Egregio ≠ egregious
Prendo spunto dall’etimologia dell’aggettivo egregio – “che è fuori dal (ex) gregge (grĕx, grĕgis)” – e dal suo significato – chi esce dall’ordinario ed è singolare o eccellente, si distingue dalla moltitudine per i pregi o le virtù – per ricordare un falso amico inglese forse poco noto.
Anche in inglese egregious descrive qualcuno o più spesso qualcosa che si distingue, ma in senso negativo, nel male: abominevole, orrendo, che ha passato ogni limite. Esempi d’uso, in contesti di registro formale: egregious behaviour, egregious error, egregious acts of violence, egregious display of brutality.
Una collocazione ricorrente nei contratti e nelle norme d’uso è egregious violation che in italiano di solito è reso con violazione grave. Esempi:
Google Ads: An egregious violation of the Google Ads policies is a violation so serious that it is unlawful or poses significant harm to our users or our digital advertising ecosystem. [testo italiano]
X: Certain types of behavior may pose serious safety and security risks and/or result in physical, emotional, and financial hardship for the people involved. These egregious violations of the X Rules — such as posting violent threats, non-consensual intimate media, or content that sexually exploits children — result in the immediate and permanent suspension of an account. [testo italiano]
Un tempo anche in inglese egregious significava eminente, che si distingue per dignità, onore o pregi, ma è un’accezione ora arcaica. Il senso negativo probabilmente è nato da un uso ironico (pecora nera?) che poi è prevalso su quello originale.
Gregario ≠ gregarious
Anche l’etimologia dell’aggettivo gregario rimanda alle pecore (dal latino gregarius, che appartiene, relativo al gregge) e riferito a persone è poco lusinghiero perché identifica chi è privo di iniziative, privo di autonomia, subalterno. Può essere un altro falso amico.
In inglese gregarious riferito a persone ha connotazioni positive: descrive chi è socievole e sta volentieri in compagnia. Esempi d’uso: Australia, one of the most gregarious nations on earth; a fun-loving, gregarious man.
Nell’ambito dell’etologia sia gregario che gregarious condividono invece la stessa accezione neutra: indicano gli animali che vivono in branchi, stormi e altre aggregazioni. Esempio: this bird species is gregarious and often nests in colonies.
In italiano disponiamo inoltre dell’aggettivo letterario gregale, “del gregge”, che in inglese verrebbe reso con il herd in funzione aggettivale.
Vedi anche: Sheeple e pecoroni per nomi di comportamenti “da gregge” in italiano e inglese.
Mauro:
Che poi io mi chiedo: oggi è facilissimo e veloce controllare… certi errori avrebbero dovuto essere molto più frequenti cinquant’anni fa che oggi… e invece…
Emy:
Cara Licia, bel post, come sempre.
Il false friend “egregious” (BTW, in latino è “ex grege”, con l’ablativo, non “ex *gregis”, nominativo) me ne ricorda un altro: “notorious”. In italiano “notorio” ha significato neutro (“noto”), mentre in inglese ha connotazione solo negativa, “famigerato”.
Licia:
@Emy grazie per l’esempio e per la precisazione: ho sostituito con la citazione letterale dell’etimologia dal Vocabolario Zingarelli per evitare confusione a chi come me non ha fatto il classico e non ricorda più nulla di latino 😏.
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Ne approfitto per segnalare una tendenza che ho notato recentemente: l’espressione “senza senso” che da negativa viene spesso usata come caratteristica positiva. Chi compie un’azione senza senso, in questa nuova accezione, è uno che ha compiuto un’azione straordinaria, eccezionale.
Una cosa simile (simile per me che non sono un linguista, ovviamente) la trovo con la parola “ingiocabile”, che ho visto spesso usata per descrivere Sinner (quindi “contro cui è impossibile giocare”), mentre io l’ho sempre usata per indicare giochi (da tavolo o digitali) con difetti tanto gravi da rendere impossibile giocarci (difficoltà eccessiva, errori nel regolamento, bug informatici eccetera).
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@FF grazie per gli esempi. Usare una parola o un’espressione con il suo significato opposto è un fenomeno relativamente comune, ad es. ne facciamo molto uso con il sarcasmo. Il nome tecnico di questo meccanismo è antifrasi, “figura retorica che consiste nell’usare una parola con un significato opposto a quello proprio, per ironia o per eufemismo”. Esempi tipici sono dire “ma che bella giornata” quando piove a dirotto, “è un genio” di qualcuno che non lo è affatto, “Bravo!” per rimproverare qualcuno ecc. Può succedere, come nel caso di egregious in inglese, che il significato opposto sostituisca del tutto quello originale (sempre in inglese, esempi tipici più recenti sono gli apprezzamenti awesome, wicked, badass, che hanno avuto origine nello slang giovanile ma che in origine erano parole connotate negativamente). Se invece coesistono significato originale e suo opposto, si ha enantiosemia.
Ammetto di non avere molta familiarità con il lessico delle cronache sportive, però la polisemia di ingiocabile mi fa pensare a una possibile interferenza dell’inglese unplayable (bisognerebbe fare verifiche approfondite per capire se è così o invece è un’evoluzione indipendente). Interessante notare che l’aggettivo ingiocabile è registrato unicamente dai due dizionari di italiano che pubblicano annualmente una versione aggiornata, quindi è probabile che solo ultimamente ingiocabile abbia raggiunto una frequenza e una distribuzione tali da giustificarne la lemmatizzazione.
Zingarelli 2025 (riporta come prima occorrenza 1958, senza però specificare per quale accezione):
❖ [sport] che non consente un corretto svolgimento del gioco: campo ingiocabile per la pioggia
❖ che è impossibile o difficile da giocare: palla ingiocabile
❖ [gerg.] detto di chi è meglio evitare in quanto considerato troppo forte: avversario ingiocabile
Devoto-Oli 2025 (riporta come prima occorrenza 1974, senza però specificare per quale accezione):
1 Di giocatore o squadra avversaria, troppo forte per poter essere affrontato
2 Di partita o competizione sportiva, troppo difficile da affrontare, per l’alta qualità degli avversari: Esempio: incontro ingiocabile
3 Di campo di gioco o di gara, malmesso, in cattive condizioni, al punto da pregiudicare il corretto svolgimento della manifestazione sportiva. Esempio: campo ingiocabile
4 Nel calcio, di pallone che non può essere vantaggiosamente controllato o rilanciato