Non mi stanco di ripetere che l’abuso di anglicismi è inversamente proporzionale all’effettiva conoscenza dell’inglese e questo titolo apparso in uno dei principali quotidiani italiani ne è una conferma.
Probabilmente chi usa sold out con il significato generico di esaurito non si rende conto che in inglese sold è il participio passato del verbo sell, “vendere”, e che sold out implica una transazione commerciale che non si può concludere perché non c’è più alcuna disponibilità del prodotto (merci o biglietti per spettacoli, eventi sportivi ecc.).
Non ha alcun senso dire che i posti letto di un ospedale pubblico sono sold out perché non sono mai stati in vendita. Eppure è un errore che fanno vari giornalisti e titolisti, tanto che nelle notizie apparse durante i picchi della pandemia si trovano parecchi esempi:
Posso capire che ai titolisti piaccia usare anglicismi brevi che consentono di risparmiare lettere e attirano l’attenzione, però in questi esempi l’aggettivo pieno è più corto e non crea alcuna confusione!
Conferire agli anglicismi accezioni inesistenti in inglese è una caratteristica tipica dell’itanglese, a cui spesso ricorre chi ha una scarsa padronanza non solo dell’inglese ma anche dell’italiano, o comunque si ha l’impressione che abbia un lessico così limitato da non essere in grado di trovare alternative agli anglicismi più in voga.
Anche in questo caso valgono i criteri di condotta di Francesco Sabatini per decidere se un anglicismo è utile o se invece è superfluo e si riflette negativamente su chi lo usa:
Sell out
In italiano l’anglicismo sold out è riconducibile al’uso che se ne fa in inglese come aggettivo (ad es. sold-out concert, sold-out stadium, the match is completely sold out…).
All’origine c’è il verbo sell out, che ha la particolarità di consentire costruzioni con entrambi i verbi ausiliari be e have e di richiedere la preposizione of per specificare cosa è stato esaurito:
Il sostantivo sell-out descrive un evento che ha fatto il tutto esaurito ed è usato spesso con funzione aggettivale, ad es. a sell-out tour.
Il verbo sell out ha anche altre accezioni. Riferito a persone è connotato negativamente e vuol dire “(s)vendersi” nel senso di tradire o venire meno ai propri principi, valori ecc. per tornaconto od opportunità. È un comportamento che si riscontra spesso nei politici e non a caso il sostantivo sell-out che ne deriva ha tra le principali collocazioni political sell-out.
Ciro:
Francamente, non capisco cosa passi nella testa di chi scrive certi titoli, vedasi certi articoli. Ma mi chiedo: il lettore medio è realmente attirato da certe accozzaglie lessicali? secondo i titolisti, questo fare funziona? E in ultimo: di questo sfoggio ‘d’ignoranza’, chi scrive ne è almeno consapevole?
Dal canto mio, un testo del genere mi sta gridando “non leggermi, sono privo di sostanza, e cerco di dissimularlo con un po’di inglese farlocco”.
Anch’io ho dei ‘criteri di condotta’, sul modello di quelli di Sabatini; ma nella scelta di cosa leggere o no a partire dal titolo, quando questo è infarcito di anglicismi:
– il forestierismo è un termine acclimatato in italiano?
– il suo uso è pertinente?
– il termine è ben utilizzato?
– l’italiano manca di un traducente adeguato?
Se almeno uno dei criteri non è rispettato, scarto l’articolo e passo ad altro.
Andrea D’Ambra
Ho pensato esattamente la stessa cosa leggendo questo titolo qualche giorno fa