Foto: Mitchell Orr
Ho scoperto che c’è chi è convinto si dica scappare o fuggire *a gambe elevate anziché levate. Alcuni esempi:
…non vi ricorda la codardia di qualcuno che scappava a gambe elevate? • da te i neuroni hanno preferito darsela a gambe elevate! • Furti d’uva a Caltagirone: ladri a gambe elevate fuggono dai carabinieri • strafalcioni strategici come l’incomprensibile ritiro a gambe elevate degli Usa dall’Afganistan • quando la verità sarà svelata, dovrete fuggire a gambe elevate
Si tratta di un malapropismo, la sostituzione di una parola con un’altra che ha suono simile ma un altro significato, come ad esempio dare il *bene placido e colmare una *laguna, con effetto spesso comico.
Nel modo di dire a gambe levate probabilmente non viene compreso che levato è un aggettivo che significa sollevato – come i piedi da terra quando si corre velocemente – ma viene invece interpretato come participio passato nel senso di tolto, rimosso, e viene escluso perché non ha molto senso riuscire a correre senza gambe. Avviene così una rianalisi che porta a elevato nel senso di [reso più] alto.
Un altro esempio:
il papa come fece Gesù Cristo nel tempio li avrebbe cacciati a calci a gambe elevate!
In questo caso probabilmente viene fatta un’ulteriore confusione tra fuggire a gambe levate e mandare a gambe levate, “a gambe all’aria”.
Altri malapropismi:
● C’è chi fa cose “a sbaffo”
● In fragranza, nelle mutande
● Rianalisi: l’amantide religiosa
● Malapropismi: il “bene placido”
● C’è anche chi imbocca il lupo…
Luca:
Bellissimo “a gambe elevate”!
Io ho sentito dire spesso “d’alto borgo” invece che “alto bordo”, e “uguale spiaccicato” invece che “spiccicato”. E poi il classico “all’agghiaccio” invece che “addiaccio”!
Se non esiste già, qualcuno dovrebbe veramente compilare un dizionario di tutti questi malapropismi, ne verrebbe fuori una lettura esilarante!
C’era anche una canzone dei GemBoy, “Notte itagliana”, che ne elencava parecchi.
Davide:
Il buon Stefano Bartezzaghi ci ha riempito un libro, con le “frasi matte” segnalate dai suoi lettori o raccolte tra amici e parenti. Il migliore che ho sentito personalmente è di uno che non si ammalava mai e quindi doveva avere “degli ultracorpi fantastici”.
AlbertoD:
Tanti anni fa qualcuno mi parlò di un musicista che è stato un “capocollo” della musica moderna.
Emy:
Altri malapropismi che sento spesso sono “a dorso nudo” (detto da chi non sa che il torso è la parte del corpo fra il collo e i fianchi) ed “essere afferrati in qualcosa”.
Ciao, Licia! 🙂
Elisa:
In un paesino della val Brembana, al bar ho sentito un locale che diceva a un amico di aver sentito passare “un’ambulanza a sirene spietate”. Rido ancora oggi a distanza di anni!
Paoblog:
Conosco una persona che quando ha scoperto che si dice Thermos e non Thermus è rimasto a bocca aperta.
Esco dal tema stretto del post, tuttavia questi “scambi” mi fanno venire in mente il personaggio di Don Luigi Gualandi che, involontariamente, scambia le parole nei proverbi e modi di dire; ad esempio: “Occhio non duole e cuore non vede”
Giovanni:
Un mio collega talvolta afferma che
Cum grano savis
Regina Elisabetta:
Io sentito con le mie orecchie una ragazza che raccontava di aver avuto i “coiti di vomito” e rido ancora oggi dopo 25 anni!!
Una delle mie cape invece una volta scrisse: “chi l’ha dura la vince” e ovviamente non ho mai capito cosa si dovesse avere di duro per vincere 😀