Notiziola milanese con errore di ortografia e spunti lessicali vari:
La parola inglese pavilion si scrive con una sola l. *Pavillion è un errore comune, comprensibile se si considera che in inglese sono più frequenti le parole che finiscono in –illion, come billion, trillion, zillion. Mi vengono in mente solo altre due altre parole del lessico comune che finiscono in –ilion, vermilion (vermiglio) e postilion (postiglione), ma per entrambe esiste anche una grafia alternativa, vermillion e postillion.
Anisomorfismo: pavilion vs padiglione
Per denominare la nuova costruzione milanese la parola pavilion è usata nell’accezione dell’inglese americano di palazzetto sportivo (nell’inglese britannico invece pavilion in senso sportivo indica un edificio con spogliatoi e altri servizi adiacente a un campo da cricket). Immagino però che a Milano, capitale dell’itanglese, un nome come Palazzetto del padel o PalaPadel non risultasse adeguato!
Eviterei invece il calco padiglione perché non mi pare che in ambito sportivo la parola italiana condivida il senso di quella americana: per ora sono falsi amici.
In inglese la parola pavilion ha però anche altre accezioni, di cui alcune hanno corrispondenza nella parola italiana padiglione. Ad esempio, sia pavilion che padiglione possono indicare un edificio isolato che fa parte di una serie di altri simili, intorno a uno principale, come in ospedali, fiere e fabbriche. Può indicare anche una costruzione elegante e molto decorata costruita nei parchi di ville signorili e di castelli e separata dall’edificio principale (ad es. padiglione di caccia).
Aggiornamento giugno 2024 – Nuovo esempio di errore di ortografia *pavillion (in questo caso però non nel senso di palazzetto sportivo ma di costruzione separata dall’edificio principale):
In senso storico, pavilion e padiglione danno il nome a una tenda da campo di grandi dimensioni e addobbata sontuosamente che nell’antichità veniva usata negli accampamenti militari come alloggio per alti ufficiali o per accogliere ospiti illustri. Questa accezione, la più antica, rimanda direttamente all’etimo della parola: il latino papiliōne(m), “farfalla”, per l’aspetto delle tende dell’accampamento che viste dall’alto sembravano farfalle. La parola inglese pavilion arriva però attraverso il francese pavillon (cfr. anche forma italiana ora desueta paviglione).
Pavilion e padiglione sono un esempio di anisomorfismo, l’impossibilità di far corrispondere tutti i significati di una parola in una data lingua a tutti i significati di una parola in un’altra.
Il Pavaglione di Lugo – Foto di Robert Gavrelescu (via Ravenna e Dintorni)
Ha la stessa origine di pavilion e padiglione anche il nome proprio Pavaglione, un edificio del centro storico di Lugo di Romagna visto ripetutamente nelle immagini dell’alluvione di maggio 2023. È un quadriportico costruito alla fine del XVIII secolo per ospitare il mercato dei bozzoli del baco da seta, a cui rimanda il nome (cfr. papiglione, nome ora obsoleto della farfalla).
Ça va sans dire, stesso etimo anche per il francesismo papillon, il cravattino a farfalla.
Atlanters
A proposito di Milano indiscussa capitale dell’itanglese, sono evidenti altri esempi nella descrizione delle foto del Padel Pavilion pubblicate sui social dallo studio di architettura milanese che lo ha progettato:
Si nota la prevalenza della costruzione “all’inglese” anche per i nomi propri Novembre Studio (anziché Studio Novembre) e Atlante Arena (anziché Arena Atlante). A Milano coesisteranno quindi i due impianti sportivi Arena Civica Gianni Brera (determinato + determinante) e Atlante Arena (determinante + determinato).
Atlante è una società di mobilità elettrica che opera in alcuni paesi europei ma che dal nome presumo sia di origine italiana: Atlante è il nome italiano del personaggio della mitologia greca (cfr. Atlas in inglese, francese, tedesco…). Cercando conferma nel sito della società ho notato questo dettaglio:
Mi ha colpita la parola Atlanters perché è stata formata aggiungendo il suffisso del comparativo inglese –er, un esempio di inglese farlocco perché -er si aggiunge solo ad aggettivi, mentre Atlante è un nome, e non ammette la -s del plurale. Inoltre, in questo caso rischia di essere confuso con un altro suffisso inglese –er che in italiano viene usato per creare nomi scherzosi di fan, come descritto in Propaganders, ereditiers, chilavisters, angelers… Forse chi ha ideato Atlanters non ha consapevolezza né di questo meccanismo alternativo né delle connotazioni ironiche degli pseudoanglicismi che genera.
Padel, un anglicismo mascherato
La parola padel, nome di uno sport ora molto in voga, ci arriva dallo spagnolo pádel, che è l’adattamento della parola inglese paddle di paddle tennis. È un gioco che combina elementi del tennis e dello squash e che si gioca con una racchetta dal piatto rigido (in inglese paddle) su un campo delimitato da pareti su cui può rimbalzare la pallina.
Tommaso:
Ciao Licia, mi sembra che ci sia una X di troppo in “È un quadriportico costruito alla fine del XXVIII secolo per ospitare il mercato dei bozzoli del baco da seta, a cui rimanda il nome”
Marco Boccacio:
Ho sempre pensato a una parentela di padel con l’italiano padella, che è un po’ simile alla racchetta che si usa per questo gioco.
Licia:
@Tommaso, grazie, corretto!
@Marco, probabilmente non c’è parentela ma è una somiglianza divertente. Per i dizionari l’etimologia di paddle è incerta, mentre di padella è il latino patĕlla, dim. di patĕra, “piatto, tazza”.
Rob:
Fatto 30 si può anche fare 31, “November Studio”
Ionti:
Non so se etymonline.com sia affidabile, comunque lì danno paddle per derivato dal latino:
paddle (n.)
c. 1400, padell “small, long-handled spade used to remove earth adhering to a plow,” probably from Medieval Latin padela, a word of uncertain origin, perhaps from Latin patella “small pan, little dish, plate,” diminutive of patina
Anna B.:
Cara Licia,
interessante l’accezione di “pavilion” come palazzetto sportivo! E anche l’ortografia di “pavilion” in inglese con una sola “l”, non avrei riconosciuto l’errore: nel senso architettonico di “padiglione”, in francese è “pavillon” (con due “ll”). Dal francese è passato come prestito non adattato in tedesco (Pavillon).
Resta la domanda che fai anche tu nell’articolo: visto che siamo a Milano, e usare l’italiano? 🙂