Un tweet che mi ha incuriosita:
Attira l’attenzione l’espressione modalità Techetechetè, usata per descrivere una programmazione televisiva estiva fatta soprattutto di repliche e altro materiale già visto.
Non guardo quasi mai la televisione ma ho capito subito anch’io il riferimento all’omonima trasmissione: merito di un formato originale e di un nome insolito che rimane impresso e che dà anche lo spunto per alcune osservazioni linguistiche.
Reduplicazione espressiva
Il nome Techetechete’ fa riferimento alle Teche (archivio) della Rai ed è un esempio di reduplicazione espressiva, un meccanismo linguistico comune a molte lingue che consiste nella ripetizione di un’unità lessicale.
In italiano la reduplicazione è usata in vari modi, in particolare come intensificatore (ad es. magro magro) e per indicare azioni ripetute (ad es. magna magna) – dettagli in LA LA LAND: reduplicazione espressiva.
Il nome Techetechete’ è stato ideato da Pasquale Panella e rappresenta una parola idealmente infinita, troncata da un apostrofo. È un dettaglio che pare essere sfuggito a chi cura la comunicazione Rai perché il nome viene spesso scritto con l’accento e con combinazioni diverse di lettere maiuscole.
Da Techetechete’ a takete
Un’espressione come modalità Techetechetè sarebbe priva di senso in un contesto non italiano (mancano le conoscenze enciclopediche per riconoscere i riferimenti). Forse però il nome proprio potrebbe conservare alcuni aspetti fonosimbolici anche in altre lingue.
La sequenza di consonanti /t/ e /k/ nel nome Techetechete’ mi ricorda infatti la parola takete, usata in un noto esperimento condotto dalla psicologo Wolfgang Köhler nel secolo scorso. A diverse persone erano state mostrate le due forme della figura ed era stato chiesto di identificare quale delle due fosse maluma e quale takete:
Più del 90% delle persone, indipendentemente dalla lingua, aveva associato takete alla forma spigolosa e maluma a quella sinuosa – dettagli in N come naso: è fonosimbolismo.
Se si riprovasse l’esperimento con il nome Techetechetè, adattato alle diverse ortografie, otterremmo la stessa associazione alla forma di sinistra non solo in italiano ma anche in altre lingue? Mi piace pensare di sì.
Innumerevoli modalità
Modalità Techetechetè ha un’altra particolarità: è un’espressione del linguaggio informale del tipo modalità x, dove x può essere un aggettivo, un sostantivo o un’intera locuzione.
Ci è familiare perché è molto frequente per descrivere un umore o un atteggiamento (essere in modalità x) o un cambiamento nel modo in cui qualcosa viene fatto o percepito (entrare in modalità x), ed è usata spesso con intento scherzoso o ironico. Non è però ancora descritta in nessuno dei principali vocabolari italiani.
Esempi d’uso ricorrenti in questo periodo: in modalità ferie, in modalità vacanze, in modalità relax, in modalità settimana di ferragosto. Altri esempi con x polirematica:
• in modalità se non puoi batterli abbattili
• centrocampo e attacco in modalità chi l’ha visto
• è crisi di governo, in modalità Prima Repubblica
• pensa di essere in modalità “tutto sotto controllo”
• prepariamoci a entrare in modalità si salvi chi può
• tutti sintonizzati alle 21:45, in modalità tweet selvaggio
• quando vedo il gelato entro in modalità bimbo di 5 anni
Modalità determinologizzata
Modalità x è un esempio di determinologizzazione, un termine specialistico entrato nel linguaggio comune con un significato più generico e un uso più ampio. L’origine in questo caso è il linguaggio tecnico e informatico, dove modalità descrive uno dei modi alternativi in cui si può fare operare un sistema, un programma o un dispositivo.
In questa accezione modalità è un calco dell’inglese mode, inizialmente parola del lessico formale usata in associazione a modi di essere, di agire o di comportarsi (ad es. mode of thought, modes of action, modes of behaviour) che in seguito ha subito un processo di risemantizzazione ed è stata usata in contesti tecnici per descrivere modi di funzionamento e impostazioni.
Qualche esempio familiare dall’informatica:
• edit mode ➝ modalità di modifica
• airplane mode ➝ modalità aereo
• night mode ➝ modalità notturna
• offline mode ➝ modalità offline
• online mode ➝ modalità online
• read mode ➝ modalità di lettura
• Bluetooth mode➝ modalità Bluetooth
Anche nel lessico comune inglese è molto diffusa la locuzione informale x mode per descrivere umori, atteggiamenti o cambiamenti nei modi di agire delle persone, ad es. holiday mode, work mode, party mode, victim mode, boss mode. Spesso viene usata l’indicazione ON, ad es. in inglese americano vacation mode ON (anche con i due punti, weekend mode: ON).
Non ho dati in merito, però non credo che l’uso italiano di modalità x sia un calco dell’inglese x mode, magari favorito dal doppiaggese, e ritengo invece che si sia sviluppato indipendentemente, grazie dalla presenza massiccia di tecnologia nella nostra vita quotidiana che favorisce la determinologizzazione – altri esempi tipici sono Internet, algoritmo, hashtag e anno luce.
Nuovo post: I falsi amici del “goblin mode”
Aggiornamento 2021 – In Propaganders, ereditiers, chilavisters, angelers… un riferimento agli spettatori più assidui del programma Techetechete’ che tra loro si identificano con il nome ibrido techetechetechers.
Luca Vicidomini:
Un altro calco simile che poco tempo fa era di moda e ora sembra essere (fortunatamente) in declino è “x-time” (shower time, movie time). Ad esempio: “doccia-time”, “pisolino-time”, “studio-matto-e-disperato-time”, eccetera.
… orribile 🙂
Rere:
Quando fu lanciato il programma “Techetechete'”, il titolo mi parve un riferimento al cavallo di battaglia del duo comico “Fichi d’India”: il numero prevedeva una successione di battute e freddure cantilenanti, alternate ad un “tichi-tic, tichi-tic” (o “teche-tec”). Questa loro trovata faceva il verso alla canzone “Le ragazze” del gruppo “a cappella” dei “Neri per caso”. In particolare il “tichi-tic” riprendeva la base ritmica prodotta da uno dei componenti. In questo video, sul palco i “Neri per caso” e uno dei “Fichi”: https://m.youtube.com/watch?v=QGjokmf49m8
John Dunn:
In inglese si potrebbe dire ‘summer-repeats mode’:
It’s August, and the BBC is in full summer-repeats mode.
Giorgio:
non è che techetechete’ derivi da: https://www.youtube.com/watch?v=L6yClZiewe0 di Rita Pavone?