Parole dell’anno 2024, al di là dell’inglese

Immagine con parole dell’anno 2024 in inglese: manifest, brat, brain rot, demure
Immagine: dettagli di annunci di Word of the Year da Cambridge Dictionary, Collins Dictionary e Dictionary.com

Come ogni anno, anche alla fine del 2024 i media italiani hanno dato spazio alle word of the year annunciate da dizionari, media o altre istituzioni del mondo anglofono. Immancabili anche i fraintendimenti sui diversi criteri di scelta delle parole, come già descritto in Cos’è una “parola dell’anno” e come viene scelta.

Mi pare però che stavolta ci sia una novità: mai come quest’anno le parole inglesi del 2024 appaiono in gran parte irrilevanti per il lessico italiano, oppure sono indicative di fenomeni passeggeri o di nicchia (dettagli più sotto). Ho l’impressione che questo abbia in parte spiazzato chi invece avrebbe voluto descrivere neologismi di grande impatto e destinati a entrare nell’uso comune.  

Dalle parole dell’anno ci si aspetta infatti che siano particolarmente significative e simboliche dell’anno appena trascorso. Non per forza però devono essere nuove o esprimere nuovi concetti. Lo esemplifica efficacemente Le parole più usate nel web nel 2024 tra IA, guerra e meteo, un’analisi della linguista Stefania Spina specifica per l’italiano.

Parole rappresentative del 2024 in italiano

Spina ha usato gli strumenti e i metodi della linguistica del corpora per estrarre “parole chiave” (keyword) salienti per il 2024, ossia parole che nel web rispetto ai due anni precedenti hanno avuto una frequenza d’uso maggiore, misurata attraverso un indice cosiddetto di keyness.

Spina ha riscontrato che la parola di chiave del 2024 con l’indice di keyness più alto è IA generativa, a conferma della rilevanza e dell’interesse per l’intelligenza artificiale. Altre parole chiave in tema sono LLM e prompt.

L’intensificarsi di eventi atmosferici estremi si riflette invece in parole chiave legate a fenomeni meteo come precipitazioni, perturbazioni, pioggia intensa, e ai rischi per l’incolumità delle persone come allerta arancione / rossa. In tema, la locuzione correlata allerta meteo appare tra le tre parole svizzere dell’anno 2024 per l’italiano (le altre due sono non binario e nomofobia).

Nella politica le parole chiave rappresentative degli eventi che più hanno fatto discutere nel 2024 sono premierato (seconda parola chiave del 2024 dopo IA generativa), dossieraggio, ultradestra, autonomia differenziata, terzo mandato e campo largo.

Nella cronaca associata ai fenomeni sociali è emersa la parola pandoro, non in senso strettamente natalizio ma legata allo scandalo Ferragni, anche in espressioni come pandoro-gate e pandoro brandizzato. Notevole frequenza anche per gli anglicismi overtourism (è prevalso sull’alternativa italiana iperturismo che aveva ricevuto visibilità nel 2023) e woke (ricorrente nei social, ma sarei curiosa di sapere quanti tra coloro che lo usano nel senso denigratorio ora prevalente saprebbero darne una definizione!).

Spina ha individuato varie altre parole chiave legate ad altri temi che trovate in Le parole più usate nel web nel 2024 tra IA, guerra e meteo.

Non è invece tra le parole più usate ma è un neologismo della politica ricorrente nel 2024 amichettismo, il comportamento di chi, generalmente da una posizione di potere e di prestigio, favorisce i propri seguaci. È una parola ironica che sfrutta abilmente i suffissi dell’italiano e che ha già avuto un’evoluzione d’uso, come descritto in “Amichettismo” è un termine nuovo per esprimere un vecchio concetto (Il Post). 

Come osservazione soggettiva aggiungo pezzotto, che non è affatto una parola nuova o particolarmente rilevante ma che io ho scoperto solo recentemente grazie a una presenza costante nei media: fino a qualche mese fa non sapevo che indicasse un dispositivo pirata per vedere contenuti televisivi altrimenti a pagamento. Ne descrive l’origine A proposito del pezzotto (Accademia della Crusca).

Non mi convince invece molto la scelta di rispetto come parola dell’anno 2024 del Portale Treccani perché non la trovo rappresentativa o simbolica dell’anno appena trascorso, ma mi sembra invece un auspicio per il futuro. 

Parole svedesi del 2024 con novità bolognese!

Titolo: “War and conflict in contrast to the brat lifestyle – the Swedish list of new words 2024”. Immagine di umarell con la didascalia “collage illustrating the 2024 new word umarell. Elderly men with their hands behind their backs follow construction in the public space.”Una notizia divertente sulle parole dell’anno arriva dalla Svezia: tra i neologismi individuati dal Consiglio per la lingua svedese per il 2024 c’è anche il nostro umarell, “uomo anziano che con le mani dietro alla schiena segue le attività nei cantieri di lavoro”.

Umarell, che in italiano al plurale è invariato o ha la forma pseudoinglese umarells (in svedese invece umareller), è una parola di origine bolognese (“ometto”) entrata nel lessico italiano grazie a Danilo Masotti che l’ha associata ironicamente al tipico pensionato che in compagnia di altri come lui controlla, fa domande, critica e dà suggerimenti a chi lavora nei cantieri. Si può quindi considerare una parola d’autore.

L’elenco di neologismi dello svedese include molti anglicismi o calchi dall’inglese, un fenomeno comune a molte lingue europee, e si conclude con un avvertimento su un fraintendimento anche questo comune a più lingue: linguisti e lessicografi non “approvano”, “ufficializzano” o “promuovono” neologismi (e anglicismi) ma li descrivono per facilitarne la comprensione (cfr. Avviso ai lettori dell’Accademia della Crusca). 

Parole inglesi del 2024

Riprendo il riferimento alle parole dell’anno per condividere alcune osservazioni del lessicografo britannico Tony Thorne in The Conversation.

Titolo in inglese: “Most ‘words of the year’ don’t actually tell us about the state of the world – here’s what I’d pick instead”. Sottotitolo: “Words of the year to not have to be new coinages, but may be existing words that seem to have become particularly apposite or resonant”

Thorne rileva che ultimamente per l’inglese la scelta delle parole dell’anno da parte di dizionari e case editrici sembra orientata a individuare lo slang che va per la maggiore e che attira l’attenzione, anziché privilegiare parole effettivamente più rappresentative dell’anno appena trascorso e che hanno probabilità di mantenere rilevanza, come potrebbe essere broligarchy.

Alcuni esempi di parole del 2024 di questo tipo che sono state riprese anche dai media italiani sono brat, demure, brain rot (il “marciume” del cervello causato dall’eccessivo consumo di contenuti online di scarsa qualità, ma anche ciò che lo causa, ad es. AI slop) e il verbo manifest (immaginare ripetutamente qualcosa di positivo che si vuole ottenere, come un mantra, nella convinzione che facendolo sarà più probabile che accada).

Sono però parole del momento, effimere, che non rappresentano veri e propri concetti ma solo sensazioni (vibes!), microtendenze, memi, “estetiche” che esistono solo su TikTok e altri social e sono riconducibili in gran parte alla generazione Z (nati tra la fine del XX secolo e i primi anni del XXI) ma irrilevanti in altri contesti. Una caratteristica comune a risemantizzazioni e neologismi della GenZ è che vengono coniati soprattutto per cercare di farli diventare di tendenza, un fenomeno descritto come trendbait (“acchiappatendenza”), ma che poi vengono anche facilmente abbandonati. Inoltre, l’attenzione mediatica può compromettere la vitalità di nuove parole di origine gergale: è l’“effetto osservatore linguistico”. 

In questo contesto, la rilevanza linguistica di parole inglesi diventa ancora più dubbia se ci si rivolge a un pubblico italiano riproducendo pedissequamente le informazioni scelte per un pubblico anglofono, come ho discusso in Punti di vista: davvero ci interessa demure? 

Un augurio linguistico per il 2025

Le considerazioni finali che avevo fatto su demure sono anche il mio augurio linguistico per i media italiani: nelle notizie sul lessico e altri argomenti linguistici, minore dipendenza dall’inglese e comunque attenzione ai dettagli per evitare imprecisioni e svarioni purtroppo ricorrenti in traduzioni letterali poco ragionate, e maggiore spazio dedicato ad analisi sull’italiano ricavate da esperti con metodologie scientifiche.


Vedi anche: Cos’è una “parola dell’anno” e come viene scelta


2 commenti su “Parole dell’anno 2024, al di là dell’inglese”

  1. .

    Sono d’accordo con Tony Thorne: mi sono accorto che negli ultimi anni le diverse parole ed espressioni scelte dai dizionari anglofoni come ‘word of the year’ sono a me totalmente sconosciute.

    E poi, quando i neologismi passano da una lingua all’altra con grande velocità, come succede adesso, diventa sempre più difficile distinguere anglicismi veri da pseudo-anglicismi. Per esempio, non so se overtourism è coniato in inglese o in un’altra lingua (forse il spagnolo), da dove è arrivato anche in inglese.

    Finalmente si può trovare umarell usato anche in inglese:
    https://www.theguardian.com/commentisfree/2021/jan/25/bringing-my-family-back-to-the-uk-was-a-bad-decision-but-home-has-its-comforts

  2. Licia:

    @John, può essere interessante scorrere la voce Word of the year di Wikipedia, che elenca le scelte anno per anno dei principali dizionari, per confrontare il tipo di scelte e individuare la parole dell’anno che effettivamente sono rimaste nell’uso o di cui ci ricordiamo ancora. Si ha l’impressione che la scelta di parole volutamente effimere ed estranee alla vita “reale” sia aumentata parecchio dopo la pandemia, un evento che inevitabilmente ha condizionato pesantemente anche il lessico del quotidiano.

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