Tra le nuove funzionalità di iPhoneX (“ten”) presentate ieri da Apple ci sono le Animoji, emoji 3D animate che grazie alla scansione del proprio volto e alla rielaborazione dei suoi movimenti sono personalizzate con le proprie espressioni e la propria voce.
Per il momento sono disponibili 12 Animoji, condivisibili solo con l’app iMessage: alieno, gatto, pollo, cane, volpe, scimmia, panda, maiale, cacca, coniglio, robot e unicorno.
Non solo neologismo ma anche internazionalismo
Animoji è una parola macedonia formata dalla fusione di animated + emoji. Conferma che il nipponismo emoji è ormai una parola inglese a tutti gli effetti e nelle neoformazioni si può ignorare la composizione e l’etimologia della parola originale giapponese, che combina e “immagine” e moji “lettera, carattere”.
Animoji è una parola che funziona anche globalmente perché emoji è già un internazionalismo e l’elemento anim- è una radice comune a diverse lingue europee o è comunque riconoscibile da chi ha familiarità con parole inglesi come animated e animation.
Alcune delle caratteristiche di animoji che la rendono una parola molto efficace anche in italiano e in altre lingue europee:
• trasparenza: significato e composizione facilmente riconoscibili
• conformità: rispetta le regole fono-morfologiche dell’italiano
• eufonia: suona gradevole ed è semplice da pronunciare
• memorabilità: è facile da ricordare
• unicità: non si confonde con parole già esistenti
Un precursore: animoticon
Conosco bene queste caratteristiche perché una decina di anni fa, quando ero terminologa di Microsoft, avevano orientato la decisione di creare ad hoc il neologismo animoticon (animated + emoticon) per le versioni italiane di Live Messenger (MSN). Animoticon dava il nome alla funzionalità che invece in inglese si chiamava wink e che ho descritto in Parola macedonia: animoticon.
.
Vedi anche: Da emoticon a emoji (origine, evoluzione e differenze)
Nuovo: nei commenti animoji karaoke.
Immagini: Apple via fastcodesign e The Verge
Aggiornamento 2018 – Apple ha introdotto le memoji (da me+emoji), nuove emoji 3D animate del tutto personalizzate perché sono modellate sul proprio volto.
zop:
Rimane il problema del sesso di parole come queste, nell’adottarle senza adattarle nella nostra lingua. Vedo che le riporti al femminile, qualche anno fa il genere di emoticon o emoji era stato trattatato da Vera Gheno in un pezzo sul sito dell’Accademia della Crusca
(http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/faccine-emoticon-smiley-emoji-maschili-femmi) che propendeva per il femminile. Devoto Oli e Zingarelli 2017 però hanno dichiarato maschili gli emoji e femminili le emoticon.
Licia:
@zop, il post del Vedi anche, Da emoticon a emoji, prende spunto proprio dalla consulenza dell’Accademia della Crusca sul genere di emoji! 😉
L’uso delle emoji è un argomento su cui torno spesso perché mi interessa molto. Quando ho iniziato a parlarne prevaleva il femminile, come per emoticon, ma se continua la tendenza attuale e si imporrà il maschile, mi adeguerò! A proposito di animoji però già ieri avevo notato un aspetto curioso: tra chi ha riportato la notizia prevale il femminile. Verifica veloce appena fatta con Google, restringendo i risultati all’ultima settimana: le occorrenze totali di le animoji e delle animoji sono circa un migliaio, di gli animoji e degli animoji invece 130.
Bisognerà però vedere cosa preferiscono gli utenti. Non so a chi è rivolta questa funzionalità ma se si tratta di appassionati di Harry Potter, chissà se verrà fatta qualche associazione agli Animagi?
Qui sul blog ho fatto riferimento più volte anche al genere dei forestierismi, questione che si riassume in poche parole: non esiste una regola!
Licia:
alle caratteristiche che rendono animoji una parola efficace si può aggiungere la produttività? A quanto pare sì, perlomeno a giudicare dalla nuova locuzione animoji karaoke! 😉
Attenzione: se premete il tasto vi verranno installati cookie di terze parti, siete avvisati!
Animoji karaoke è una parola d’autore perché si sa chi l’ha inventata, il giornalista Harry McCracken.