Post pubblicato il 5 agosto 2008 in blogs.technet.com/terminologia
Nel centro direzionale dove lavoro è stato sostituito il Bancomat. Il nuovo modello ha un’interfaccia coloratissima corredata da fastidiosi segnali sonori. Lo confesso: ogni volta che lo uso entro in modalità deformazione professionale.
In una delle prime schermate appare questa istruzione:
Premi il tasto CONFERMA per proseguire.
Sullo schermo, però, non c’è nessun tasto CONFERMA. Allora si guarda tra i pulsanti a lato, e poi sul tastierino, ma neanche lì c’è.
Un attimo di perplessità, poi si prova con il tasto ESEGUI e la transazione può proseguire.
Però… anche se in definitiva sono bastati pochi secondi e la seconda volta non ci si casca più, rimane una sensazione sgradevole, quella di avere a che fare con un prodotto realizzato con poca attenzione a chi lo deve utilizzare.
È un esempio banale e che forse dà fastidio solo a me, ma non ho potuto evitare un’ovvia considerazione: se ci sono altri momenti di esitazione e si sommano i secondi, ma soprattutto se l’ignaro utente non ha familiarità con la tecnologia e non si rende conto che CONFERMA ed ESEGUI sono solo due etichette diverse per lo stesso concetto, ecco che ne risentono la curva di apprendimento e l’usabilità.
Vedi anche: Che cosa si deve premere? per un altro esempio di incongruenze che peggiorano l’usabilità di un prodotto.
Aggiornamento 20 ottobre 2009 – Il Portale Treccani ha un bell’articolo sull’origine del termine bancomat.
Terminologia etc. – Usabilità e istruzioni:
[…] Il concetto di usabilità si applica solo all’interazione uomo-strumento (macchinari, software, siti Web, ecc.) o anche a molto più banali istruzioni? […]