Notizie di ginnaste “eccitate”, fate e fairytale

Un falso amico ricorrente nei media italiani, in evidenza nelle notizie sulle medaglie vinte da due ginnaste italiane ai Giochi olimpici di Parigi:

Titolo: Olimpiadi Parigi 2024 Biles si inchina a Alice D’Amato, lei e la Esposito “Esempio per l'Italia”. Sottotitolo: La ginnasta americana (che ha perso): “Super eccitata e orgogliosa per loro”. Così la campionessa USA Simone Biles, parlando delle azzurre oro e bronzo nella trave

Le parole originali di Simone Biles:

I’m super excited and proud for them because now they are building the blocks for the younger Italian girls.

Chi non riconosce i falsi amici excitedeccitato dimostra scarsa padronanza dell’italiano, altrimenti si renderebbe conto che è un aggettivo incongruente in questo tipo di contesto:

  • eccitato descrive chi si trova in uno stato di esaltazione, di irrequietudine o di agitazione, o che prova un forte desiderio sessuale
  • excited esprime invece uno stato d’animo: molto contento, felicissimo, entusiasta

Ne ho già discusso anni fa in «Brutte nausee, ma siamo eccitati», con altri dettagli tra cui exciting eccitante.

La fairytale delle fate

Qualche giorno prima avevo notato un insolito anglicismo in un articolo sulla medaglia d’argento vinta inaspettatamente dalla squadra di ginnastica femminile italiana, le cui componenti vengono spesso denominate le fate:

Titolo: “Le Fate hanno polvere d’argento, una medaglia attesa da cent’anni”. Frase dall’articolo: “È una fairytale parigina, tre anni di ingressi, uscite, infortuni, dolore e lavoro. E il mito di Vanessa Ferrari, che ieri ha annunciato l’addio, da inseguire”

Presumo che la parola inglese fairytale (fairy tale è forma più comune) sia stata scelta nell’illusione che voglia letteralmente dire “racconto di fate”, e quindi consenta un rimando più specifico al soprannome delle atlete, con il vantaggio di non dover ripetere la parola fata (il famigerato terrore delle ripetizioni che attanaglia i giornalisti italiani!).

Ritengo invece che fairytale sia un anglicismo superfluo, ingiustificato in un contesto italiano, e che il suo uso tradisca conoscenze superficiali dell’inglese che non vanno oltre le traduzioni letterali.

Nel lessico comune la locuzione fairy tale identifica vari tipi di fiaba, non solo storie con fate ma anche con altre creature fantastiche e altre storie per bambini. Alcuni esempi: sono spesso descritte come fairy tale le storie di Cappuccetto Rosso, del brutto anatroccolo e anche dei tre porcellini.

Fairy tale ha connotazioni positive quando ha funzione di aggettivo appositivo: equivale a favoloso, magico, da favola. Esempi: a fairy-tale wedding, the fairy-tale castle of Neuschwanstein.

In senso figurato la locuzione fairy tale può invece avere connotazioni negative se usata come metafora per qualcosa di incredibile e inverosimile: può significare balla, panzana, fandonia, bufala (accezioni condivise dal senso figurato delle parola italiana fiaba). Esempio d’uso: Trump’s supporters believe all his fairy tales, no matter how ridiculous.

Con queste informazioni, credo si capiscano le mie perplessità su questa frase:

Testo: “È una fairytale parigina, tre anni di ingressi, uscite, infortuni, dolore e lavoro. E il mito di Vanessa Ferrari, che ieri ha annunciato l’addio, da inseguire”

Si ha l’impressione che fairytale sia la sintesi di una serie di eventi negativi, un’incongruenza. Forse c’è un refuso e manca la parola dopo [tre anni…] e forse chi ha scelto di usare l’inglese intendeva invece fairy-tale ending (o happy ending), il lieto fine? Oppure, come già accennato, la parola va tradotta letteralmente come “racconto di fate”, nulla di più? Non ho una risposta ma un’unica certezza: nei media italiani i forestierismi vengono spesso usati con grande superficialità.

Non solo fate

emoji “fairy” di Microsoftemoji “fairy” di FacebookIn inglese la parola fairy non rappresenta esclusivamente la fata ma può descrivere anche altri tipi di essere fatato, come elfi e folletti con poteri magici. Se ne può avere un esempio nelle  emoji denominate fairy: solo alcune corrispondono al nostro stereotipo di “fata”. Volgarmente fairy può anche avere un senso simile a “checca”.

Altre espressioni che contengono la parola fairy che ho già descritto: tooth fairy è la fatina dei denti, fairy cake e fairy bread sono preparazioni dolci ricoperte di palline di zucchero arcobaleno, fairy lights sono le lucine come quelle dell’albero di Natale. Aggiungo away with the fairies, che si dice[va] di chi si comporta in modo bizzarro e vive in un mondo tutto proprio, con la testa tra le nuvole.

Il detersivo per i piatti più diffuso nel Regno Unito, Fairy Liquid, ha subito un processo di volgarizzazione del marchio e viene usato genericamente per indicare il tipo di prodotto (washing up liquid).


A proposito di Olimpiadi, dall’archivio del blog:

Ho notato che anche per questi Giochi olimpici l’anno 2024 viene letto all’inglese, venti ventiquattro, un’abitudine che detesto e che ritengo del tutto ingiustificata. L’ho ribadito più volte, ad es. in È il 2022, ma non chiamatelo “venti ventidue”!


10 commenti su “Notizie di ginnaste “eccitate”, fate e fairytale

  1. Marco Boccacio:

    Quando lavoravo al CONI e si preparava la candidatura per le olimpiadi del 2020 TUTTI dicevano Roma ventiventi. Quando dicevo duemilaventi, come minimo mi guardavano male (e spesso mi “correggevano”)

  2. Dino

    Ho dovuto chiedere al datore di lavoro di cambiare la radio nei locali da RTL 102.5 per il continuo dire “Power hits venti ventiquattro” – che rabbia che mi veniva ogni volta che lo diceva! (10-15 volte l’ora)

  3. Mauro

    @Marco Boccaccio
    Da qualche anno a questa parte (dagli europei di calcio del 2020/1 per la precisione) anche qui in Germania si è diffusa la moda di dire “zwanzig-zwanzig” o “zwanzig-vierundzwanzig” invece dei corretti “zweitausendzwanzig” o “zweitausendvierundzwanzig”. A me la cosa mette l’orticaria.

  4. Fabio

    ma anche “essere orgogliosa per loro” non mi sembra sensato. Non dal punto della traduzione, dal punto di vista del concetto. Non capisco come si può essere orgogliosa/o per qualcuna/o, ma forse non ho tanta fantasia…

  5. Licia:

    Ormai non ci liberiamo più degli anni “all’inglese”…

    @Fabio anch’io avverto questo uso di orgoglioso come anomalo, ma è un’estensione di significato che si è ormai affermata da qualche anno. L’ho descritta in Nuovo orgoglio (con pregiudizio).

  6. Lucia

    Felice di leggere che non sono sola quando inorridisco sentendo i miei superiori ripetere quotidianamente “venti ventiquattro”

  7. Tommaso:

    In ogni caso sarebbe “orgogliosa di” e non “per”. Sui giornali italiani ci sarebbe tanto bisogno della figura del revisore linguistico per evitare di scrivere una castroneria dietro l’altra.

  8. John Dunn:

    Penso che ‘proud for’ sia anomalo anche in inglese. Sembra una contaminazione di ‘proud of’ e ‘pleased for’.


  9. Licia

    @John, molto probabile che proud for <someone> sia ricalcato su pleased for o happy for. Nei social si trovano molti esempi di persone che si congratulano con qualcuno del tipo that is quite an accomplishment and I am proud for you.

    Ritengo che questa costruzione voglia esprimere una sottile differenza di significato:

    • I am proud of you = sono orgoglioso di te [mio orgoglio]
    • I am proud for you = sei orgoglioso per quanto hai fatto / ottenuto [tuo orgoglio], è un orgoglio meritato e approvo dicendoti che condivido la sensazione

    Esempio di uno scambio tra due persone:

    So very proud of my son who graduated on his @PrincesTrust course today
    – I feel proud for you too
    ❤️ Well done to your son

    Qui un altro esempio:

  10. John

    @Licia,
    grazie della tua gentile risposta. Si vede che io non uso i social e che il mio inglese si è fermato più o meno all’anno 2006. La tua definizione evidenzia che ‘proud for’ è un tipo di scorciatoia linguistica, che in sé stesso non è un problema. Però qualche dubbio rimane, e personalmente io non userai questa espressione, anche perché non tocca a me approvare o meno l’orgoglio di altre persone. Forse è per questa ragione che ho trovato il commento di Simone Biles un po’ fuori luogo.

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