L’ambiguità di orange juice nella vignetta di Moderately Confused mi ha ricordato un dettaglio da un articolo sui colori che ho letto di recente: prima che in Europa arrivassero le arance dall’Asia, in inglese (e in altre lingue europee) non c’era un nome per il colore arancio (o arancione), che veniva identificato facendo riferimento al rosso e al giallo.
Ne parla Do You See What I See?, un’analisi di diversi punti di vista e nuovi contributi al dibattito su relatività linguistica e percezione dei colori. È noto che culture e lingue diverse identificano e descrivono i colori in modo diverso e tra queste ce ne sono alcune che non hanno il concetto astratto di colore e/o cromonimi (nomi per i colori) ma usano similitudini, ad es. “come il sangue” per il rosso.
11 colori di base, anzi 12!
Se si considerano gli 11 colori di base nelle principali lingue europee elencati dall’articolo – nero, bianco, rosso, giallo, verde, blu, grigio, viola, rosa, marrone, arancio – si può notare che in italiano ben quattro hanno lo stesso nome di un oggetto caratteristico di quel colore. Sono parole antiche: viola, rosa e marrone sono di origine preindoeuropea, mentre arancio ci arriva dal sanscrito attraverso il persiano e l’arabo.
Per l’italiano aggiungerei un dodicesimo colore di base all’elenco: l’azzurro, che invece manca alle altre lingue europee occidentali. Ho già descritto questa peculiarità in #TheDress: era proprio blu? e ci può aiutare a capire la presenza di indaco nell’arcobaleno, un nome di colore che raramente usiamo in altri contesti.
I 7 colori dell’arcobaleno
Do You See What I See? ricorda che è stato Isaac Newton nel XVII secolo a decidere che i colori dell’iride fossero sette, numero simbolico della natura per gli antichi greci, e li ha identificati come red, orange, yellow, green, blue, indigo e violet. Anche in inglese indigo* è un nome di colore che risulta poco familiare ma pare che Newton l’abbia scelto, arbitrariamente, perché altrimenti la lingua inglese non gli consentiva di distinguere con singole parole tra blu, che quindi ha chiamato indigo, e il più chiaro azzurro, che in inglese è blue.
I colori dell’iride in italiano sono rosso, arancio, giallo, verde, blu, indaco e violetto, un palese calco della sequenza inglese. Avrebbe più senso se gli ultimi tre colori fossero azzurro, blu e viola ma ormai la traduzione letterale fa parte della nostra cultura ed è improponibile qualsiasi modifica!
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Vedi anche: Di tutti i colori: porpora, blu, viola e lilla
Nuovo post: Storie di balene, con l’insolita etimologia di arcobaleno 🐳 ➝ 🌈
Nei commenti qui sotto altri dettagli: il colore turchino, maglie delle nazionali italiane, il principe azzurro, colori di uova in inglese…
* Etimologia di indico / indaco: dal latino Indĭcum (folium), "(foglia) indiana".
.mau.:
per me il colore tra verde e indaco è l’azzurro. Altrimenti la mnemonica RAGVAIV non funzionerebbe 🙂
Watkin:
Che poi ho notato che per alcuni l’azzurro è un sinonimo di celeste (un blu molto chiaro, il colore del riquadro di questi commenti insomma), per altri (a cui appartengo) l’azzurro è un colore intermedio tra il celeste del cielo in una giornata luminosa e il blu scuro del mare, nè troppo chiaro nè troppo scuro (diciamo il colore dell’uccellino di twitter).
Mauro:
Anche per me, da sempre (ho controllato sul sussidiario di quarta elementare, 1968!) nell’iride non c’è il blu, bensì l’azzurro.
Licia:
@.mau., @Mauro, ho provato a fare qualche ricerca: le verifiche con i motori di ricerca non sono troppo attendibili ma indicativamente pare che le occorrenze di blu+indaco in combinazione con iride oppure arcobaleno siano circa il doppio di azzurro+indaco. Non c’è uniformità neanche nei vocabolari di italiano: solo alcuni alla voce iride elencano i colori e tra questi Garzanti, Zingarelli e Dizionario analogico della lingua italiana Zanichelli optano per blu, indaco, mentre Treccani e Devoto-Oli scelgono azzurro, indaco.
@Watkin e non dimentichiamo le differenze di percezione dei colori tra uomini e donne! 😉 Scherzi a parte, è un argomento che terrà impegnati linguisti e antropologi ancora per un bel po’ di tempo.
Daniele A. Gewurz:
Per il poco che vale: anche per me i colori canonici dell’arcobaleno sono RAGVAIV (ma trovo illuminante che “in realtà” siano azzurro, blu e viola: grazie Licia!), e per me, che di calcio ne so meno di una sedia, l’azzurro è però il colore delle magliette di quei signori che giocano a pallone in nazionale.
dasmi:
Scusate, ma l’azzurro è arbitrario. Un punto di riferimento comune (visto l’immaginario collettivo sportivo) potrebbe secondo me essere il colore della maglia nazionale (di calcio e di altri sport). L’azzurro della nazionale è un colore molto più vicino al secondo partendo dal basso, che non al terzo. Il terzo, per me (calabrese) è celeste e in nessun caso “azzurro”. Anche se per mia moglie (veneta) il terzo è comunque azzurro. Non so se nella denominazione dei colori possa entrarci (per l’italiano) anche una variabilità diatopica. È anche vero che c’è il modo di dire nazionale “cielo azzurro” e chiaramente il cielo in una bella giornata non è mai del colore 2 (tranne all’imbrunire), ma più del colore 3. Insomma è un bel problema.
Mauro:
Il Tommaseo (Dizionario dei sinonimi, p. 258, cito dalla edizione napoletana del 1892, disponibile qui: https://archive.org/details/dizionariodeisi00tomm) è molto ricco di spunti sui colori dell’iride tra verde e violetto. (I numeri tra parentesi si riferiscono alle note a piè di pagina, che vi risparmio.) A quanto pare “blu” è visto come un esotismo entrato nell’uso. L’indaco non c’era, al suo posto l’ormai estinto turchino.
1034. Celeste, Glauco, Azzurro, Turchino, Celestino, Cilestro, Cilestrino , Ceruleo, Cerulo, Blu, Azzurrino, Azzurriccio, Azzurrigno, Azzurrognolo. Turchina, Pietra turchina.
Glauco, latinismo rado nella lingua scritta (1).
Il glauco è un celeste verdognolo. Glauco , ai Latini, era il colore dell’uliva, degli occhi di nottola, di leone, di gatto, del mare, dei fiumi (1).
Il celeste è il colore del cielo, il dolce colore d’orientale zaffiro. Occhi di color celeste, diciamo; glauco è più intenso e men puro (2). Occhi celesti esprimono men ardore dei neri; ma indicano forse più fuoco d’affetto? Non so.
Celestino è un bel celeste, un celeste modesto. Non si direbbe: occhi celestini, ma un vestito piuttosto (3).
Cilestro e cilestrino non sono dell’uso odierno (4). Il Bocccacio [sic] dà la differenza tra azzurro e cilestro : «La luce aveva già l’ottavo cielo d’azzurrino in color cilestro mutato.»
Ceruleo, il color del mare, degli occhi ; ed è meno inusitato di glauco. Diciamo carta cerulea, quella che in altri dialetti perlina, azzurra; color ceruleo, d’una inverniciatura, o simile (5).
Cerulo, dice Frontone, è il color naturale, ceruleo, l’artefatto. In questa distinzione, ch’è falsa, e per altro parte di vero; chè cerula non si direbbe la carta, ma ceruli gli occhi, nel verso (se pur questa voce è serbata a qualche uso); non cerula una veste (6), ma cerula l’acqua di un fonte (7).
Il turchino e più cupo dell’azzurro, del ceruleo, del celeste, ha l’approssimativo turchiniccio (8), ma la pietra detta turchina è più chiara d’altri turchini. La preziosa è da anelli o altri ornamenti, sostantivo assoluto, turchina; poi pietra turchina, a uso de’ tintori, il carbonato di rame, e pietra turchina, a uso de’ chirurghi, un caustico men forte della pietra infernale.
L’azzurro può essere talvolta tutt’uno col turchino, ma può essere assai più chiaro, e dirsi del cielo, degli occhi. Ma il cielo azzurro è men chiaro del dolce color celeste; e così gli occhi azzurri.
Il turchino ha più gradi, un de’ quali il blu, ch’è un turchino più fine e tendente al bruno: suono esotico come dorè e tanè: ma per ora non se ne può fare senza.
Azzurrino, azzurro chiaro e gentile; azzurriccio, che tira all’azzurro; azzurrigno, alquanto azzurro non pieno e non bello. I più comuni sono azzurrigno e azzurrognolo. Occhi azzurrognoli non si direbbe; ma, nubi, piuttosto; azzurrini occhi o vesti (9).
Licia:
@Mauro, GRAZIE per tutti questi dettagli interessantissimi, in particolare il riferimento al turchino (la Fata Turchina! Pinocchio è del 1881). A questo punto mi piacerebbe capire quando indaco è entrato stabilmente tra i sette colori dell’arcobaleno e per avere un altro riferimento ho consultato varie voci dell’Enciclopedia Treccani (volumi cartacei usciti tra il 1929 e il 1933). Non ho trovato l’elenco dei sette colori, però alla voce arcobaleno in una frase c’è proprio un riferimento al turchino: “alcuni colori, più spesso il turchino e il violetto, possono essere ripetuti, formandosi in tal modo archi spurî”. La voce indaco è lunga quasi cinque pagine ma non c’è nessun riferimento all’arcobaleno o allo spettro, solo alla sostanza colorante.
@Daniele e @dasmi, ci sono molti studi sui nomi dei colori, anche per stabilire quali sono i fattori che condizionano il passaggio da un colore e l’altro. Un libro che ne parla dettagliatamente è Through the Language Glass. Why the World Looks DIfferent in Other Languages di Guy Deutscher: è dedicato in buona parte a lingue e colori e c’è anche la traduzione italiana La lingua colora il mondo. Come le parole deformano la realtà.
Per l’italiano sicuramente c’è già chi ha analizzato il punto di demarcazione tra azzurro e blu e che tipo di variazioni intervengano (diatopiche ma anche diastratiche, ad es. età, genere e livello di istruzione). Non sono a conoscenza di studi specifici ma immagino venga usata una scala come quella che avevo già riportato in #TheDress: era proprio blu?:
Fonte: Russian blues reveal effects of language on color discrimination (il russo come l’italiano ha due cromonimi, “goluboy” e “siniy”).
Le percezioni possono essere molto soggettive, ad es. per me il blu inizia più o meno su 16 o 17, perlomeno sul monitor del mio computer, mentre descriverei 01 e 02 come celeste. Ma se è un colore meno brillante per me è azzurrino, come questi due esempi:
Ho anche consultato il Dizionario dei colori Zanichelli che descrive 230 colori composti in quadricomia (CMYK: ciano, magenta, giallo e nero). Gli autori hanno scelto questi nomi e questi valori:
Argomento affascinante e anche un grosso grattacapo per chi deve localizzare nomi di colori non standard!
Andrea:
Non confondiamo la maglia della nazionale italiana di calcio con l’azzurro: quella maglia è blu.
Si chiamano “azzurri” e la maglia viene definita “azzurra” solo come reminiscenza delle divise fasciste con cui nacque quel colore, che era molto chiaro.
Oggi ad esempio la divisa della nazionale di rugby indica chiaramente quale sia il colore “azzurro” inteso per le nazionali sportive italiane: http://www.soccerstyle24.it/wp-content/uploads/2014/12/italia-rugby-2015.jpg
Michele:
Sulla stessa scia: la macabra moda del Blue Whale tradotto come “Balena Blu”. Esempio dall’articolo del Messagero: “Il gioco, infatti, invita i partecipanti ad affrontare alcune prove come guardare film dell’orrore per un’intera giornata, disegnare una balena blu (blue whale, appunto)…” con tanto di foto che mostra come la balena vada incisa sulla pelle e dunque sia rossa di sangue, ma è una balenottera azzurra (blue whale, appunto 😀 ).
Mauro:
@Andrea
Si chiamano “azzurri” e la maglia viene definita “azzurra” solo come reminiscenza delle divise fasciste con cui nacque quel colore, che era molto chiaro.
La maglia era già azzurra prima dell’avvento del fascismo.
Dopo l’esordio in maglia bianca venne adottato l’azzuro in quanto colore dei Savoia.
Marco[n]:
La maglia della nazionale è azzurra, non blu. E il colore, come ricorda Mauro, è dovuto ai Savoia ed era quello attuale fin dall’origine. E’ peraltro lo stesso colore usato per la fascia sulle uniformi dell’esercito italiano: http://www.esercito.difesa.it/storia/pagine/la-sciarpa-azzurra.aspx
Licia:
@Michele, grazie per aver ricordato che il cetaceo blue whale – Balaenoptera musculus (Linnaeus, 1758) – si chiama balenottera azzurra in italiano.
@Andrea, @Mauro, @Marco[n] non entro in merito al dibattito sulle divise sportive ma aggiungo che in italiano diciamo principe azzurro proprio per il colore dei Savoia (in inglese invece si dice Prince Charming, calco del francese Prince Charmant. Lo spagnolo príncipe azul farebbe invece riferimento all’espressione sangre azul).
Licia:
Aggiungo un esempio da un articolo sui colori registrati per uso commerciale (“marchi di colore”) che sicuramente ha come fonte testi americani. Chi ha tradotto probabilmente non è consapevole che in inglese blue è un colore chiaro (come quello del nontiscordardimé) e non ha riconosciuto una differenza geografico-culturale:
In America robin è un uccello diverso dal pettirosso che siamo abituati a vedere in Europa. L’avevo spiegato in Simboli natalizi nordeuropei: il pettirosso:
Negli Stati Uniti il pettirosso non è associato al Natale ma è un simbolo della primavera. L’uccello che gli americani chiamano robin appartiene infatti a un’altra specie, Turdus migratorious, che ha aspetto e comportamento diversi dal pettirosso europeo, Erithacus rubecola. Le uova del pettirosso americano si distinguono inoltre per un colore turchese intenso noto come Robin Egg Blue (#00CCCC).
Le uova del pettirosso europeo sono invece biancastre.
In inglese c’è un altro colore blue identificato dalle uova di un uccello: duck egg blue Duck Egg Blue (#C0F0F0), un celeste che vira al grigio come molte uova di anatra. Esempi da una ricerca per immagini:
Nuovo post: Il colore della Nemophila menziesii, con l’esempio del colore baby blue.