Agosto, tempo di letture, anche un po’ più corpose, come possono essere alcuni romanzi di David Mitchell, uno degli autori inglesi contemporanei che apprezzo di più. Ho raccolto alcuni riferimenti recenti che ho trovato interessanti.
Lo scorso maggio è uscito il nuovo romanzo, The Thousand Autumns of Jacob de Zoet*. In attesa di leggerlo, mi è piaciuta molto un’intervista alla radio americana npr, ascoltabile qui, in cui Mitchell legge un brano dal suo libro, ne descrive l’ambientazione, spiega perché ha scritto un romanzo storico, racconta le difficoltà incontrate per rendere il linguaggio di personaggi del XVIII secolo, discute il suo ruolo di scrittore e infine parla della sua balbuzie e di cosa ha significato per lui, riprendendo alcuni elementi di Black Swan Green.
Oltre all’intera intervista, di una ventina di minuti, nel sito npr si può trovare un sunto, un estratto del primo capitolo del romanzo e una recensione.
Ultimamente è stata confermata la notizia che si farà un film tratto da Cloud Atlas. Mi domando se e come riusciranno a rendere sullo schermo una storia cosi particolare, ad incastri, che funziona in gran parte anche grazie alla collaborazione del lettore…
E sempre a proposito di Cloud Atlas, un paio di mesi fa in The Guardian c’era una serie di articoli che lo discutevano (qui, qui e qui), piacevoli da leggere per chi, come me, aveva trovato il romanzo davvero “unputdownable”.
Infine, di nuovo in The Guardian, due giorni fa è stato pubblicato il racconto Muggins Here (non mi ha convinta del tutto; mi è piaciuto di più quello dell’anno scorso, The Massive Rat).
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* La traduzione italiana, I mille autunni di Jacob De Zoet, uscirà il mese prossimo; anche gli altri romanzi sono disponibili in italiano e ho notato che due titoli si discostano parecchio dall’originale: Ghostwritten è diventato Nove gradi di libertà e Black Swan Green è stato tradotto A casa di Dio. E con Sogno numero 9 forse inevitabile perdere il riferimento alla canzone di John Lennon, #9 Dream?
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