Trump e il “cibo per tutti!”

Notiziola dagli Stati Uniti:

Foto di Trump con notizia 1 in inglese, “Trump offered ‘food for everyone’ at Miami restaurant, then left without paying. Donald Trump made a quick stop at famed Miami restaurant Versailles after his second arraignment but his fans were left empty-handed”, e 2 e 3 in italiano, “Donald Trump si è offerto di comprare «cibo per tutti!», ma poi non ha pagato per nessuno. Era un modo per ingraziarsi un gruppo di sostenitori in un noto ristorante cubano di Miami, ma non ha mantenuto la promessa”, Trump, compleanno al ristorante cubano a Miami: «Cibo per tutti, offro io». Ma se ne va senza pagare il conto

Si tratta di una promessa non mantenuta fatta da Trump per allettare i sostenitori che lo stavano acclamando in un noto ristorante cubano di Miami. I media italiani che hanno riportato la frase esclamata da Trump, food for everyone, hanno optato per la traduzione cibo per tutti, che però ritengo inadeguata nel contesto in cui è stata pronunciata. 

La parola inglese food è un tipico esempio di anisomorfismo, l’impossibilità di far corrispondere tutti i significati di una parola in una data lingua a tutti i significati di una parola in un’altra. A seconda del contesto d’uso, del registro e delle connotazioni food può infatti avere un corrispondente nelle parole italiane cibo, cibi, alimento, alimenti, pietanze, [cose da] mangiare, cucina (ad es. Italian food)…

La promessa cibo per tutti! è verosimile se ci si rivolge a persone indigenti che stentano ad avere un’alimentazione adeguata ma appare invece incongruente nel contesto di un ristorante rinomato, come quello cubano di Miami in cui è avvenuto l’episodio.

In una situazione simile, da un personaggio italiano affine a Trump e per una promessa del genere ci si aspetterebbero parole come da mangiare per tutti! (cfr. da bere per tutti!), sottinteso il verbo offrire o pagare. Trovo inadatto a questo tipo di contesto anche il verbo comprare, usato in uno dei titoli di esempio, che fa pensare ad acquisti in un supermercato o altro luogo di vendita di alimentari, ma non a un ristorante.


Sugli usi (e abusi) della parola food, vedi anche:

Grammatica inglese: food vs foods
La “bottega dello street food” di Pompei
Inglese farlocco: foodtelling
Fooding e food feeling, parole ingannevoli
Non è “porn food” (e neppure “nazi grammar”)

Altri esempi “alimentari” in cui non c’è piena corrispondenza tra quanto viene evocato dalla parola inglese e dalla parola italiana solo in apparenza equivalente:

Fungo e mushroom
Storie di biscotti (e di denti)
Cibo e cultura (butter e burro)
Pasta salad e insalata di pasta
Traduzione enogastronomica (caffè e tè)
Di Android Pie, torte, porzioni e traduzioni
Differenze culturali: come si mangia la pizza
Contro il Van Gogh era zuppa di pomodoro? 


4 commenti su “Trump e il “cibo per tutti!””

  1. Alessandra:

    Buongiorno, oltre alla traduzione inadatta, mi sembra che anche in inglese l’espressione suoni piuttosto strana. Mi chiedo quanti, tra avventori e ristoratori, abbiano davvero creduto a una promessa di “free lunch”, soprattutto proveniente da un tale personaggio.

  2. Cesare Rossi:

    Buongiorno,
    anche i media americani hanno optato per il significato di “offerta di cibo”, quindi sembrerebbe piuttosto azzeccata anche il significato attribuito dai quotidiani italiani, non crede?
    “So, New Times wondered, did Trump — who famously fancies his chicken from KFC and his steaks well-done and slathered with ketchup but isn’t exactly known for picking up the check — treat his fan club to a spread of croquetas, pastelitos, and cubanos chased with cafecitos?
    It turns out no one got anything. Not even a cafecito to-go.”
    https://www.miaminewtimes.com/restaurants/donald-trump-visits-versailles-cuban-restaurant-in-miami-after-federal-indictment-17198756

  3. Licia:

    @Alessandra credo vada considerato che sono parole di Trump, che si esprime con parole del lessico di base e sintassi rudimentale che spesso creano perplessità su cosa intenda esattamente, cfr. “Lost in Trumpslation” (ma non è un film). Per quello che ho potuto vedere, però, stavolta i media americani sono tutti concordi nell’interpretazione “ha fatto credere che avrebbe pagato da mangiare per tutti”, direi anche perché la frase food for everyone ha la stessa costruzione della più comune drinks for everyone, quindi di per sé non credo sia risultata troppo inusuale.

    @Cesare, l’episodio con protagonista Trump mi ha dato lo spunto per ricordare che la parola food non dovrebbe essere tradotta automaticamente con cibo, indipendentemente da quali fossero le effettive intenzioni di Trump, quindi temo di non cogliere il senso dell’osservazione.

  4. John Dunn:

    Per me ‘food for everyone’ è più ‘trumpese’ che inglese. Più normale sarebbe stato
    I’ll pay for everyone’s meal
    oppure
    Your meals are all on me (chissà come la stampa italiana avrebbe tradotto questa versione).
    In questo contesto food anziché meals sarebbe usato solo nel caso di un’offerta valida solo per il cibo , ma non per le bevande.
    ‘Da bere per tutti’ si potrebbe tradurre come ‘Drinks all round’, ma ‘food all round’ mi sembra piuttosto improbabile.

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