nostalgia della propria famiglia, della propria casa, del proprio paese o di persone del proprio luogo di origine che sono fisicamente lontani.

Si è nostalgic quando si ha nostalgia del passato, della propria gioventù, di momenti che sono stati belli ma che non ritorneranno più. 

Noctalgia

[Aggiornamento] Aggiungo il neologismo noctalgia, parola macedonia formata da nocturnal + nostalgia e modellata su solastalgia. Descrive la sensazione di sconforto per la perdita dell’oscurità dei cieli notturni a causa dell’inquinamento luminoso, con conseguenze sulle osservazioni astronomiche e alcune attività e tradizioni umane. È un’altra parola d’autore, coniata da Aparna Venkatesan e John C. Barentine e descritta in Noctalgia (sky grief): Our Brightening Night Skies and Loss of Environment for Astronomy and Sky Traditions (agosto 2023).


Vedi anche: Xeriscaping, parola per cambiamenti climatici

Aggiornamento: in Milano | Porta Venezia – Gli alberi che non ci sono più davanti al Museo di Storia Naturale (Urbanfile.org) altre immagini della devastazione che associo al concetto di solastalgia.

1 commento su “Solastalgia, malessere contemporaneo”

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