Nel lessico politico che caratterizza le discussioni sulle liste elettorali è piuttosto frequente la metafora del paracadute associata ai candidati che hanno certezza di elezione. È particolare perché può essere usata in due modi diversi, candidato con il paracadute e candidato paracadutato, con accezioni che non coincidono.
Candidato con il paracadute
La legge elettorale attualmente in vigore permette le candidature multiple: ciascun candidato può presentarsi in un collegio uninominale e in più collegi plurinominali (max 5). Un candidato con il paracadute è chi ha pluricandidatura o viene presentato in un collegio blindato, e quindi ha la sicurezza di essere comunque eletto.
Candidato paracadutato
È invece un candidato paracadutato chi dal partito viene calato dall’alto in un collegio sicuro dove però non ha nessun legame con il territorio che dovrebbe rappresentare, come ad es. un’onorevole brianzola che ora viene candidata in Sicilia. Questa pratica prende il nome di paracadutismo elettorale.
Chi è paracadutato ovviamente è anche con paracadute ma le due descrizioni, per quanto molto simili, consentono di evidenziare aspetti metaforici diversi della modalità di candidatura.
Negli Stati Uniti carpetbagging
Anche in inglese esiste la locuzione parachute candidate. Negli Stati Uniti c’è però anche un’espressione colloquiale spregiativa più colorita per il politico opportunista che si candida in un collegio elettorale con cui non ha alcun legame: carpetbagger.
La parola ha un’origine curiosa: rimanda alle borse da viaggio fatte con vecchi tappeti – carpet bag – che nella seconda metà del XIX secolo erano il bagaglio tipico di avventurieri, profittatori e politicanti nordisti che si trasferivano al sud subito dopo la guerra di secessione per lucrare sulla ricostruzione o avvantaggiarsene politicamente.
Caricatura del 1872 e immagine di carpet bag da Wikimedia
Vedi anche: Da Mattarellum a Rosatellum: habemus latinellum! (nomi delle leggi elettorali)