In occasione della Giornata mondiale senza tabacco (31 maggio) la Fondazione Veronesi rilancia No smoking be happy, un progetto di lotta contro il fumo nato nel 2008.
È un tipico esempio di inglese farlocco: brevi comunicazioni o nomi pensati da italiani per italiani, scritti in inglese poco idiomatico o addirittura errato ma comprensibile anche da chi ha solo conoscenze rudimentali della lingua.
Tutti (o quasi) riconoscono il divieto no smoking e la canzone Don’t Worry, Be Happy di Bobby McFerrin e capiscono subito il messaggio, che quindi è efficace per un pubblico italiano non molto sofisticato.
Parallelismo
In inglese invece lo slogan non funziona e non è memorabile perché è una combinazione di parole a cui manca coesione strutturale.
I due sintagmi non hanno nulla in comune: no smoking è un sintagma nominale, formato dal determinante no e da un sostantivo nella formulazione tipica dei divieti, mentre be happy è un sintagma verbale che non ha accordo con il sintagma che lo precede: in inglese la potenziale felicità non risulta direttamente associata al non fumare.
In questo tipo di esortazioni ci si aspetterebbe invece un parallelismo (o isocolo o parisosi), la figura retorica che consiste in due o più elementi dello stesso tipo disposti simmetricamente all’interno dell’enunciato. Potrebbe essere ottenuto in vari modi, ad esempio:
don’t smoke, be happy – due sintagmi verbali con lo stesso soggetto e lo stesso modo, l’imperativo, e con un richiamo più esplicito alla canzone;
no smoking, no xxxing – due sintagmi nominali con la stessa struttura (ora però non riesco a farmi venire in mente un secondo sostantivo che preceduto da no trasmetta un messaggio positivo).
Nelle lingue occidentali il parallelismo è una delle figure retoriche più comuni e facilmente realizzabili, non solo a livello grammaticale e sintattico ma anche lessicale e prosodico. Qualche esempio in inglese: like father, like son; easy come, easy go; what you see is what you get; give me liberty, or give me death, no pain, no gain; to know her is to love her.
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Vedi anche: Sicurezza stradale in Italia: Young & Road per un altro esempio di coesione strutturale mancata e Gattini pucciosi, alieni e cataloghi IKEA! per un esempio invece efficace di parallelismo.
Grazie a @ilrere per lo spunto
Federico:
No smoking, no dying? 😂
Forse un po’ estremo…
Bella la raccolta finale di parallelismi, ci si potrebbe fare una canzone!
mario:
No smoking be casual, è scorretto?
Mauro:
Devo essere sincero, pur essendo italiano se avessi visto lo slogan senza leggere il tuo articolo non avrei capito cosa volesse dire. Le avrei trovate parole senza senso.
Valentina:
Sembrano parole estratte a caso. eppure agenzie e responsabili della comunicazione dovrebbero avere un minimo di conoscenza della lingua inglese.
fa rabbia perché tanta sciatteria sminuisce il messaggio che invece è fondamentale per la diffusione di comportamenti sani.
Flavia:
Per salvare capra e cavoli, potevano scrivere NO SMOKING (come appare nei cartelli di divieto di fumo) : Be happy !
NO SMOKING : Be happy ! 😀