In questo cartello apparso sui mezzi pubblici di Padova c’è un errore ricorrente nella versione inglese dei messaggi di divieto italiani: vietato <verbo> viene tradotto letteralmente con *forbidden <verbo>. Si direbbe che né chi fa la traduzione o ne usa una automatica, né chi è coinvolto nel processo di approvazione e realizzazione del divieto abbia mai visto alcun cartello in inglese e quindi non sappia che si usa la formula don’t o do not <verbo>.
Eppure basterebbero pochi minuti per trovare siti di produttori di cartelli di lingua inglese e vedere che frasi vengono usate. Esempi:
Se proprio non ci si vuole rivolgere a un professionista e ci si affida alla traduzione automatica o a qualcuno che si improvvisa traduttore, bisognerebbe perlomeno avere l’accortezza di fare qualche verifica, come descritto in Google Translate e l’accesso ai cani.
Anche questa traduzione di Trenitalia è migliorabile, anche se grammaticalmente ineccepibile:
Leave this seat free in inglese risulta un ordine troppo perentorio e sarebbe opportuno aggiungere please o un’altra formula di cortesia, come in questo esempio:
Ne ho già discusso in Con cortesia: NO JOKES PLEASE! con un rimando al concetto di politeness, realizzato in modo diverso in lingue e culture diverse e descritto in Lingue, funzione fatica e cortesia.
A proposito di cartelli con traduzione inglese poco accurata:
🚫 Divieti fatti con i piedi
🚫 Stazione AV di Bologna: caos sui cartelli
🚫 L’inglese di ATM: idea per storia dell’orrore
Un esempio molto particolare di cartello realizzato senza alcuna verifica: Francese in stazione: peu importe!
Sul significato di social distancing in inglese: Distanza: sociale, fisica, interpersonale
Ionti:
Non so se sono diffusi anche dalle tue parti, ma qui vedo diffusissimi dei pannelli in vetro (più probabilmente plastica) davanti agli estintori con l’indicazione “rompere in caso d’incendio” tradotto “to break in event of Fire”…
granmadue:
Forse la mia considerazione può essere considerata una pignoleria, ma credo che anche la scelta del simbolo poteva essere fatta molto meglio.
Oltre alla posizione direi innaturale dell’omino (le braccia sono tese in avanti per compensare l’inclinazione all’indietro, senza appoggio, di busto e testa?), non mi sembra che ciò su cui è seduto sia esattamente il sedile di un mezzo pubblico.
Non era particolarmente difficile trovare un simbolo più adatto, come molte aziende di trasporto, di molte città, hanno fatto.
marco panecaldo:
Si si…consentitemi però un commento.
Provocatorio….non prendetelo alla lettera ma come semplice introduzione ad un approfondimento più serio
Comprendo che la lingua inglese sia la più diffusa, veicolo di comunicazione in un mondo globalizzato etc etc…
Ma certo non è per questo che in GB o in USA mettono i loro annunci “monolingua”, quanto piuttosto per spocchia tutta british o arroganza tutta yankee
Abbiamo il coraggio di maggior consapevolezza della dignità e del valore del nostro idioma….
E se facessimo annunci in italiano soltanto..? Commetteremmo peccato di lesa maestà verso i sudditi di Sua Maestà (boris o donald)?
Licia:
@Ionti purtroppo sì: nel mio condominio ce n’è uno a ogni piano, cerco sempre di non farci cadere l’occhio! 😆
@granmadue probabilmente hanno usato immagini gratuite…
@marco panecaldo temo di non capire il senso del commento: assicurarsi che il maggior numero di persone possa capire le comunicazioni è come minimo una cortesia verso gli ospiti stranieri e può evitare anche potenziali problemi, e il modo migliore per farlo è usare l’inglese come lingua veicolare.
Non è neppure vero che nei paesi anglofoni viene usato solo l’inglese: ad esempio, nel Regno Unito ci sono cartelli bilingui nel Galles e in alcune aree degli Stati Uniti i cartelli sono sia in inglese che in spagnolo, come in questo esempio visto a Miami Beach che ha anche la versione in creolo haitiano (a Miami c’è una comunità di parlanti molto numerosa):