Comincio a pensare che i documenti del censimento 2011 siano parte di una beffa progettata da qualche burocrate per prendere in giro i cittadini italiani.
Da oggi si può provare a compilare il questionario online (se accessibile!) ed è stato pubblicato un nuovo documento, il Manuale d’istruzione d’uso del questionario on line (link eliminato perché il documento non è più disponibile sul sito).
Incredibile ma vero, è scritto completamente in burocratese, ignorando qualsiasi convenzione sulla scrittura di istruzioni d’uso per software. Un esempio:
In questa pagina di riepilogo l’utente ha una nozione visiva dello stato della compilazione. In essa sono riportati, a guisa di indice, l’elenco delle quattro aree che compongono il questionario (LISTA A, LISTA B, Sezione I, Sezione II) affiancate da un simbolo di check (o biffatura) che informa se quella parte è stata compilata, nel qual caso il suo colore da bianco diventerà verde. |
L’effetto è ridicolo perché anche in questo caso il linguaggio usato contrasta visibilmente con le schermate illustrative del sito, che invece segue gli standard a cui siamo abituati per questo tipo di istruzioni:
Altri esempi dal manuale: messaggio di riscontro positivo; scelta preventivamente operata; la risposta è mutuamente esclusiva rispetto all’altra; la selezione di un’eventuale risposta alternativa produrrà l’oscuramento della stessa; la selezione della casella di spunta provocherà la biffatura della stessa, e ciò sarà possibile per tutte quelle che si ritiene necessario selezionare…
Ho provato a cercare un lato positivo del documento, pensando che perlomeno si possono imparare parole nuove come biffatura.
Pare un tecnicismo, infatti non appare in nessuno dei principali dizionari italiani. Se però si cerca il verbo biffare, si scopre che vuol dire “cancellare qlco. con tratti a forma di X, spec. disegni su lastra così da renderla non più utilizzabile” (Dizionario Sabatini Coletti).
Nel questionario online appaiono invece solo segni di spunta (in inglese checkmark) e nessuna crocetta, e la confusione aumenta.
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PS Evito i commenti sulla terminologia informatica e mi limito a far notare che ci sono varie
PS incongruenze, ad es. lo stesso oggetto viene chiamato sia tasto che pulsante.
Altri post sull’argomento: Censimento 2011: linguaggio poco comprensibile e Cos’è il sesso. Sullo stile usato nelle istruzioni per il software: Tu, voi o infinito? e Manuali di stile e funzione del testo. Su segni di spunta e usabilità: Che cosa si deve premere?
Carla Crivello:
Grazie, Licia, per questa interessante analisi di pubblica utilità. Ecco cosa ho scoperto. La biffatura è un termine tecnico della filologia e indica un tipo di intervento di soppressione nei manoscritti. Ma… in un documento di un’azienda sanitaria pubblica si precisa in una nota “Per ‘biffatura’ si intende la segnatura del tipo di richiesta, come riportato nel nuovo modello di ricetta: Tipo ‘B’: visita a breve (entro 10 giorni)…”
daniela m.:
Resto in tema di "nozione visiva" e mi chiedo: per invitare i cittadini alla compilazione online, era necessario scegliere l’immagine di una biro puntata su una casella bianca? Un quadratino, appunto, da "biffare" con la biro. La "nozione visiva" mi pare sia vagamente contraddittoria rispetto al messaggio.
Oppure, forse si sapeva già che collegarsi al sito il 9 ottobre sarebbe stata un’impresa titanica… 😉
Licia:
@Carla, grazie a te. Non c’è che dire, il burocratese è proprio un linguaggio a parte.
Come italiana tenuta a rispondere al censimento (e che lo ha finanziato con le proprie tasse) sono davvero sconcertata. Possibile che nessuno abbia rivisto questi documenti prima di pubblicarli e si sia chiesto se lessico, sintassi e registro fossero comprensibili per tutti?
O forse chi li scrive parla davvero così anche al di fuori del lavoro e trova normale usare ove anziché dove oppure dire non solo a guisa di ma anche dapprima, è possibile altresì, la scelta non produrrà effetto, a ritroso, pulsante di ausilio, tanto per fare qualche altro esempio?
@Daniela: mi sa tanto che l’ipotesi più realistica è proprio la seconda 😀
Sgrunfy:
attendonsi dichiarazioni del ministro per la semplificazione e del ministro per la PA e l’innovazione
Carla Crivello:
Un’informazione per chi già non la sapesse: dal 2005 è attiva la Rete di eccellenza dell’italiano istituzionale (REI) http://ec.europa.eu/dgs/translation/rei/index.htm che ha l’obiettivo di “promuovere un italiano istituzionale chiaro, comprensibile e accessibile a tutti, garantendo nel contempo un elevato livello qualitativo”.
Licia:
@Daniela, ho appena compilato il modulo online e ho visto che è apparsa una nuova immagine, un po’ più al passo coi tempi, anche se la biro rimane 😀
Ho anche notato che sono stati istituiti i Census Point e i Census Tour, eppure le lingue in cui si può rispondere sono l’iitaliano, il tedesco e lo sloveno ma non l’inglese!!!
A differenza di chi ha provato a compilare domenica scorsa, non ho avuto problemi tecnici ma ho perso tempo con la domanda sul titolo di studio. Sono laureata in traduzione ma il database dell’ISTAT contempla solo la descrizione laurea traduttore e mi ci è voluto un po’ per capirlo e poter proseguire.