Ho ricevuto varie segnalazioni della pubblicità di una casa di cura di Roma, Ars Medica, che reclamizza i propri servizi con l’infelice gioco di parole HOW ARS YOU?
Stranamente tra le specialità della clinica romana non c’è la proctologia, che è il ramo della medicina che può venire in mente a chi conosce sufficientemente bene l’inglese. Temo infatti sia inevitabile che lo slogan faccia pensare alla parola volgare arse, culo, che in senso figurato è simile a testa di c… (ma è anche un verbo).
How ARS you? è un esempio maldestro di inglese farlocco, pseudoinglese pensato da italiani per italiani che hanno solo conoscenze scolastiche dell’inglese: in questo caso è sufficiente sapere la frase elementare how are you?
In una città come Roma, frequentatissima da persone da tutto il mondo, a quanto pare nessuno si è preoccupato di verificare potenziali associazioni indesiderate del gioco di parole in una lingua diversa dalla propria.
Anche il giornalista Nick Squires, corrispondente da Roma di un noto quotidiano britannico, si è chiesto Did they not think to check?
Il verbo arse
Altri anglofoni hanno reagito più coloritamente ricorrendo all’espressione scurrile can’t be arsed, ad es. can’t be arsed to check. In inglese britannico è un modo volgare molto informale per comunicare che si è restii, maldisposti o poco propensi a fare qualcosa (equivalente non becero: can’t be bothered).
Nell’inglese britannico esistono anche le forme verbali arse around e arse about, che hanno un uso simile al nostro cazzeggiare.
Inglese farlocco imbarazzante
How ARS you? non è certo il primo caso di inglese farlocco con significati inopportuni, e temo che non sarà neppure l’ultimo. Alcuni esempi già descritti: Pedo Park, BIObreak, Exhibitionist Award e Jingle Balls.
Vedi anche:
- Prenoting: inglese farlocco (rappresentativo!) per un altro esempio in ambito medico di uno pseudoanglicismo che può interferire negativamente nella percezione dei servizi offerti
- Inglese fаrlocco spiegato agli anglofoni per altri esempi di pseudoanglicismi usati in nomi di prodotti o di servizi, brevi comunicazioni o slogan palesemente pensati da italiani per italiani ma che in inglese fanno tutt’altro effetto. Prende spunto da un articolo del Financial Times:
(c’è anche l’esempio di cringissimo)
Grazie a @grazianig per lo spunto
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L’avevo notata in giro!
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L’avevo notata anche io in giro e ci ho messo un po’ a capirla probabilmente a causa della mia conoscenza del latino, non riuscivo proprio a collegare “ars” ad “are”.
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🤦🏻♂️
(meglio non dire nulla)
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Non siamo soli!
Produttore di profumi dalla Catalogna ci porta “Scentphony”, si parla di musicalità dei profumi, quindi dovrebbe voler richiamare “Scent Symphony”, non la ben più evidente “Scent Phony”.
https://www.linkedin.com/posts/eurofragance_eurofragance-fragrancehouse-beautyworldme-ugcPost-7257053738387783682-oLU4
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@mav non finiremo mai di stupirci dei nomi di prodotti infelici (per essere gentili)!
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Non ce la posso fare 🤣
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Licia Culò