Il 21 febbraio si festeggia la giornata internazionale della lingua materna e in questa occasione è stato lanciato il progetto Atlas of Endangered Alphabets.
È una raccolta di sistemi di scrittura considerati in pericolo perché non sono usati ufficialmente in nessun paese. Non vengono insegnati a scuola né usati nel quotidiano ma appartengono alle tradizioni culturali e se ne trovano esempi in insegne, opere artistiche e artigianali, luoghi religiosi…
Sistemi di scrittura
La parola alphabet in questo contesto è usata genericamente per indicare diversi sistemi di segni grafici usati per rappresentare la lingua in forma scritta, tra cui:
➝ alfabeto (a ogni segno corrisponde una vocale o una consonante)
➝ alfabeto sillabico (ogni segno rappresenta una sillaba, come nei katakana e hiragana giapponesi)
➝ alfabeto consonantico (o abjad, in cui ogni segno rappresenta una consonante, come nell’alfabeto arabo; le vocali sono eventualmente indicate con segni diacritici)
➝ alfabeto alfasillabico (o abugida, in cui i segni rappresentano consonanti, i simboli di base, il cui aspetto subisce alcune modifiche a seconda della vocale a cui sono uniti, come nel devanāgarī usato per scrivere il sanscrito).
L’unico alfabeto europeo incluso nell’atlante è il glagolitico, l’alfabeto slavo creato IX secolo e in seguito sostituito dall’alfabeto cirillico.
Sui sistemi di scrittura, vedi anche:
• Lingue artificiali: Blissymbolics (un sistema logografico)
• “Dacci un segno” a Radio3 Scienza (con mio intervento)
• Emoji, tra segni, gesti e sistemi di scrittura
John Dunn:
Il glagolitico viene ancora usato (o veniva usato fino a qualche decennio fa) da alcune comunità dell’Istria e della Croazia occidentale per i loro testi liturgici.