Breton: “Cara Ursula, ti scrivo…” O no?

Un nuovo esempio della faciloneria con cui molti media italiani affrontano la traduzione:

tweet di Mario Tedeschini-Lalli: Almeno un tg e alcuni siti d’informazione italiani citano la lettera di dimissioni del commissario europeo Thierry Breton che si rivolgerebbe alla presidente Von Der Leyen con il “tu”. Ma il testo pubblico è in inglese e in francese sembra più correttamente tradotto con il “vous”

Contesto: le dimissioni del commissario europeo Thierry Breton presentate alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen con una lettera in inglese che Breton ha reso pubblica. È una comunicazione che avviene in un contesto istituzionale formale: 

immagine della lettera di Breton

In inglese non esiste la distinzione di pronomi allocutivi informali e formali come in italiano, e ci si rivolge a chiunque con you. Non significa però che non esistano modi per esprimere il tipo di relazione tra emittente e ricevente, indicata dai due parametri di simmetria / asimmetria e di confidenza / distanza.

In inglese la formalità si esprime rivolgendosi alle persone con titolo e cognome, o solo con il titolo (ad es. Mrs Harris o Madam Vice President, formali, vs Kamala, informale), e con scelte lessicali e di registro congruenti.

Breton non si rivolge a Ursula von der Leyen per nome ma con Dear President (qui dear non è “cara” ma è la formula di esordio convenzionale nelle lettere, formali e informali). Nella lettera si può notare l’assoluta mancanza di convenevoli e la chiusa con l’asettica formula di saluto formale Sincerely, che ha funzione simile a “cordiali saluti”. Il registro è molto formale e i toni freddi accentuano la distanza tra la posizione di Breton e l’operato di von der Leyen.

Molti media italiani hanno ignorato questi aspetti e hanno deciso di tradurre informalmente la lettera ricorrendo al tu, presumo per un automatismo you tu. Esempio:

A few days ago, in the very final stretch of negotiations on the composition of the future College, you asked France to withdraw my name – for personal reasons that in no instance you have discussed directly with me –  and offered, as a political trade-off, an allegedly more influential portfolio for France in the future College. You will now be proposed a different candidate Pochi giorni fa, nella fase finale dei negoziati sulla composizione del futuro Collegio, hai chiesto alla Francia di ritirare il mio nome, per motivi personali che in nessun caso hai discusso direttamente con me, e hai offerto, come compromesso politico, un portafoglio presumibilmente più influente per la Francia nel futuro Collegio. Ora ti verrà proposto un candidato diverso.

Se si confrontano le notizie in altre lingue, si può vedere che nelle traduzioni sono stati usati i pronomi allocutivi della comunicazione formale: vous in francese, usted in spagnolo, Sie in tedesco ecc.

La traduzione italiana con il tu risulta invece incongruente per il tipo di contesto e le intenzioni comunicative. Tradisce ignoranza dei tratti che contraddistinguono la formalità in inglese ma anche scarsa consapevolezza dei meccanismi linguistici e socio-pragmatici che regolano la comunicazione.

Per un altro esempio in un contesto però interamente italiano, vedi anche: “Firmami la Costituzione”, intima il titolista.


No, in inglese non ci si dà sempre del voi!

Una convinzione errata sull’inglese, spesso acquisita a scuola, è che nel mondo anglofono “tutti si danno del voi” (you) e nessuno usa il tu (thou), riservato a Dio.

La realtà è diversa: nell’inglese contemporaneo si usa lo stesso pronome per la seconda persona singolare e la seconda persona plurale, e non c’è alcuna percezione che sia una forma estrema di cortesia: come appena descritto, in inglese la formalità si esprime in altro modo. Il pronome thou è obsoleto da secoli e l’uso è ristretto ad ambiti religiosi e letterari e a pochi dialetti in cui permangono anche altre forme arcaiche. 

Esistono comunque contesti in cui serve distinguere la seconda persona plurale dalla singolare (solo il pronome riflessivo ha due forme, yourself singolare vs yourselves plurale). Per farlo si può ricorrere a locuzioni come all of you, each of you o se ci si rivolge a due persone both of you, you both, you two ecc.

Nel registro informale di diverse varietà di inglese esistono inoltre pronomi allocutivi alternativi come yous(e), ye, you-all, y’all, you-uns, yins, you guys, you lot. Sono forme plurali che si differenziano tra loro principalmente in variazione diatopica, ad es. youse, formato aggiungendo la -s del plurale, è diffuso in Irlanda e in Australia, y’all nel sud degli Stati Uniti.


A proposito di pronomi inglesi, vedi anche: Cos’è il singular they e come si usa

4 commenti su “Breton: “Cara Ursula, ti scrivo…” O no?”

  1. .

    Una curiosità, su una mia idea che non so se abbia un qualche fondamento.
    In inglese esisteva un “thou” che progressivamente è stato sostituito nell’uso dallo “you” fino a farlo diventare obsoleto.
    Potrebbe essere un processo assimilabile, se diventasse maggioritario, al processo moderno di sostituire il “he/she” con il “they”?

    grazie e complimenti per il blog sempre interessantissimo.

  2. .

    Thou viene ancore usato nel sud dello Yorkshire, anche in alcuni film ambientati in questa regione, p.es. ‘Kes’, ‘Brassed off’ (in italiano ‘Grazie, signora Thatcher’). Youse viene usato anche in Scozia, specie a Glasgow.

    Trovo deprimente, ma anche in un certo senso vergognoso che un commissario europeo francese scrive alla presidente della Commissione in inglese. L’inglese (o meglio l”inglese’) è decisamente approssimativo, ed è chiaro che il commissario esprime le sue idee con una certa difficoltà. Davvero non c’è nessuno nell’ufficio della presidente che sia in grado di tradurre in tedesco un document scritto in francese?

  3. .

    @Andrea, bella domanda ma non saprei rispondere. Mi dicono amici anglofoni con figli giovani che li sentono usare they con estrema naturalezza in riferimento alle persone non binarie delle loro cerchie, probabilmente se un cambiamento ci sarà verrà dalle generazioni per le quali è un uso ormai consolidato.

    @John, va considerato che esiste un’ulteriore varietà di inglese, il cosiddetto Euro-English, la varietà di inglese usata nelle istituzioni dell’Unione europea che ha alcune caratteristiche proprie che non sono presenti nell’inglese standard di Gran Bretagna e Irlanda. Ho chiesto ad alcuni funzionari della Commissione che mi hanno confermato che la lettera risulta comprensibilissima. 😏

  4. ,

    @Licia, grazie della tua risposta. Ma per parafrasare Clemenceau (?), il (lo?) Euro-English sta all’inglese come la musica militare sta alla musica. La lettera è senz’altro comprensibile (‘comprensibilissima’ mi pare esagerato), ma accade spesso che un testo rimane comprensibile anche quando è scritto maldestramente e quando contiene diversi errori. Chi scrive un documento ufficiale ha anche l’obbligo di rispettare la lingua usata, e perciò rimango convinto che non scrivere la sua lettera in francese è stato un errore della parte dell’ex-commissario.

    Sul ‘they’: 20-25 anni fa avevo ogni tanto il compito di scrivere dei regolamenti universitari, e quell’epoca si usava il ‘they neutrale’, ma solo in contesti informali. Quindi non si poteva scrivere: ‘If a student fails to hand in their work on time’. Adesso invece questo mi sembra assolutamente normale.

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