A tre anni esatti dal Brexit Day (31 gennaio 2020) nel Regno Unito fa discutere un sondaggio che ha rilevato che la maggioranza dei cittadini di Inghilterra, Galles e Scozia ritiene che sia stato un errore uscire dall’Unione Europea.
Bregretful
Nell’immagine sono evidenziati i collegi elettorali (constituency) che sono most / least Bregretful, e cioè che manifestano in maggiore o minore misura rammarico (regret) per la Brexit.
Bregretful è un aggettivo informale del lessico giornalistico e dei social, derivato dal sostantivo Bregret (Brexit + regret) con l’aggiunta del suffisso denominale –ful (“caratterizzato da”). Entrambe le parole sono in circolazione dai giorni successivi al fatidico referendum del 23 giugno 2016.
Dopo quasi sette anni ritengo che Bregretful non vada più considerato un neologismo, semmai si può notare un’estensione del registro d’uso, come mostra la scelta di ricorrervi nell’infografica di un sondaggio condotto con metodologie scientifiche.
Bregret nei media italiani
Anche i media italiani hanno ricordato i tre anni di Brexit e riportato i risultati del sondaggio, però con le solite imprecisioni. Esempio di una frase di agenzia poi ripresa altrove:
Sentimento è un falso amico: non significa stato emotivo o moto affettivo (in inglese feeling) ma è la traduzione letterale di sentiment. Chi ha tradotto non ha riconosciuto che anche in italiano si ricorre all’anglicismo settoriale sentiment per indicare atteggiamenti, preferenze e umori collettivi ricavati attraverso metodologie statistico-linguistiche di sentiment analysis.
Bregret non è una neoformazione ma soprattutto non è una crasi, che è la fusione, propria del greco antico, della vocale finale di una parola con la vocale iniziale della parola seguente. Si tratta invece di una parola macedonia formata dalle due parole Brexit + regret che hanno un segmento in comune. Già in Brexit, Bremain e la crasi dei media italiani mi ero chiesta da dove arrivi l’uso errato ma diffusissimo di questo termine linguistico, però dubito riuscirò mai ad avere una risposta!
Rimpianto è una delle traduzioni possibili di regret, ma in italiano si usa soprattutto per riferirsi a qualcosa che non si è fatto o non è avvenuto, per opportunità perse, per perdite irrimediabili di persone o cose. Quanto è espresso dai cittadini del Regno Unito però non è rimpianto per la Brexit, come pare sottintendere la spiegazione, ma piuttosto rammarico per qualcosa che si è avverato.
Vedi anche:
- Da Brexit a regrexit, è wrexit. E poi nexit? (giugno 2016), dove avevo descritto vari neologismi tra cui Bregret che allora coesisteva con Regrexit, inizialmente più diffuso (il riferimento a Brexit era più trasparente) ma poi soppiantato.
- Brexit Day senza Big Ben Bong (gennaio 2020), dove avevo riassunto peculiarità linguistiche della parola Brexit ed espressioni idiomatiche associate.
Guglielmo:
Relativamente a “crasi” la mia esperienza diretta (quindi necessariamente parziale) è che ho iniziato a sentirla usare frequentemente dal 2008 ca. quando venne usata nel trailer di “Natale a Rio” (2008 – si recupera facilmente su internet), dove peraltro non è nemmeno usata così male. Google Trends non aiuta a capire l’uso negli anni precedenti al 2004, ma io ho il preciso ricorso di una parola improvvisamente diventata di uso ”comune” (purtroppo spesso in modo errato).
Licia:
@Guglielmo, grazie per il riferimento, che non conoscevo. Mi sono guardata il trailer (per chi vuole vedere il momento specifico, è questo) e penso che già allora il meccanismo umoristico potesse funzionare solo se gli spettatori avevano già una qualche familiarità con la parola crasi, anche solo con la vaga nozione di “termine linguistico”. Questo mi fa pensare che probabilmente crasi fosse già in circolazione da tempo. Si potrebbe avere conferma da ricerche negli archivi storici di qualche quotidiano.
A proposito dell’esempio scelto per la gag, va detto che buzzicozza è una parola macedonia formata perfettamente perché conforme al modello italiano prevalente in cui viene privilegiata l’unione della parte iniziale di una parola (qui buzzicona) con una seconda parola che invece rimane intatta (cozza), un meccanismo che qui viene rafforzato dal segmento co comune a entrambe le parole.