Cos’è esattamente una call? E una video?

Fumetto con la scritta “mi hanno fissato ina call venerdì alle 18:00!”

Nel linguaggio aziendale da anni ormai è immancabile il forestierismo call, usato però con accezioni proprie, assenti in inglese.

Call in inglese

In inglese il sostantivo del lessico fondamentale call significa genericamente telefonata, da phone call. Sono il contesto, le collocazioni e soprattutto i modificatori che determinano accezioni più specifiche o altri tipi di comunicazione, ad es. negli alberghi wake-up call è la sveglia telefonica (qui wake-up è il modificatore che determina e caratterizza call).

Call in italiano

In italiano invece la singola parola call può indicare più tipi di comunicazione. Si trovano vari esempi nelle risposte a questo tweet:

Tweet di Luca Sofri: Magari poi crollerò ma per ora cerco ancora di non dire “sarò in una call”: però “riunione” dà eccessiva solennità a certi appuntamenti in video su Meet tenuti anche in due e anche per strada, e “telefonata” suona poco impegnativo. Proposte?

Ho individuato quattro accezioni italiane di call che in inglese sono espresse da parole diverse.

Una call tra due persone può indicare:

  • una telefonata di lavoro, in inglese work call, business call o più genericamente phone call (o anche audio call se via Internet attraverso apposito software)
  • una videochiamata, in inglese video call 

Una call tra più persone può indicare:

  • un’audioconferenza, in inglese conf call o conference call
  • una videoconferenza, in inglese video [conf] call 

La diffusione di ciascuna accezione di call ha subito variazioni prima e durante la pandemia, ma tutte hanno due caratteristiche comuni, assenti da call in inglese: sono comunicazioni professionali, non personali, e sono programmate (“schedulate”), come rimarcato da collocazioni quali fissare una call, spostare una call, rimandare una call ecc.

Ritengo quindi che la parola call nel suo uso peculiare italiano, diverso dall’inglese, vada descritta come pseudoanglicismo.   

La video

Fumetto con testo “ho detto a mia nonna che domani ho una video con un tipo della Rai ed è convinta di vedermi in tele nei prossimi giorni”

Classificherei come pseudoanglicismo anche [la] video, sostantivo femminile informale per videochiamata che però è probabile derivi invece da un’abbreviazione impropria degli anglicismi video call o, in ambito non aziendale, di video chat. Esempio d’uso: alle 11 non posso, sono in una video.

La peculiarità di la video, un neologismo semantico, è che il genere la differenzia dal preesistente sostantivo maschile il video, che ha tutt’altre accezioni (monitor, schermo, videoclip). Altri esempi di forestierismi con significato diverso a seconda del genere sono la slot ≠ lo slot e il fake ≠ la fake.

Facetime, meet, teams, skype, zoom…

logo FaceTime (Apple), Meet (Google), Zoom, Teams e Skype (Microsoft) Zoom

Videochiamate, riunioni online e chat multimediali vengono sempre più spesso indicate anche con il nome del software o della piattaforma usati per partecipare. Si fa o si è in un(a) facetime, un(a) meet, un(a) teams, uno/a skype, uno/a zoom ecc.

Negli esempi ho indicato la coesistenza di entrambi i generi, come spesso succede ai nuovi anglicismi (cfr. genere dei forestierismi), qui però senza alcuna variazione di significato. Nella grafia tende a prevalere l’iniziale minuscola.

Sono tutti esempi di metonimia, l’uso di un’entità al posto di un’altra con un trasferimento di significato, in questo caso il nome del prodotto o del servizio per la funzione svolta. La metonimia è ricorrente in ambito tecnologico: esempi tipici sono l’SMS, il powerpoint, l’excel, il whatsapp / whatsappino.

Avete altri esempi in tema? Aggiungeteli nei commenti!


Vedi anche: Lavorare da casa non è smart working!


4 commenti su “Cos’è esattamente una call? E una video?”

  1. Marco:

    In ambito accademico si usa anche nel senso di chiamata alla partecipazione a una selezione: call for papers. Ma non mi pare si abbrevi in call.
    Quanto a powerpoint, divento matto a insegnare ai miei allievi che la presentazione è un evento in cui una persona parla davanti a un pubblico, servendosi a volte di un supporto visivo che potrebbe essere un file powerpoint o altro software, o una lavagna, o un poster o simile.

  2. Licia:

    @Marco non volevo allungare troppo il post e ho preferito non includere gli altri significati di call perché sono usati in altri contesti e ci arrivano da altre strade, però ne avevo accennato su Twitter:

    mio tweet: altro ambito, ma altrettanto fastidioso anche lo pseudoanglicismo #call nel senso di bando / appello / richiesta / invito pubblico (modellato impropriamente su “call to action” e “call for papers / applications ecc.”)

    In questo senso di call in inglese ci si aspetta la costruzione call for x, dove x indica l’oggetto dell’appello, della richiesta o dell’invito pubblico. In italiano invece la parola call spesso viene usata genericamente nel senso di “bando” o “invito pubblico”, senza specificare però cosa riguarda: in italiano call seguito da per raramente indica cosa si sta cercando di ottenere (ad es. articoli accademici, partecipazione a un’iniziativa, collaborazione o altri contributi) ma identifica invece il progetto, i suoi destinatari o i potenziali partecipanti.

    Alcuni esempi di titoli da siti ministeriali, dove si trovano moltissime occorrenze dell’uso “italiano” di call che va quindi considerato l’ennesimo pseudoanglicismo:

    COVID-19 call per start-up e Piccole e Medie Imprese;
    Pubblicata la call per il programma di cooperazione delegata DELPAZ;
    E’ online la call per Emergenza Sudan
    ;
    Innovazione domestica: online la call del progetto Francis;
    Aperta la call pubblica per la settima edizione di NID;
    Al via
    la call “Cambia la burocrazia. Usa l’Intelligenza!” destinata alle imprese innovative.

  3. Christian:

    Anche se forse non è esattamente l’oggetto della discussione mi piacerebbe sapere cosa ne pensa del calco ”chiamare una riunione/ un meeting”. Personalmente la considero una delle espressioni più fastidiose del linguaggio aziendale. Perché non usare ”convocare” o ”indire” o semplicemente ”organizzare” anziché ”chiamare”? Grazie.

  4. Licia:

    @Christian anche in questo caso c’entra l’inglese: “chiamare una riunione” è un calco di call a meeting. In inglese questa accezione del verbo call si ritrova in altre due collocazioni tipiche, call an election e call a strike, e appunto equivale convocare, indire (e per lo sciopero proclamare).

    Un’altra accezione del verbo inglese call è ricorrente nel linguaggio giornalistico in periodi elettorali: durante lo spoglio dei voti sono sempre più comuni espressioni molto usate negli Stati Uniti come too close to call per descrivere l’impossibilità di dichiarare chi ha vinto e il calco chiamare per indicare il presunto vincitore. Li ho descritti in …until the fat lady sings.

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