Ho notato varie occorrenze del termine legale americano SLAPP anche nei media italiani, in riferimento alle sempre più numerose querele di istituzioni e politici contro giornalisti e privati cittadini che esprimono opinioni negative nei loro confronti.
SLAPP è l’acronimo di Strategic Lawsuit Against Public Participation (“azione legale strategica tesa a bloccare la partecipazione pubblica”). È un internazionalismo, usato in più lingue europee per identificare un particolare tipo di azione legale promossa da soggetti influenti che la Commissione europea descrive come “forma di molestia messa in atto principalmente nei confronti di giornalisti e difensori dei diritti umani per prevenire o penalizzare chi si esprime su questioni di interesse pubblico” (cfr. anche definizione IATE).
È un’azione intimidatoria strategica perché i costi sono irrilevanti per chi la mette in atto, anche nel caso preventivato che venga respinta, archiviata o persa, ma per la persona a cui viene inflitta le ingenti spese legali per la difesa, il prolungarsi dei procedimenti e lo stress psicologico che ne consegue possono rivelarsi insostenibili ed indurla a ritrattare pubblicamente e desistere da qualsiasi nuovo intervento. È un’azione strategica anche perché riesce a silenziare anche altri non coinvolti direttamente ma che non vogliono correre gli stessi rischi finanziari e i potenziali danni alla propria reputazione personale e professionale.
Nei media italiani le SLAPP sono descritte come querele temerarie, querele bavaglio, querele pretestuose, cause vessatorie, cause pretestuose, azioni giudiziarie temerarie ecc. L’acronimo è spiegato come un metaforico “schiaffo”, o “ceffone”, o “sberla”, accezione principale del sostantivo inglese slap, che però ritengo un’interpretazione imprecisa.
Il senso figurato di SLAPP
Il nome SLAPP, pronunciato /slæp/, è stato coniato negli anni ’80 da George W. Pring e Penelope Canan (cfr. SLAPPs: Strategic Lawsuits against Public Participation) e sembrerebbe un acronimo inverso, in inglese backronym, un acrostico costruito su una parola esistente e descrittiva di ciò a cui dà il nome. Negli Stati Uniti è un espediente usato spesso in ambito giuridico, cfr. Stable Genius Act.
Se è effettivamente un acronimo inverso, la parola a cui rimanda la variante grafica SLAPP secondo me non è il sostantivo slap. Ritengo invece più probabile un riferimento al verbo informale slap, che ha la stessa origine ma che in relazione a persone fisiche o giuridiche e con oggetti penalizzanti come lawsuit (azione legale), ban (divieto), fine (multa), tax ecc. significa infliggere e ha connotazioni simili ad appioppare o affibbiare. La costruzione tipica è slap someone with something – esempio: Trump Organization slapped with $1.6M fine for criminal tax fraud – o in alternativa slap something on someone.
Una conferma si ha dalle immagini usate per illustrare il concetto di SLAPP, che in inglese non sono di schiaffi ma di persone con la bocca tappata o bavagli, oppure il martelletto (gavel) dei giudici americani, simbolo di procedimenti legali.
In inglese SLAPP è diventato anche un verbo, un tipico esempio di transcategorizzazione. Per distinguerlo dal verbo slap è mantenuta la grafia dell’acronimo che dà origine alle forme ibride SLAPPing e SLAPPed.
CyberSLAPP
Con cyberSLAPP si intende una SLAPP diretta a qualcuno che ha espresso critiche su social o altre piattaforme, in genere con uno pseudonimo. Le finalità sono le stesse ma con lo scopo aggiuntivo di rivelare pubblicamente l’identità del commentatore (procedimento giudiziario che ottiene le informazioni dal provider) e scoraggiare così anche altri dall’esprimere critiche sapendo che non si è protetti dall’anonimato.
Lawfare
In inglese le SLAPP sono spesso descritte come un tipo di lawfare (law + warfare, “attività bellica”), parola che identifica il ricorso strategico e calcolato ad azioni legali a scopo intimidatorio o per ostacolare o creare difficoltà a un avversario.
Immagini: Commissione europea; The Good Lobby; Domani; Consiglio d’Europa