Sabato ho fatto la spesa all’Esselunga e quando sono andato al totem per pagare mi sono trovato la schermata “Redenzione buono benzina”. Ho cliccato su “un’altra volta”: non mi sento così potente da redimere qualcuno.
(immagine aggiunta da tweet di @latraduzionedim)
Nell’ambito delle promozioni della grande distribuzione da anni ormai è diffuso il calco redenzione, dall’inglese redemption, e a volte i risultati sono involontariamente ridicoli. Esempio:
Redemption in inglese
La parola inglese redemption condivide con l’italiano redenzione l’accezione di salvezza o liberazione (da oppressione, schiavitù, peccato…) ma ha anche un altro significato che descrive l’azione di ottenere o riottenere possesso di qualcosa in cambio di un pagamento, dell’estinzione di un debito o della presentazione di un buono o altro.
Un redemption coupon può essere un buono sconto o un buono omaggio, e un instant redemption coupon è il buono sconto sulla confezione di un prodotto che può essere staccato facilmente e subito usato al momento dell’acquisto.
Le operazioni promozionali con punti, buoni, carte fedeltà ecc. hanno avuto origine negli Stati Uniti ed è americana l’espressione redemption center, luoghi per ritirare premi da catalogo su presentazione di punti o buoni (ma sono redemption center anche i centri di raccolta per il vuoto a rendere).
Redenzione in italiano
In italiano il calco dall’inglese è in uso da anni nel marketing e ambiti settoriali correlati, con due accezioni che lo rendono un termine specialistico:
1 – L’utilizzo di un buono sconto, di un coupon, di una raccolta di bollini o di punti o di strumenti simili per ottenere uno sconto, un omaggio o altri vantaggi.
2 – Il risultato di un’operazione promozionale, ad es. il rapporto tra i buoni sconto utilizzati e quelli distribuiti, che nell’uso coesiste con l’anglicismo redemption.
Nelle istruzioni e nei regolamenti delle promozioni commerciali è ricorrente l’accezione 1 ma non mi pare che faccia già parte del lessico comune (non è ancora registrata da nessun dizionario). Dubito sia sufficientemente nota e temo possa risultare ambigua.
Ritengo quindi che in un contesto generalista redenzione sia un falso amico che andrebbe evitato nella comunicazione al grande pubblico.
Nella maggior parte dei casi il calco redenzione può essere sostituito da uso, utilizzo o conversione (ad es. di punti accumulati) o presentazione (ad es. di buono, voucher o coupon per ottenere quanto previsto) o ritiro (ad es. di premi).
Da redeem a redimere e redento
Le stesse considerazioni valgono anche per il verbo redimere, calco di redeem, e per l’aggettivo redento da redeemed (ad es. recupero di premi non redenti) a cui l’Accademia della Crusca ha dedicato una consulenza molto dettagliata, Anche i buoni si possono redimere? Cerchiamo di dirimere la questione.
Vedi anche: Manovra 2020, tra cashless e cashback
Roberto:
Davvero un caso strano, visto che il termine ha una fortissima connotazione ed è impossibile che chi lo usa non ci pensi.
Come traduzione, cosa ne dite di “riscatto”? Anche qui i doppi sensi ci sono, però in italiano esiste già un uso finanziario del termine.