Mi è capitato di vedere un’offerta di lavoro presa da Facebook che si fa notare non solo per i requisiti ma anche per alcuni aspetti lessicali, a partire dalla scelta di ricercare un factotum, parola usata spesso con connotazioni ironiche:
Mi colpisce l’uso delle tre lettere AAA perché non mi pare abbiano alcuna funzione in un annuncio apparso sui social. Non sono un acronimo e non hanno un significato particolare: quando gli annunci venivano invece pubblicati sui giornali, in ordine alfabetico, servivano a far apparire ai primi posti il proprio.
Workout buddy (in inglese anche gym buddy o fitness buddy) è una parola del lessico delle palestre: è una persona con cui ci si allena e che stimola, incoraggia a raggiungere i propri obiettivi e aiuta a mantenere alta la motivazione. Dirlo in itanglese fa sicuramente più effetto di compagno di allenamento, specialmente a Milano e dintorni!
Buddy è una parola informale dell’inglese americano, in origine usata solo per un amico stretto ma che poi ha assunto anche altri significati, ad es. sul lavoro può essere qualcuno, uomo o donna, che affianca un nuovo arrivato per aiutarlo con gli aspetti pratici.
Attitudine qui non è chiaro se voglia dire predisposizione verso particolari attività (significato italiano) o piuttosto sia il sempre più diffuso calco dell’inglese attitude e vada inteso come atteggiamento (sportività, flessibilità…), cfr. attitude ≠ attitudine.
Di transfer da Italia evito di commentare gli aspetti geografici ma mi colpisce la mancanza di articolo determinativo davanti a Italia e la scelta di usare transfer dopo il binomio lessicale vitto e alloggio che invece dovrebbe richiamare la parola viaggio, cfr. il trinomio viaggio, vitto e alloggio.
Matchare è una neoformazione ibrida del tutto superflua visto che si può dire corrispondere [a un profilo].
Giorno off non l’avevo mai visto prima ma mi pare una locuzione davvero ridicola: chissà che significato gli viene attribuito diverso da giorno libero? Dubito comunque che chi usa questa forma ibrida sappia che off in day off, su cui è modellata, non è un aggettivo ma un avverbio.
Esiste anche l’aggettivo off ma se associato a giorno può avere tutt’altro significato, ad es. anyone can have an off day non vuol dire che chiunque può avere un giorno libero: an off day è una giornata sottotono o una giornata no; se riferito ad atleti è una giornata con prestazioni inferiori alle aspettative.
Ci sono altri dettagli lessicali che vi hanno colpito?
Vedi anche: Il junior service designer deve parlare itanglese per un altro esempio di offerta di lavoro particolare (ma di tutt’altro genere)
PS Il requisito saper stirare camicie bianche vorrà dire che ci si aspetta che il factotum / maggiordomo sappia evitare striature da ferro troppo caldo o allumacature?
mav:
Beh, esattamente come da te rilevato per l’annuncio sul “junior designer”, si può non apprezzare la forma dell’annuncio, ma al contempo apprezzarne la sincerità e la capacità di scrematura.
I potenziali candidati hanno un’eccellente panoramica su cosa li attenderebbe
Andrea F:
Disgusto linguistico, per tacer del resto.
Giovanni:
Mi colpiscono molti aspetti di questo annuncio a partire dal miserevole italiano, per giunta condito con un becero sfoggio di inglesorum da strapazzo allo scopo di convincere il malcapitato a lavorare 29 giorni filati senza un giorno di riposo (in patente violazione di legge) al servizio di padrone e relativi amici e familiari, capace di fare tutto e subito ma sempre col sorriso stampato e il buon umore d’ordinanza. A fronte di un compenso da fame e un benefit oltre il limite del ridicolo (“qualche ora di consulenza con me”). Naturalmente per recuperare le ore perse nell’ascolto della sua preziosa consulenza immagino il suo servo dovrà con felice riconoscenza sacrificare un pari numero di ore del suo tempo libero. Il disclaimer rivolto ai troll in chiusura è un finale molto coerente, denota consapevolezza del disgusto potenzialmente suscitato negli sventurati lettori.
Flavia:
Oltre a quelli già indicati io direi ‘sportività’ e ‘velocità’, che – almeno a me – appaiono ambigui. Nell’insieme il testo dà l’impressione di un ‘falso’ annuncio: troppi elementi ‘social’ per prenderlo sul serio.
Irina:
Io la parola “Buddy” l’ho letta per la prima volta quando internet è entrato nella mia vita, cioè nel 2000 credo. All’epoca con aol si potevano aggiungere degli amici alla propria “Buddy-Liste”, credo che si chiamasse così. La ragazzina tedesca che ero non conosceva la parola.
Roberto:
Interessante l’uso di “AAA”. Ricorda le scritte “Vendesi” e “Affittasi”, forme che derivano dagli annunci sui giornali che si pagavano a numero di parole, ma non hanno senso in un cartello per strada. C’è un nome per questo tipo di relitto linguistico?
Qualcosa di simile è l’abitudine di scrivere le date con gli zeri (06/04/2021), che deriva dagli aggeggi elettronici in cui è obbligatorio scrivere due cifre, ma in un biglietto privato è solo uno spreco d’inchiostro.
Anna B.:
Cara Licia,
grazie per questa chicca e per l’analisi linguistica… Sarà stato scritto dal “Milanese imbruttito”? 🙂
Colpiscono anche “troll” e “bannare”, che hai analizzato in passato qui sul blog.
Ho guardato sulla fonte che citi e non sono riuscita a capire se si tratti di un vero annuncio di lavoro o di una “bufala”, una parodia, un gioco linguistico … Ci sarebbe quasi da sperarlo :)!