L’hub vaccinale di Milano, capitale dell’itanglese

Foto di cartello HUB VACCINALE – Campagna vaccinazione anti Covid-19 e messaggio “ho un quesito da sottoporti relativamente all’utilizzo della parola HUB riguardante la sede vaccinale. Perché? Ho chiesto a Google: uso in aeroporto per zona traffico aereo… E quindi? Perché non utilizzare una nostra parola così bella, “centro”… vaccinale!

La domanda che ho ricevuto ieri da un’amica di Milano riguarda la notizia dell’apertura di un mega hub per le vaccinazioni nella zona ex Fiera, ora Citylife.

È del tutto comprensibile che chi non conosce l’inglese abbia perplessità. Nel lessico italiano infatti l’anglicismo hub ha due accezioni che, anche se note, non consentono di capire cos’è un hub vaccinale
1 aeroporto nodo di traffico aereo, come Malpensa 
2 (informatica) dispositivo centrale che collega più computer in una rete.

Ho spiegato alla mia amica che in inglese hub è il mozzo della ruota da cui dipartono i raggi (spoke) e in senso figurato può essere un perno, un punto focale o il centro di un’area, di una regione o di una rete da cui si diramano o dove convergono attività.

A quanto pare però l’hub vaccinale di Milano non ha queste caratteristiche: da quello che si capisce, non funzionerà in collegamento con altre sedi minori. Si distingue invece perché è la struttura vaccinale più grande della Lombardia, ma le dimensioni non sono una caratteristica distintiva di nessuna delle accezioni di hub in inglese. Se davvero l’anglicismo è stato scelto per comunicare le grandi capacità della struttura, non solo è superfluo ma è anche usato impropriamente.

tweet di Attilio Fontana: “Ultimi preparativi al Palazzo delle Scintille di Milano, l’Hub per le vaccinazioni più grande d'Italia, tra i più grandi d'Europa, con una capacità di 10.000 somministrazioni al giorno. Mi viene proprio da dire: Milan l’è on gran Milan! ForzaLombardia”

Il presidente della Regione Lombardia (o chi per lui) ha scritto Hub con l’iniziale maiuscola e non mi stupirei se pensasse che si tratti di un nome proprio. Sarei quindi curiosa di chiedergli di darne una definizione e di spiegare cosa distingue un hub per le vaccinazioni da un centro vaccinale o per le vaccinazioni. Ho provato a farlo via tweet ma dubito che avrò mai una risposta!

Sono invece certa che chi ha scelto di usare l’anglicismo hub vaccinale e preferirlo a centro vaccinale non conosce i criteri di condotta di Francesco Sabatini per l’uso degli anglicismi:

1 Sei veramente padrone del significato di quel termine? 2 Lo sai pronunciare correttamente?  3 Lo sai anche scrivere correttamente?  4 Sei sicuro che il tuo interlocutore lo comprende?  

Un ulteriore criterio per i comunicatori pubblici potrebbe riguardare la definizione: un anglicismo non va usato se il significato non è reperibile facilmente, ad es. consultando un dizionario online o altre fonti attendibili, e se nel sito istituzionale non ne è stata data una definizione visibile a cui poi si ricorra in tutte le principali comunicazioni.

O forse la spiegazione per la scelta di hub vaccinale è molto più semplice: Milano deve mantenere intatta la sua fama di capitale dell’itanglese!


Aggiornamenti

L’anglicismo hub senza alcun aggettivo qualificativo o altro tipo di specificazione è ormai usato ovunque in Italia con il significato di luogo dove ci si vaccina. Questa risemantizzazione, spinta soprattutto dai media, rende hub un neologismo semantico

Nei telegiornali alcuni giornalisti pronunciano anche l’h iniziale ma nel farlo dimostrano di ignorare che in tutti gli anglicismi di questo tipo usati in italiano l’h è sempre muta: hangar, handicap, hardware, hashtag, hobby, hotel…

Nuovo post: Anglicismi a caso: l’open day negli hub è sold out.


Vax manager

Nella Regione Lombardia le persone disabili che non sono in grado di andare all’hub vaccinale devono rivolgersi al proprio vax manager. Vorrei proprio sapere a chi vengono queste idee e come si possa pensare che un nome pseudoinglese, inesistente nei paesi anglofoni, sia preferibile a un nome italiano come responsabile o referente. Ho aggiunto questo esempio a Covid Manager, nuova professione itanglese (2020) con qualche altra considerazione.

VAX MANAGER  Le ATS territoriali hanno individuato un referente vaccinazioni disabili territoriale, il Vax Manager. Il Vax Manager rappresenta un riferimento diretto sul territorio per le persone disabili, i loro famigliari e le associazioni. Il responsabile si occuperà di valutare sui territori le singole situazioni, in relazione alla gravità e alle più opportune modalità di vaccinazione.

Vedi anche: Elenco di anglicismi istituzionali

8 commenti su “L’hub vaccinale di Milano, capitale dell’itanglese”

  1. Licia:

    @Marta, grazie per l’esempio, mi hai fatto venire la curiosità e ho visto che centro vaccinale hub di è molto usato, a Siracusa addirittura c’è il Centro vaccinale Hub Urban Center, un nome veramente ridicolo! Questi nomi di tipo centro vaccinale hub confermano la mia convinzione che l’abuso di anglicismi è inversamente proporzionale all’effettiva conoscenza dell’inglese.

    @Emi, perché mai dovrebbe essere una purista della lingua italiana? È un messaggio di testo di una persona che non parla inglese e mi fa spesso domande per capire meglio l’uso degli anglicismi. Le abbreviazioni sono tipiche degli SMS, quando c’era ancora il limite di caratteri per i messaggi, e sono ancora molto usate.

  2. Daniele:

    Ottimo articolo. Una sola considerazione: si parla delle due accezioni di “hub”, aeroportuale e informatica. In realtà possono essere unificate in una sola accezione. Nel bellissimo libro di Albert Laszlo Barabasi “Link. La nuova scienza delle reti” si spiega che *in qualunque struttura a rete” un hub è un nodo che raccoglie molti collegamenti minori locali che formano una sotto-rete e li mettono in comunicazione con altri hub che a loro volta smistano in altre sotto-reti. Questo concetto si applica alle reti aeroportuali, alle reti informatiche, ma anche a qualunque altra struttura a rete, per esempio nelle reti delle chiacchiere dei vicinati di quartiere ci sono persone che fungono da hub, cioè che raccolgono le chiacchiere di un vicinato e le portano ad un altro vicinato. Quindi un “hub” è un elemento proprio delle strutture a rete in generale. E mi sembra che anche definendolo così non abbia nulla a che vedere con i centri vaccinali.

  3. Daniele:

    Che poi rileggendo l’articolo, questa unificazione concettuale la si spiega bene con il concetto del mozzo della ruota. Non volevo dire che l’articolo non lo spiegasse, ma che mi ha ricordato il bellissimo libro di Barabasi che insegnava ad applicare questo concetto a qualunque rete, mostrando che un sistema di aeroporti funziona come una rete do vicinati di quartiere e ciò mi è rimasto sempre impresso.

  4. Licia:

    @Daniele aggiungo che l’accezione del trasporto aereo precede quella informatica, e si usa anche la metafora ancora più esplicita hub-and-spoke 

    @Flavia grazie per l’esempio, ignoravo l’uso in ambito migrazione. La definizione conferma che anche in questo caso hub è usato genericamente (e impropriamente) come nome alternativo “centro”.

  5. Daniele:

    Forse nel caso degli “hub per migranti” va leggermente meglio, perché almeno si tratta di posti dai quali poi le persone (dopo lo screening generale) sono inviate in sedi diverse, e c’è il concetto di “smistamento”, per cui almeno torna un po’ concettualmente il mozzo della ruota.

    Diciamo che, per lo stesso motivo l’unico significato che potrei considerare corretto per “hub vaccinale” dovrebbe essere: “un luogo dove vengono vaccinati quei medici che poi vanno a vaccinare le altre persone ciascuno in una sede diversa”. Ma, appunto, non ci siamo.

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