Ho presto spunto da questo tweet di @antrebaud per aggiornare Executive order ≠ ordine esecutivo con alcune considerazioni sul concetto di executive privilege che riporto anche qui.
Executive privilege è la prerogativa concessa al presidente degli Stati Uniti, come capo del potere esecutivo e nell’interesse pubblico, di non rivelare determinate informazioni e comunicazioni intercorse con altri appartenenti dell’esecutivo nel caso venissero richieste del potere legislativo (il Congresso) o dal potere giudiziario (le corti).
Negli Stati Uniti ultimamente se ne sta discutendo molto perché l’executive privilege è stato invocato dall’ex presidente Donald Trump per le richieste della commissione di inchiesta sull’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021.
Trump asserisce di averne ancora diritto e che riguardi anche le comunicazioni con l’ex stratega Steve Bannon, che però all’epoca non faceva parte dell’esecutivo.
I media italiani che riportano gli sviluppi della vicenda ricorrono alla traduzione letterale privilegio esecutivo, che però risulta ambigua e poco trasparente. Come già descritto per executive order, in italiano associamo all’aggettivo esecutivo le accezioni “che dà facoltà di eseguire” o “che può o deve essere messo in esecuzione”, che però non è quanto si intende in inglese: si tratta invece di una prerogativa “che riguarda il potere esecutivo”.
Anche in questo caso credo sarebbe preferibile mantenere la locuzione inglese con una spiegazione, o comunque ricorrere a espressioni come privilegio del presidente oppure privilegio dell’esecutivo. Se non vien chiarito, diventa difficile capire di cosa si tratti, come in questo esempio di una notizia del 15 novembre 2021:
Vedi anche: Executive order ≠ ordine esecutivo
Per saperne di più: Donald Trump’s Outrageous Reading of Executive Privilege Can’t Save Steve Bannon – The New Yorker