A Milano qualche giorno fa l’evento Lombardia 2030 è stato aperto da un intervento del presidente della regione Fontana che ha descritto la Lombardia come smart land del futuro: sostenibile, sicura, connessa, attrattiva, sussidiaria, con più servizi, più equità, più coesione sociale.
Cosa sarebbe esattamente una smart land, espressione che in inglese non viene affatto usata in questo tipo di contesto ma che in Italia circola da una decina di anni? Dalle parole di Fontana si ricava che è una “terra” con innumerevoli caratteristiche:
una smart land è connessa in senso digitale e con infrastrutture che permettano mobilità veloce e sostenibile … una smart land è connessa anche con ciclovie, strade ed autostrade … una smart land offre servizi di base sociosanitari all’altezza … una smart land rispetta il lavoro e la sua dignità … una smart land fa della sostenibilità ambientale e della coesione sociale i propri pilastri … una smart land è una terra che rispetta e cura il proprio territorio … una smart land non è fatta solo di eccellenze urbane … una smart land è inclusiva … una smart land è semplice e diretta nel rapporto con i suoi cittadini e i suoi stakeholders
Smart city
Chi ha familiarità con il concetto di smart city avrà riconosciuto l’uso dell’aggettivo smart. Le smart city, o città intelligenti nella terminologia italiana dell’Unione europea, sono città pianificate e gestite con soluzioni digitali e tecnologie innovative (smart) che le rendono più efficienti, sostenibili e vivibili in tutti i loro aspetti: servizi pubblici e sociali, trasporti, ambiente, gestione energetica, infrastrutture, sicurezza, opportunità economiche, integrazione, inclusione sociale ecc.
In inglese il concetto di smart city è un esempio di smart urbanism. Su questo modello sono formate altre espressioni del tipo smart <x> come smart village, smart county, smart district, smart rural area, smart region ecc., dove <x> rappresenta una suddivisione territoriale che ha confini ufficiali stabiliti per finalità amministrative.
E smart land?
La parola inglese land però non ha queste caratteristiche: ha varie accezioni condivise dalla parola italiana terra (superficie terrestre solida, terreno, territorio, patria, area o regione con particolari caratteristiche fisiche come forestland, coastland ecc.) ma non è usata per descrivere enti territoriali come le regioni italiane.
Forse chi ha ideato il nome smart land voleva evocare un concetto che supera l’idea di regione amministrativa, ma probabilmente non ha considerato che In inglese la parola land è spesso usata anche in senso figurato o letterario per indicare una terra astratta, immaginata o connotata emotivamente.
Esempi: the land of freedom, the land of promise e innumerevoli nomi composti come wonderland, il paese delle meraviglie, dreamland, il regno dei sogni e della fantasia, fairyland, il regno delle fate, e vari altri mondi immaginari come never-never land (in Peter Pan l’isola che non c’è), la-la land e cloud cuckoo land, e anche il titolo di un film molto pubblicizzato ultimamente, Slumberland – Nel mondo dei sogni.
Il nome smart land, anche univerbato in smartland e SmartLand mi fa pensare a un luogo di fantasia o a una qualche attività commerciale (land è ricorrente in nomi di ipermercati e megastore, ad es. Foodland, Petland, Hobbyland) e in un contesto italiano evoca inoltre le parole formate con il suffisso –landia. Mi pare invece del tutto inadatto per trasmettere l’idea di una regione moderna, orientata al futuro e amministrata con soluzioni innovative, come si ritiene sia una smart region, e quindi lo classifico come ennesimo esempio di inglese farlocco.
Vedi anche
Altri esempi di anglicismi e pseudoanglicismi lombardi:
► ZHEROGAP
► Mismatch e mismàs, che confusione!
► L’hub vaccinale di Milano, capitale dell’itanglese
► Covid Manager, nuova professione itanglese
Su un’accezione unicamente italiana di smart:
► Lavorare da casa non è smart working!
Sulle diverse accezioni della parola inglese village:
► Le connotazioni di villaggio