Nel Regno Unito si discute della decisione della BBC di non usare la parola terrorist per le notizie su Hаmas e di ricorrere invece a militant, che è la soluzione usata anche da altre testate. In alcuni media italiani la polemica è stata ripresa traducendo letteralmente la parola militant con militante, senza rendersi conto che in questo contesto sono falsi amici che avrebbero richiesto alcune precisazioni.
Militante in italiano
In italiano l’aggettivo e il sostantivo militante identificano “chi partecipa e si impegna direttamente e attivamente in un partito, in un movimento d’opinione o in un’organizzazione di qualsiasi tipo”. Esempi d’uso: intellettuale militante, militanti di un’associazione, militanti sindacali e altri tipi di attivisti. Anche se si riscontrano casi di militanti facinorosi, generalmente al concetto di militanza non è associata brutalità.
Militant in inglese
Anche in inglese l’aggettivo militant può avere questo significato ma nel lessico giornalistico prevale un’altra accezione che invece implica estremismo e uso di violenza nel sostenere una causa.
Nelle notizie che riguardano le aree di conflitto, il sostantivo militant identifica chi combatte in gruppi paramilitari o partecipa ad azioni di guerriglia o a scontri armati senza far parte di un esercito regolare. Nei titoli il sostantivo di solito è associato ad atti violenti, come in questi esempi da altre parti del mondo: Pakistani Taliban militants storm police HQ in Karachi • Clashes with militants kill 53 Burkina Faso soldiers • Al-Shabaab militants launch deadly attack in Somalia • Mali in meltdown as militants advance and U.N. withdraws.
Una collocazione frequente è Islamic militant, da cui il calco militante islamico nei media italiani, ma in questo tipo di contesto sarebbe più appropriato miliziano (“chi milita all’interno di gruppi di civili armati e organizzati secondo una struttura militare”).
Nell’uso di vari media di lingua inglese militant è considerata una parola neutra preferibile ad alternative che invece sono ritenute connotate, come terrorist, che implicherebbe un giudizio morale, o freedom fighter, che implicherebbe approvazione. Lo ha ribadito la BBC in questi giorni e lo spiegano le guide di stile di altre testate, ad es. di The Guardian alla voce terrorism / terrorist.
La parola italiana militante non condivide queste caratteristiche e si tratta quindi di un falso amico di cui si dovrebbe tenere conto quando si traducono, si leggono o si ascoltano notizie in origine in inglese.
Definizioni di militante e miliziano dal Dizionario De Mauro
Federico Baglini:
Anche Il Post ha parlato di questo argomento:
https://www.wittgenstein.it/2023/10/12/un-po-di-risposte/
Licia:
@Federico grazie per il riferimento. È evidente che Il Post ha come modello il giornalismo anglofono, però anche nel caso delle parole terrorism e terrorist si potrebbe e si dovrebbe evidenziare che non c’è totale corrispondenza di connotazioni tra inglese e italiano.
In inglese terrorism e terrorist sono parole spesso descritte come loaded (“charged with emotional or associative significance that hinders rational or unprejudiced consideration of the terms involved in a discourse” – Collins Dictionary), quindi insidiose nel senso che inevitabilmente sono cariche di associazioni e si prestano ad interpretazioni soggettive ed emotive. Coincidono con quelle delle parole terrorismo e terrorista in italiano? Solo in parte: nel contesto italiano, perlomeno per i meno giovani, il rimando è agli anni di piombo, violenza perpetrata da italiani in Italia, un fenomeno interno alla nostra società. Altrove è diverso il punto di vista, se così possiamo chiamarlo: i terroristi sono prevalentemente elementi esterni e gli eventi storici “di riferimento” sono diversi. Inoltre, in inglese vengono evocate altre espressioni fortemente connotate, come la war on terror di George W. Bush.
In conclusione: è sicuramente utile riflettere sull’uso delle parole terrorismo e terrorista anche in italiano, ma ritengo che la motivazione non dovrebbe essere esclusivamente la riproduzione dei modelli anglofoni, o comunque nel dibattito andrebbe evidenziato come e perché non c’è perfetta corrispondenza di connotazioni tra le due lingue.
Per chi è interessato ad approfondire: Terrorism and the media: a handbook for journalists, una pubblicazione del 2017 dell’Unesco.
Come ulteriore riferimento riporto la voce terrorist dalla guida di stile della BBC, precedente alle polemiche di questi giorni, dove viene sottolineato che la BBC si rivolge a chiunque, non solo a chi vive nel Regno Unito, quindi persone con conoscenze enciclopediche e punti di vista che possono essere anche molto diversi. Grassetti originali:
The word "terrorist" is not banned, but its use can be a barrier rather than an aid to understanding. We should not use the term without attribution. We should convey to our audience the full consequences of the act by describing what happened. We should use words which specifically describe the perpetrator such as bomber, attacker, gunman, kidnapper, insurgent and militant. We should not adopt other people’s language as our own. Our responsibility is to remain objective and report in ways that enable our audiences to make their own assessments about who is doing what to whom.
While care is needed when describing perpetrators, an action or event can be described as a terror attack or an act of terror.
When we do use the term we should strive to do so with consistency in the stories we report across all our services, and in a way that does not undermine our reputation for objectivity and accuracy. It is also very important that we strive for consistency across the international and UK facing sites. If a BBC World story uses very measured language but a UK version does not, a user will rightly question the different approaches.
Beware of paraphrasing and selective quotation, eg: “The Israeli prime minister said that while ‘terrorist’ attacks continued he would not back down.” Putting the single word "terrorist" in quotes may give the impression that the BBC is sceptical about the prime minister’s assessment of the nature of the attacks.
Domestically, we tread a similar line on Northern Ireland. The IRA is so well known, worldwide, that a label is not necessary. Groups such as the Real IRA and Continuity IRA can often be best labelled as dissident. A second reference to organisations such as the UFF and UVF could be along the lines of: The loyalist paramilitary organisation warned…
Luca:
Grazie Licia, come avrai letto le nostre riflessioni sulle accezioni della parola terrorismo sono tutte relative al suo uso in italiano.
Licia:
Grazie Luca [Sofri], apprezzo moltissimo l’attenzione all’uso delle parole, anche quando le riflessioni nascono altrove, come in questo caso.