In questo post non ho risposte ma solo domande che farei a chi si occupa dell’informazione pubblica in una situazione di emergenza come l’epidemia da COVID-19. Lo spunto è il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri del 29 dicembre 2021.
Chissà se chi ha redatto il comunicato si rende conto che le misure di contenimento dell’epidemia riguardano tutti i cittadini e quindi il testo dovrebbe essere comprensibile a chiunque?
Me lo sono chiesta in particolare leggendo la sezione Quarantene, che riporto interamente qui sotto con alcune evidenziazioni. Le mie perplessità cominciano dal titolo, plurale, che implica che esistano più tipi di quarantene. In attesa del decreto-legge, che mi auguro sia più chiaro, provate anche voi a capire quanti tipi di quarantene sono previsti e come si differenzino:
Alcune domande a cui non ho risposta: cosa distingue la quarantena precauzionale (che non si applica) del primo capoverso dalla quarantena del terzo capoverso? Esistono anche altri tipi di quarantena? Dopo quanti giorni va effettuato il test per la cessazione della quarantena? L’auto-sorveglianza “sopradescritta” consiste solo nella verifica di eventuali sintomi il quinto giorno dall’esposizione (secondo capoverso) o altro? In caso di test positivo al quinto giorno, come si procede? Chi determina e quanto dura il periodo di auto-sorveglianza? Se all’Asl va comunicato l’esito del test, si suppone che vada comunicato anche l’inizio di quarantena e di auto-sorveglianza, ma come? Chi controlla che le indicazioni vengano rispettate?
Che senso ha pubblicare un testo che crea confusione e spinge a interpretazioni e supposizioni che possono essere anche piuttosto diverse tra loro, come si può già vedere nelle notizie uscite in queste ore? Non sarebbe preferibile annunciare il decreto anticipando le aree tematiche ma evitando dettagli se non si è in grado di comunicarli senza ambiguità? Se invece le informazioni fossero già disponibili altrove, perché non aggiungere i collegamenti necessari?
E le definizioni?
Purtroppo un problema ricorrente nelle comunicazioni istituzionali è la mancanza di definizioni facilmente reperibili e aggiornate che identifichino chiaramente ciascun nuovo concetto e lo differenzino dai concetti esistenti.
In questo caso l’unica pagina rilevante è Cosa sapere su test, tracciamento, quarantena del Ministero della Salute, che riporta come data di ultima verifica il 30 novembre 2021:
Si può vedere che viene identificato genericamente un unico tipo di quarantena, e questo non consente di spiegare il plurale Quarantene del comunicato stampa.
Il concetto di sorveglianza attiva descrive una misura attuata dalla sanità pubblica, e quindi non è facilmente correlabile a quello di auto-sorveglianza che invece spetta ai singoli cittadini. Non è chiaro se la sorveglianza attiva sia una delle tre diverse opzioni per chi è entrato in contatto con un positivo, e quindi escluda quarantena e isolamento, oppure se vi si sovrapponga. Non si capisce neppure che relazione ci sia tra sorveglianza attiva e sorveglianza sanitaria, materia del decreto legge, e auto-sorveglianza: cos’hanno in comune e quali sono invece le caratteristiche distintive di ciascuno di questi tipi di sorveglianza?
Nella stessa pagina si trovano anche informazioni dettagliate su cosa fare in caso di contatto con positivi e in caso di test positivi, con indicazioni sulla durata dei periodi di quarantena e isolamento. Le informazioni però sono ferme alla variante Beta!
Per ulteriori dettagli c’è un rimando alla Circolare 11 agosto 2021, con tabelle molto dettagliate sulle modalità di quarantena e isolamento, ma anche queste fanno riferimento solo alla variante Beta. Dalla circolare si scopre però che la quarantena non si applica mai agli operatori sanitari contatti stretti (alto rischio) di casi COVID-19 perché per loro è sufficiente la sorveglianza sanitaria attiva anche se non hanno completato il ciclo vaccinale.
Tornando invece al termine quarantena precauzionale, per trovarlo si deve fare riferimento ai decreti legge emanati durante l’emergenza pandemica. La prima occorrenza è nel D.L. del 25 marzo 2020, n. 19, Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, ma né qui né nei decreti successivi viene fornita alcuna definizione utile. Inoltre, nel confronto tra testi legislativi, comunicati e siti si notano molte incongruenze terminologiche. Davvero sconsolante!
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In questi anni mi sono lamentata spesso della mancanza di una cultura terminologica nelle istituzioni e questo è l’ennesimo esempio. È una lacuna che si manifesta anche come scarsa attenzione alla comunicazione pubblica e, a tutti gli effetti, mancanza di rispetto per i cittadini che in una situazione di emergenza dovrebbero invece essere informati nella maniera più efficace e comprensibile possibile e avere a disposizione risorse aggiornate, affidabili e reperibili facilmente che consentano di chiarire subito ogni dubbio.
Vedi anche:
► Nuovo green pass: super o rafforzato?
► Dosi “booster”, aggiuntive e addizionali
► Anglicismi a caso: l’open day negli hub è sold out
► Promemoria: immunizzato ≠ vaccinato
John Dunn:
Se ho capito bene (che non mi sembra molto probabile), nella nuova, aggiornata terminologia degli ultimi decreti ci sono almeno due, e forse tri diversi tipi di quarantena:
1. La quarantena precauzionale, che si applica (ma solo in certi casi) a chi ha avuto contatti stretti con persone confermate positive.
2. La quarantena (senza aggettivo), che si applica a persone confermate positive. Ma qui possono esserci diversi tipi di quarantena, uno per chi ha completato il ciclo vaccinale e uno per gli altri.
Ma ciò nonostante l’uso della parola ‘quarantena’ nel plurale mi pare linguisticamente strano.
Sulla confusione sono pienamente d’accordo. Adesso devo rimanere chiuso in case non quanto per paura della malattia, tanto perché non capisco per niente le nuove regole.
John Dunn:
P.S. Buon anno e auguri!
Licia:
@John, questa vignetta americana di John Deering, CDC Covid Guidelines 2022, mi sembra molto adatta anche come sintesi delle disposizioni previste dal governo italiano: