Nell’immagine, un tweet della NASA e titolo e sottotitolo* di un quotidiano italiano sulla passeggiata spaziale delle due astronaute americane Christina Koch e Jessica Meir:
Sarei curiosa di sapere se chi ha scritto la frase è la prima volta che due donne si avventurano sole nello spazio ha scelto consapevolmente le parole oppure non si rende conto che la posizione dell’aggettivo qualificativo solo all’interno di un sintagma ne condiziona il significato.
Donne sole
L’aggettivo solo ha varie accezioni. Se segue il sostantivo ha una funzione distintiva: qualcuno solo, che è solo o fa qualcosa solo è qualcuno che è o agisce senza la presenza o la vicinanza di altre persone (opposto a chi invece ce l’ha).
Le due astronaute però hanno sempre operato assieme e quindi prevale un’altra accezione di solo: riferito a persona, sempre posposto al sostantivo, significa “non accompagnato da individui dell’altro sesso”. Donne + sole in associazione al verbo avventurarsi (“correre dei rischi”) attiva inoltre alcuni stereotipi e quindi il messaggio implicito che c’è da stupirsi che a due donne sia stato consentito spingersi in un’impresa rischiosa senza la guida di un uomo.
Sole donne
L’aggettivo solo al plurale e preposto al sostantivo ha un valore restrittivo: indica esclusività e limitazione a determinate persone di diritti, privilegi o altro, con il significato di “solamente, nessun altro che” (ad es. riservato ai soli soci).
In inglese hanno un significato simile a sole donne le forme aggettivali all-woman e all-female, riferite in questo caso a spacewalk.
La notizia, quindi, è che a uscire dalla Stazione Spaziale Internazionale per la prima volta fosse un team esclusivamente femminile, e non che le due astronaute fossero a rischio perché senza uomini accanto.
In tema:
➝ Giovani maschi e violenti (posizione degli aggettivi qualificativi)
➝ Donne in marina, tra implicito e stereotipi (esempi di sessismo linguistico)
* La locuzione due donne si avventurano sole non è la sintesi maldestra di un titolista con esigenze di spazio ma è ripresa direttamente dall’articolo:
“Fino ad ora non era mai accaduto che due donne si avventurassero sole nello spazio e chi ama seguire le operazioni che la Nasa trasmette in streaming da lassù può ben dire che faceva un certo effetto sentire solo voci femminili fuoriuscire dai microfoni per ragguardare puntualmente sulle operazioni in corso.”
Spunto per il post: tweet di Carlo Nardone e Barbara Marcotulli
Flavia:
Non è chiaro a chi “faceva un certo effetto sentire solo voci femminili”, se alla Nasa o all’articolista, e poi tutti quei dettagli sull’equipaggiamento, quel riferimento alla “passerella”… ma chi ci mettono a scrivere gli articoli scientifici a La Repubblica?
Patrizio Cairoli:
“Si avventurano sole”: sembra stiano parlando di Cappuccetto Rosso 😱🤦🏼♀️
granmadue:
Espressione alquanto sessista, non c’è dubbio. Mi stupisce che a scriverla sia una donna.
Tra l’altro a me sembra che quel “ragguardare” sia sbagliato (suppongo volesse dire “ragguagliare”).
Andrea:
Non sparerei sull’articolista perché alla fine è la notizia in se stessa che ha uno sfondo sessista. Se fossero usciti degli uomini soli (“una passeggiata per soli uomini” mi evoca qualcos’altro …) non ci sarebbe stata la notizia. Per cui si è semplicemente adeguato alla “non-notizia”.
anna giambagli:
@Andrea. Rilievo di acutezza assoluta e di precisione chirurgica (tanto per usare una consuntissima collocazione). Non resta che condividere la sconfortante constatazione.
Quanto al versante strettamente ‘linguistico’, stupisce che occorra dirimere, e addirittura a livello divulgativo, il differente valore semantico assunto da qualificativo preposto ovvero posposto a nome, ma evidentemente così è.