Se non avete già visto la nuova campagna di Poste Italiane per il prodotto Postepay Digital, provate a immaginare cosa possano significare le neoformazioni ibride smartbackare, ricephonare e ricarhopping.
Conoscere l’inglese non aiuta: si riconoscono parole o frammenti di parole, ma in combinazioni anomale che non consentono di dar loro un senso nel contesto dei pagamenti digitali.
Immagino che chi ha ideato la campagna avesse come obiettivo primario attirare l’attenzione, far discutere e divertire i destinatari che si presume siano giovani abituati a giocare con l’inglese.
Ne risentono però comprensibilità ed efficacia della comunicazione: che messaggio coglie chi vede queste parole inventate di corsa dal treno, in una stazione della metropolitana? Cosa capisce e cosa si ricorda dei servizi pubblicizzati?
Probabilmente non è stato considerato che la caratteristica principale dei neologismi efficaci è la loro trasparenza: hanno maggiori probabilità di successo le parole che possono essere assimilate spontaneamente, senza spiegazioni, che identificano chiaramente il concetto e che sono facilmente memorizzabili. Non è il caso di smartbackare, ricephonare e ricarhopping.
Sono anche esempi di inglese farlocco “ibrido” che tradiscono scarsa familiarità con i meccanismi linguistici che regolano le parole composte e le parole macedonia in inglese e in italiano.
Smartbackare
Smartbackare va inteso come verbo italiano, identificato dal suffisso –are, ma non si capisce che tipo di azione sia indicata dalle parole inglesi smart + back, che in questa sequenza si presume siano aggettivo (quale accezione?) + sostantivo (nel senso di schiena? schienale? retro?).
Ipotesi non confermata: smartbackare va invece interpretato come “pagare con lo smartphone e ricevere fino al 20% di sconto in cashback”. Chi si è inventato questo verbo ha presto due parole inglesi composte e da ciascuna ha rimosso il determinato (l’elemento linguistico che viene determinato e caratterizzato da un altro elemento, qui phone e cash) e preservato il determinante (l’elemento linguistico che ne determina e caratterizza un altro, come i modificatori smart e back, che in cashback / cash-back è un avverbio che sottintende il verbo get), e cioè ha eliminato le parti più rilevanti, essenziali, delle due parole inglesi.
Sono esempi di accorciamenti impropri tipici di molti pseudoanglicismi, qui poi ricombinati in una nuova parola. Ne risulta un ibrido senza capo né coda: dubito che una persona di madrelingua inglese riuscirebbe a indovinare le intenzioni di chi si è inventato l’ipotetico verbo *smartback.
Ricephonare
Anche ricephonare è un verbo. Al suo interno la sequenza ph, assente in italiano, identifica il forestierismo phone (il contesto fa escludere phon per i capelli ma richiama inevitabilmente il verbo informale phonare / fonare). E rice? Se è stato seguito lo stesso modello di smartbackare, anche rice dovrebbe essere una parola inglese, però è improbabile che si intenda il riso nel senso di alimento (una curiosità: #ricephone in inglese è usato come hashtag per foto di telefoni immersi nel riso dopo essere caduti in acqua!).
La spiegazione di ricephonare non chiarisce i dubbi sulla formazione della parola: “scambiare denaro* con i tuoi contatti in rubrica in un attimo con il P2P, così dividi il conto della cena con gli amici e paghi al volo con lo smartphone”. Se rice- è un frammento di parola italiana, è la ricevuta quando si paga il conto? O forse vuol dire ricevere, che però non è sufficientemente distintivo perché con il telefono si ricevono già chiamate, messaggi, video, foto…?
Ricarhopping
Ricarhopping si direbbe un sostantivo, altrimenti per coerenza dovrebbe essere ricarhoppare. La lettera h non preceduta da c o g, come ci si aspetta in italiano, segnala un forestierismo e fa supporre che si debba scomporre la parola in ricar + hopping oppure ri + car + hopping.
In inglese hop vuol dire saltare o saltellare, anche nel senso di spostarsi rapidamente (ad es. hop into the car! ➝ salta in macchina!), ma non ha alcun senso in questo contesto. Si può invece intuire che ricar stia per ricaricare.
Senza spiegazione, impossibile capire il senso di ricarhopping: “ricaricare la tua Postepay Digital in modo facile e veloce direttamente in App Postepay così ti godi lo shopping anche senza il portafoglio”. Chi ha ideato questa parola a quanto pare ignora i rudimenti dell’ortografia inglese: il digramma sh rappresenta graficamente la fricativa postalveolare sorda /ʃ/, non può essere scomposto! Un paragone italiano: sarebbe come inventarsi una parola macedonia usando cemenza da scemenza.
Parole che sfrizzolano
Mi sono dilungata sui meccanismi linguistici perché occorre padroneggiarli per capire quando si possono forzare ad effetto.
Un esempio è quello visto in uno scambio su Twitter tra @elisatrippetti, perplessa dalla campagna di Poste Italiane e spunto per questo post, e @Pizziwouldavoid che invece ritiene che sia uno di quei contesti in cui i “neologismi pubblicitari” non sono pensati per essere usati ma servono solo ad attirare l’attenzione, come in una pubblicità storica di Golia Bianca:
Concordo che quello di Golia sia un esempio molto efficace. La parola sfrizzola non esiste ma è del tutto verosimile nell’aspetto e nella pronuncia. Si ricollega anche a una tradizione di parole nonsense, che per l’italiano ha un esempio in Gnosi delle fànfole di Fosco Maraini: dettagli in Lamburde e brindilli.
Il verbo sfrizzolare ha anche aspetti fonosimbolici che evocano l’effetto della caramella in gola. La scelta di associarlo a una parola inusuale come velopendulo aiuta a creare una contrapposizione di sensazioni, ad esempio tra la rotondità della caramella e quello che sprigiona (sto pensando all’effetto bouba / kiki).
Chi ha ideato lo slogan di Golia aveva piena comprensione dei meccanismi linguistici. Va inoltre considerato il tipo di prodotto pubblicizzato: il marchio Golia era già molto noto e non occorreva certo spiegare cosa fosse una caramella: tutta l’attenzione si poteva concentrare sull’effetto delle parole e la curiosità che suscitavano. Poste Italiane invece deve proporre e vendere un nuovo servizio per il quale servono spiegazioni.
Vedi anche:
► Inglese farlocco: APP FREE TO X CASHBACK
► Inglese farlocco: CASH BLACK e ZHEROGAP
* In una comunicazione informale rivolta ai giovani mi colpisce anche la scelta della parola denaro, poco usata nelle conversazioni quotidiane, e di P2P, che però non significa peer to peer ma POSTEPAY 2 POSTEPAY, spiegato però solo nelle condizioni d’uso.
Gianmaria:
Grazie Licia, molto interessante e condivisibile!
Silvia:
Non avevo ancora visto queste pubblicità. Sono molto perplessa. Ho lavorato per anni in ambito informatico, poi – fra le altre cose- nel settore dei canali telematici e degli incassi e pagamenti di una grande banca, mastico abbastanza l’inglese, in gioventù ho ricevuto il premio Dante per la lingua italiana in tutti i cicli di studio, a detta di molti (oltre che estremamente razionale) sono dotata di fantasia e creatività, ebbene, senza la didascalia non sarei mai riuscita a capire di che funzionalità si trattasse (funzionalità che poi esistono da anni sul mercato).
Ah, domenica mi è finito il cellulare in acqua: il riso questa volta non ha funzionato.