Dalla cronaca locale di un quotidiano nazionale:
Il contorcimento verbale documento di viaggio bordeaux usato in sostituzione di passaporto è un esempio eclatante del terrore delle ripetizioni che attanaglia chi scrive nei media italiani (eredità di condizionamenti scolastici!).
In questo caso la perifrasi fa sorridere nella sua assurdità, in altri invece la ricerca ossessiva di sinonimi porta ad alternative spesso inadeguate e pregiudica la correttezza e la precisione delle informazioni.
È un problema ricorrente nei media generalisti, dove le esigenze stilistiche spesso prevalgono a scapito dell’accuratezza. Manca inoltre la consapevolezza terminologica che ciascun riferimento tecnico e scientifico andrebbe riportato in modo univoco, sempre con lo stesso termine, senza alcuna variazione.
Ne ho scritto più volte, ad es. in Promemoria per i media: immunizzato ≠ vaccinato.
In tema, aggiungo city airport meneghino, formula poco trasparente usata dai media per non ripetere aeroporto di Linate.
Grazie al linguista Fabio Montermini per l’esempio di documenti di viaggio bordeaux. Ha ripreso l’osservazione di un altro linguista, Michele Cortelazzo, che ha trattato più volte il tema, ad es. in Sinonimi, ripetizioni e onestà intellettuale (cfr. anche vaccino ≠ siero ≠ antidoto).
Lele:
Non ne so molto e non vorrei scrivere stupidaggini, e spero che qualcuno possa approfondire o smentire questa mia reminiscenza… ma mi sembra che “tecnicamente” – intendo, in ambito burocratico/amministrativo – il passaporto abbia due funzioni: una di documento “di riconoscimento”, e una, effettivamente, di “documento di viaggio”. Non so approfondire ulteriormente.
E quindi sì, stilisticamente il contorcimento della perifrasi è poco elegante, ma forse in questo caso non è campato in aria.
Paolo:
Comunque il passaporto europeo non è di colore bordeaux (o, rampellianamente, bordò). Il colore è il borgogna.