Notiziola su una battuta della regina Elisabetta a un suo dipendente (“you were very rude to me”):
fonte inglese: Daily Mail
Nel mio elenco di falsi amici finora non avevo considerato rude ≠ rude perché è uno degli esempi più noti, tra i primi che si imparano: rude è una parola del lessico di base (livello A2). Eppure il corrispondente da Londra di un noto quotidiano ha dimostrato di non sapere che, riferito al comportamento di una persona
- rude in inglese significa maleducato, scortese, sgarbato, che non conosce le regole del vivere civile (un sinonimo più formale è impolite)
- rude in italiano significa scontroso, brusco, scostante
Non credo che l’esempio riportato sia una svista perché lo stesso giornalista recentemente ha fatto lo stesso errore riportando una descrizione di Donald Trump attribuita alla regina Elisabetta: very rude in inglese, rude in italiano. E non si può neppure incolpare la traduzione automatica: frasi inglesi con al loro interno rude vengono tradotte correttamente con scortese o maleducato.
In inglese rude ha anche altre accezioni. Se usato per descrivere parole, battute, canzoni, gesti, rude significa volgare, osceno (di solito implica riferimenti a sesso o a funzioni corporali).
Rude può anche significare sgradevolmente inaspettato: una collocazione comune è rude awakening, in senso figurato un brusco risveglio.
Il fedele scudiero
Nel titolo si può anche notare che la persona a cui la regina ha rivolto la battuta è descritta come fedele scudiero, parola che in questo contesto appare fuori luogo: nella società cavalleresca medievale denominava un giovane nobile al seguito di un cavaliere con l’incarico di portare lo scudo e le armi e di accudire il cavallo, e nel Rinascimento il dignitario di corte che presiedeva alla cura delle scuderie.
Nel testo originale inglese la parola usata è groom, la persona che in una scuderia si occupa dei cavalli, in italiano stalliere.
Vedi anche: Virgolettati fantasiosi (e “fumosi”)
Grazie a @Stef_Richmond per l’esempio; definizione di scudiero dal Dizionario Sabatini-Coletti
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Ciao Licia, c’è un refuso nel primo paragrafo (Londa)
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@Tommaso grazie, corretto!
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A proposito di utilizzi impropri (se non errati) della lingua inglese da parte di “non madrelingua”, colgo l’occasione di questo commento per riprendere il tema del “singular they”, già oggetto di numerosi interessanti articoli su questo blog.
Recentemente, nella mia attività lavorativa, ho rilevato questa comunicazione, all’interno della quale il “singular they” è stato utilizzato per riferirsi alla PROPRIA AZIENDA DI APPARTENENZA.
Cito testualmente, eliminando ovviamente riferimenti specifici, per motivi di riservatezza:
” Xxxx declare themselves Restricted Participant under this deal due to their internal policies. ”
Secondo il mio modesto parere l’utilizzo del “singular they” , in questo contesto, è errato.
Gradirei il parere dell’autrice.
Grazie
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@Vincenzo, se Xxxx è il nome dell’azienda è un uso del tutto corretto nell’inglese britannico, varietà di riferimento in Europa, perché con i nomi collettivi si usa il verbo plurale (qui declare), e quindi i rilevanti pronomi e aggettivi possessivi, se si intende un insieme di persone: dettagli in Questioni di concordanza. Un esempio: in inglese britannico si può dire sia the BBC is che the BBC are, a seconda che si intenda un’entità unica o un insieme di individui.
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@Licia, @Vincenzo, sono d’accordo con Licia: l’uso di ‘themselves, their’ è corretto, e comunque sia, non si tratta di un singular they. La versione alternativa sarebbe ‘declares itself’ (anche questa possibile, secondo quello che si nasconde sotto l’xxxx). Scorretto, anzi scorrettissimo, invece, è ‘due to’; qui dovrebbe esserci ‘owing to’ oppure ‘because of’ (‘due’ può essere usato solo come aggettivo).
L
Grazie John