Avete sentito parlare di Spring Storm, un fenomeno meteo con repentino abbassamento delle temperature che sta colpendo l’Italia in queste giornate primaverili?
È una trovata del solito sito di previsioni meteo che rinomina gli eventi meteorologici con nomi inglesi usati ad effetto ma quasi sempre a sproposito. Anche in questo caso non è stato usato un termine specialistico ma una locuzione del lessico comune: spring storm vuol dire genericamente intensa perturbazione primaverile.
L’itanglese meteorologico del sito meteo è una strategia di marketing efficace: trova sempre grande risonanza nei media, che lo rilanciano senza farsi troppe domande, spesso indecisi se si tratti di nomi propri o comuni, con grande confusione tra maschile e femminile, uso di articoli e di maiuscole. L’unica certezza è che così dimostrano una conoscenza dell’inglese piuttosto limitata.
Risorse terminologiche in inglese
Suggerirei alle redazioni dei media di fare una verifica veloce dei presunti termini inglesi prima di diffonderli ulteriormente. Due risorse utili, nessuna delle quali contiene spring storm:
- METEOTERM, database terminologico multilingue dell’Organizzazione meteorologica mondiale (in inglese e nelle altre lingue ufficiali dell’ONU);
- Glossary of Meteorology, compilato dall’American Meteorological Society con oltre 10000 termini e definizioni in inglese.
Nomi di cicloni extratropicali
Anche i nomi propri possono essere verificati facilmente.
Dal 2015 in Europa viene dato un nome proprio ai cicloni extratropicali di particolare intensità che colpiscono le isole britanniche ed eventualmente il resto dell’Europa e che causano allerta meteo di criticità moderata (codice arancione) o elevata (codice rosso). Vengono usati nomi propri femminili e maschili, in alternanza, assegnati da Met Office (UK) e Met Éireann (Irlanda) – a cui in seguito si è aggiunto KNMI (Paesi Bassi) – da un elenco di nomi disponibili: dettagli in UK Storm Centre.
La tabella elenca i nomi per l’inverno 2016-2017. L’ultimo usato è stato Ewan che ha colpito l’Irlanda il 26 febbraio 2017:
Il sistema di nomi propri è modellato su quello per i cicloni tropicali dell’Atlantico settentrionale gestito dal National Hurricane Center statunitense e non vengono assegnati nomi per le lettere Q, U, X, Y e Z. Se un ciclone “americano” si sposta verso l’Europa, non viene ridenominato ma mantiene il nome originale.
Se il nome itanglese usato dal famigerato sito meteo italiano non appare nelle raccolte terminologiche in lingua inglese o nell’elenco dei cicloni extratropicali europei, si tratta quasi sicuramente di un anglicismo superfluo usato in modo arbitrario per farsi pubblicità e che secondo me non andrebbe diffuso ulteriormente dai media.
Altri esempi di itanglese meteorologico ingiustificato e spesso farlocco di cui si sono infatuati i media italiani:
♦ HOT STORM, atmosfere bollenti!
♦ Da dove arriva STORM LINE?
♦ Ci mancava proprio Summer Storm!
♦ Dai flash flood alle bombe d’acqua.
♦ Anglicismo della settimana: flash storm
♦ Big Snow
♦ Ma l’Alpine Plume cos’è?
♦ Arriva il fantomatico Blizzard!
Vedi anche: Cicloni, tifoni e uragani (differenze lessicali).
Grazie a Enrico Giai per lo spunto