È appena uscita l’ottava edizione del dizionario multilingue di parole nuove, a cura dell’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea e disponibile in versione inglese e francese.
Contiene 512 parole dalle 24 lingue ufficiali dell’Ue, in numero variabile per lingua, ad es. 30 voci per l’italiano ma 94 per il polacco. Per ciascuna parola è indicata la pronuncia, in alcuni casi registro e/o ambito d’uso, quindi definizione ed esempio d’uso nella lingua della parola, seguiti poi da definizione o parole equivalenti in inglese o in francese, a seconda della versione.
Il formato del dizionarietto è insolito perché le parole non sono raggruppate per lingua ma appaiono in ordine alfabetico, e si possono così trovare una dopo l’altra voci in alfabeti diversi. Esempio con le parole menučko in slovacco, μεταπανδημικός in greco, metaverso in italiano e метавселена in bulgaro:
Per vedere l’elenco di parole per ciascuna lingua bisogna ricorrere agli indici alla fine della pubblicazione e poi cercare individualmente ciascuna parola, oppure passare da una parola all’altra facendo una ricerca con il codice della lingua seguito dai due punti (per l’italiano it:).
Purtroppo non viene spiegato quale criterio di selezione delle parole è stato usato e le finalità di questa raccolta. L’unica informazione è che si tratta di neologismi scoperti e segnalati dai traduttori delle 24 unità linguistiche del Parlamento europeo e che le parole riguardano all possible aspects of life.
Ma forse è proprio questa vaghezza che rende divertente sfogliare il dizionarietto e, per le lingue conosciute, cercare di immaginare perché è stata data priorità proprio a quelle parole e non ad altri neologismi.
Le 30 parole italiane
Per l’italiano sono state scelte queste parole:
abilismo, algocrazia, aridificazione, cancellazionismo, climaticida, cörsivœ, DAD, dantedì, esterometro, fluido/a, ghostare, infodemia, instagrammabile, metaverso, misinformazione, nomade digitale, nomofobia, non binario, odiatore seriale, permacrisi, poliamore, policrisi, post-verità, rientro dei cervelli, sindemia, smart working, tamponare, terrapiattista, troppia, vocale
[i link rimandano a miei post in tema]
Di questo elenco non conoscevo esterometro, “adempimento fiscale che prevede l’obbligo di comunicare telematicamente all’Agenzia delle Entrate i dati relativi alle operazioni transfrontaliere” (presumo sia un concetto familiare agli italiani che lavorano nelle istituzioni europee) e troppia, “relazione stabile fra tre persone”, parola modellata sull’inglese throuple e a cui è dedicata anche un’illustrazione.
Anglicisms everywhere!
Nell’elenco di parole italiane ci sono vari altri calchi dall’inglese. Se si dà un’occhiata agli elenchi di parole di altre lingue, anche se non conosciute, si riescono a riconoscere parecchi anglicismi adattati.
Ad esempio, hanno alla base l’inglese troll le voci trola (romeno), troldehær (danese), tròlinti (lituano), trollować (polacco), trollí farma (ceco); nell’edizione precedente del dizionario si trovano anche trollata (finlandese) e trollēt (lettone), senza contare le numerose parole correlate che non sono state incluse, come ad es. l’italiano trollare e lo spagnolo trolear.
Tra le voci spagnole del dizionarietto si nota lo pseudoanglicismo balconing, in cui ritroviamo un meccanismo ricorrente anche in italiano e in francese: la creazione di neoformazioni ibride con l’aggiunta del suffisso inglese –ing a parole del proprio lessico.
(balconing: in località turistiche frequentate dai giovani, la pratica di buttarsi dal balconi degli alberghi in preda agli effetti di alcool o stupefacenti)
Il dizionarietto non è un campione rappresentativo – il numero di voci è ridotto e non sono noti i criteri con cui è stato compilato – ma è comunque innegabile che l’influenza dell’inglese è un fenomeno che si riscontra nella maggior parte delle lingue europee, anche in quelle che articoli superficiali dei media e proposte di legge poco informate indicano come modelli virtuosi di resistenza alle interferenze esterne.
Parlamento europeo, Multilingual dictionary of new words: eighth edition, Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2024, data.europa.eu/doi/10.2861/008813
PS Mi sono divertita a dare un’occhiata alle parole maltesi, anche se non conosco nulla della lingua, e mi pare di vedere lo zampino dell’italiano nella parola per la persona che turba l’allegria o la serenità di una festa, condizionando l’umore di tutti: fottifesti.
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fottifesti non è male, in effetti.
Mi chiedevo però l’utilità di compilare un vocabolarietto e non un dizionarietto. Capisco che la resa in 24 lingue non è banale, ma almeno alcuni termini potrebbero esserci in più lingue…
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In effetti si fa fatica a capire che vuoto vorrebbe essere colmato da questo dizionarietto, visto che non vengono specificate le finalità. In inglese mi viene in mente l’espressione vanity project, però è già all’ottava edizione aggiornata, e facendo un rapido confronto con le versioni precedenti rimane un altro dubbio: con che criterio vengono mantenute alcune parole ed eliminate invece altre? E, come fai notare anche tu, perché non includere per tutte le lingue quelli che sono palesemente internazionalismi e che qui invece sono considerati solo singolarmente?
Però per chi ha curiosità per le parole è sicuramente piacevole curiosare tra le voci, confrontare le definizioni, cercare di indovinare il significato nelle lingue non note ecc., quindi sono sicura che non solo io ma anche altri scaricheranno il volumetto per darci un’occhiata e magari imparare qualche parola nuova.
Sulla tua distinzione “compilare un vocabolarietto e non un dizionarietto”, cito Valeria Della Valle dall’introduzione a Dizionari italiani: storia, tipi, struttura (seconda edizione):
[…] per cominciare proprio dall’inizio, mi porrò la prima domanda che tutti fanno quando si parla di opere di questo tipo: “Vocabolario e dizionario sono la stessa cosa?”; “Quando bisogna usare il termine vocabolario, e quando il termine dizionario?” I termini dizionario e vocabolario possono essere utilizzati, in molti casi, come sinonimi. Possiamo ricorrere, infatti, all’uno o all’altro, indifferentemente, per indicare l’opera che raccoglie in ordine alfabetico le parole di una determinata lingua o di più lingue (un dizionario o un vocabolario tascabile; un dizionario o un vocabolario della lingua italiana; un dizionario o un vocabolario italiano-francese; un dizionario o un vocabolario bilingue).
PS in maltese ci sono anche bomba, che esprime forte apprezzamento, e patata, che a quanto pare significa distrutto, stordito, “probabilmente a causa di una serata di bevute sfrenate”. La parola impjegatur invece significa datore di lavoro.
In danese mi ha colpita perronpizza: vomiting due to drunkenness in a public space, typically a railway station, on the way home from a night on the town (< perron + pizza = platform + pizza)