Nelle notizie sul conflitto in Ucraina è ricorrente la parola villaggio. Alcuni esempi di titoli:
Non occorre alcuna spiegazione per interpretare correttamente villaggio come “centro abitato di dimensioni limitate”. È però poco probabile che ricorreremmo alla stessa parola se dovessimo descrivere un nucleo di case della stessa estensione in un contesto italiano (o di altri paesi occidentali): non credo che chi ci vive affermi “abito in un villaggio in provincia di X” oppure “in un villaggio vicino a Y”.
Usiamo invece altre parole come paese, paesino, paesello, frazione, località, nucleo abitato o abitativo, agglomerato rurale, comunità rurale, abitato rurale. Le scegliamo in base al contesto, al registro d’uso (familiare, formale, burocratico…) e alle connotazioni che vogliamo conferire.
Nell’uso contemporaneo* la parola villaggio può infatti avere connotazioni negative di arretratezza, legate all’accezione antropologica di “forma preistorica o elementare di abitato umano”, e farvi ricorso potrebbe comunicare una valutazione dispregiativa. Villaggio può però avere anche connotazioni positive di amenità, ad es. in un contesto turistico può evocare un luogo pittoresco (villaggio di montagna, villaggio scozzese ecc.). Si tratta in ogni caso di accezioni marcate e inadatte a cronache di guerra.
Village in inglese
L’uso ricorrente di villaggio nei media italiani potrebbe essere dovuto a un’interferenza dell’inglese, che ricorre alla parola non connotata e di uso anche amministrativo village per gli agglomerati più piccoli di town e city e più grandi di hamlet, e la cui popolazione può ammontare anche ad alcune migliaia di persone.
È un concetto che non corrisponde del tutto ma è simile a quello italiano di paese, come si può vedere verificando il numero di abitanti di alcune località ucraine che nelle notizie di questi giorni sono descritte come village in inglese (esempio: Vorzel, an urban-type village with a population of 6,766) e come villaggio in italiano.
La differenza tra village e villaggio consente anche di comprendere meglio perché nelle notizie tradotte dall’inglese venga data molta rilevanza alla riconquista di questi abitati.
La località che i media italiani descrivono come villaggio di Bucha, ad esempio, nel 2021 contava circa 42.000 abitanti.
Suddivisioni amministrative
Un’altra possibile spiegazione riguarda le suddivisioni amministrative ucraine e rimanda alla traduzione ricorrente del tipo di insediamento rurale denominato село (selo), che nelle fonti che ho consultato viene sempre reso con village in inglese e villaggio in italiano (cfr ad es. Administrative divisions of Ukraine e in Suddivisioni dell’Ucraina in Wikipedia). Non conosco però né la lingua né il paese e non mi addentro oltre.
Credo comunque siano rilevabili due difficoltà ben note a terminologi e traduttori ma meno evidenti a chi non è abituato a riflettere sui fatti linguistici:
➤ la mancata corrispondenza tra sistemi concettuali di lingue e culture diverse, determinata da fattori sociali e culturali e di cui le suddivisioni amministrative sono un esempio tipico;
➤ l’anisomorfismo, che è l’impossibilità di far corrispondere tutti i significati e le accezioni di una parola in una data lingua a tutti i significati di una parola in un’altra, come village e villaggio.
* Altri villaggi
Nell’italiano contemporaneo la parola villaggio non ha invece particolari connotazioni all’interno di sintagmi nominali in cui ha l’accezione di “complesso edilizio costruito organicamente come un quartiere urbano, per rispondere alle esigenze o ai desideri di una determinata categoria di abitanti” [Devoto-Oli], come ad esempio villaggio turistico, villaggio olimpico, villaggio operaio, villaggio dello studente, villaggio sportivo.
Altri esempi di anisomorfismo e mancata corrispondenza tra sistemi concettuali:
► captain ≠ capitano
► Le differenze tra rifugiati e migranti
► Violenza in Svezia, una questione terminologica
Nuovo post: Falsi amici dal fronte: private, troops, tank…
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Grazie a @Novacula_Occami per lo spunto per questo post.
Corax:
Non è corretto (anche il capoluogo è un Comune) ma in italiano mi sembra si usi anche “un comune in provincia di” o “un piccolo comune vicino a”. È vero che si tratta di un termine legato alla suddivisione amministrativa, che può essere diversa in altri Paesi (con la P maiuscola), ma in un titolo di giornale mi sembrerebbe comunque migliore di villaggio
John Dunn:
Adesso capisco perché è sempre stato difficile trovare un equivalente italiano della parola village (ma è altrettanto difficile trovare un equivalente inglese dell’italiano comune, nel senso usato da Corax).
Scusami questa risposta tardiva, ma negli ultimi giorni mi sono accorto che i giornalisti della RAI chi sono nell’Ucraina usano spesso la parola villaggio. Non capisco perché, ma forse i loro interpreti o altri collaboratori sul posto hanno la stessa difficoltà nel trovare un equivalente italiano della parole село [selo], parola che esiste sia nel russo, sia nell’ucraino.
Nell’Impero russo selo indicava una piccola comunità rurale dove c’era un chiesa. Nell’Unione sovietica invece la stessa parole indicava una piccola comunità rurale dove c’era un consiglio locale (sel’skij sovet/sil’s’ka rada). Quindi la parola ha un certo peso ufficiale.
Licia:
@John, grazie per i dettagli, che evidenziano i diversi sistemi concettuali in culture diverse.