Nelle cronache politiche di questi giorni si trovano riferimenti a un capo della biancheria da letto usato per uno scopo diverso da quello abituale:
Nei titoli è in evidenza una peculiarità grammaticale: al plurale la parola lenzuolo viene usata sia nella forma maschile, lenzuoli, che in quella femminile, lenzuola. L’incongruenza non ha nessun effetto sulla comunicazione ma, a voler essere pignoli, le due diverse forme non sono del tutto equivalenti.
Plurali doppi
Lenzuolo è uno degli esempi più noti di parola maschile in –o che in aggiunta al plurale regolare in –i, maschile, ha anche un plurale in –a, femminile. Altre parole di questo tipo sono braccio, budello, calcagno, corno, cuoio, filo, fondamento, labbro, muro. Ciascun plurale conferisce una differenza di significato.
Il plurale maschile di lenzuolo descrive un insieme di singoli teli, come ad es. i lenzuoli stesi ad asciugare, mentre il plurale femminile identifica il paio che si stende sul letto: si dorme tra le lenzuola e si comprano lenzuola coordinate.
Per gli striscioni si dovrebbe quindi dire lenzuoli. In pratica però la distinzione tra le due forme non è così netta: nella collocazione con fila, ad esempio, prevale il femminile: una fila di lenzuola.
Lenzuolata
Nelle notizie di questi giorni è ricorrente anche la parola derivata lenzuolata, che può avere diverse accezioni. Già esistenti:
➝ un gran numero di lenzuoli stesi ad asciugare
➝ lunga serie di cose fatte o da fare
➝ contenuto di un lenzuolo legato come un fagotto
➝ testo o articolo di giornale lungo, prolisso e poco leggibile
Nuova accezione:
➝ lenzuoli esposti alle finestre come forma di protesta
A proposito di lenzuola, sapete come si dice sacco nel letto in inglese? Nell’inglese britannico lo scherzo si chiama apple-pie bed, in quello americano invece short-sheeting.
Asandus:
Voglio anche gli uovi e i diti! 😀
Lele:
E chi si ricorda delle “lenzuolate” di Bersani? 🙂
Enrico:
si parla anche di “balconiadi”: https://www.open.online/primo-piano/2019/05/15/news/milano_balconiadi_sentinelli_di_milano_striscioni_salvini-213825/
Licia:
@Asandus, il plurale diti esiste, anche se poco frequente, e si usa ad es. in espressioni come i diti mignoli (intesi singolarmente e non come parte della mano). A quanto pare si può usare anche per indicare quantità di liquido in un bicchiere: dettagli in DITI O DITA?
@Lele ed @Enrico, grazie per i riferimenti aggiuntivi.
Asandus:
@Licia
Lo so, ma è molto meno usato di “lenzuoli”; anche per indicare quantità o lunghezze si usa “dita” (“è due dita più alto di te”, “una lama lunga quattro dita”, “due dita di liquore”, ecc.). Sa tanto di desueto; per quello l’ho incluso nella mia battuta – e poi voglio “gli uovi” per rappresentare quelle che non sono uova di animali – gli uovi (proprio come gli ovetti!) di cioccolato…