La notizia del premio Nobel per la fisica a Giorgio Parisi ha fatto conoscere vari aspetti degli altri ambiti di ricerca dello scienziato. Qualche anno fa, ad esempio, ha supervisionato il progetto europeo interdisciplinare STARFLAG che ha identificato modelli e regole che determinano il volo degli stormi di storni: sono un esempio di comportamento collettivo autorganizzato* riscontrabile sotto altre forme anche in ambiti umani, ad es. in alcuni fenomeni economici e sociali.
Il nome del progetto mi dà lo spunto per alcune divagazioni lessicali che non c’entrano nulla con le motivazioni per il Nobel ma sono accomunate da rimandi allo Sturnus vulgaris, uccello nero macchiettato di colori chiari, con piumaggio spesso iridescente, che è sempre più numeroso nei cieli cittadini in autunno, in particolare a Roma.
Storni, stormi e starling
Il nome del progetto, STARFLAG, Starlings in Flight – Understanding Patterns of Animal Group Movements, parrebbe un acronimo inverso e rimanda esplicitamente al nome inglese dello storno, starling.
Nonostante le apparenze, la parola non è formata da star, “stella”, con il suffisso diminutivo -ling, ma deriva dall’inglese antico stær, “storno”, affine a stearn, altro nome di uccello, che a sua volta sarebbe correlato al latino sturnus, di origine indoeuropea, da cui il nostro storno.
Stormo invece deriva dal longobardo sturm, “assalto”, che ci rimanda al tedesco Sturm, quello del famigerato Sturm und Drang del Romanticismo. Le parole stormo e storno sono un esempio di coppia minima.
“Mormorii”? Solo in apparenza!
In inglese lo stormo di storni ha un nome che mi diverte molto: murmuration of starlings (provate a sentire l’effetto della pronuncia a voce alta!). Non ha però il significato di “mormorio” o “lagnanza” della parola letteraria e di bassa frequenza murmuration /ˌmɜːməˈreɪʃən/ (cfr. mormorazione in italiano, un potenziale falso amico se usato nel senso di “maldicenza”, assente in inglese).
Per capire perché lo stormo di storni si chiama murmuration non sono rilevanti neppure l’origine imitativa onomatopeica e la reduplicazione espressiva di murmurare, il verbo latino che è alla base anche della parola inglese più comune murmur, “mormorare”, “mormorio” (e in ambito medico “soffio [al cuore]”).
Più banalmente, murmuration of starlings appartiene a un lungo elenco di nomi collettivi di animali parecchio bizzarri che non sempre hanno una spiegazione logica.
Gruppi di animali: murmuration, murder, parliament…
Il lessico inglese dispone di nomi generici per stormi, branchi, banchi e altri gruppi numerosi di animali della stessa specie, ma esistono anche nomi specifici alquanto particolari e imprevedibili.
Ad esempio, un generico stormo di uccelli è flock of birds ma si può essere più precisi e specificare murder of crows per le cornacchie, parliament of owl per le civette, exaltation of larks per le allodole, flamboyance of flamingos per i fenicotteri, round of robins per i pettirossi, unkindness of ravens per i corvi, cloud of blackbirds per i merli, convocation of eagles per le aquile, company of parrots per i pappagalli…
Altri nomi particolari sono destruction of cats per i gatti, rhumba of rattlesnakes per i serpenti a sonagli, bloom oppure loveliness of ladybirds per le coccinelle, conspiracy of lemurs per i lemuri. Si trovano molti altri esempi in A gaggle, a confusion and a conspiracy – bizarre animal collective group names (BBC) e in List of Names for Groups of Animals (Your Dictionary), e in innumerevoli altre raccolte più o meno affidabili.
In realtà, a parte alcune accezioni, sono nomi raramente usati in normali conversazioni. Sono più che altro curiosità, utili per i pub quiz o per far sfoggio di erudizione.
Spesso l’origine è oscura, anche perché molti nomi risalgono al XV e al XVI secolo e in particolare a un libro del 1486, The Book of Saint Albans, attribuito alla priora Juliana Barnes o Berners. Erano poi caduti presto in disuso ma sono stati riesumati nel XX secolo, come spiega un articolo del vocabolario americano Merriam-Webster, A Drudge of Lexicographers Presents: Collective Nouns.
L’arbitrarietà denominativa fa sì che si possano coniare facilmente altri nomi collettivi, non solo per animali ma anche per persone e cose. Rimangono però in gran parte occasionalismi creati con intenti ironici o ludici per giocare con la lingua, come in questo componimento di Brian Bilston:
Concludo questa lunga carrellata di nomi collettivi ritornando allo spunto iniziale per ricordare che murmuration è lo stormo di storni e non è il movimento o il comportamento degli uccelli in volo studiato dai ricercatori e che in inglese si chiama flocking.
* Per saperne di più sulle regole di autorganizzazione degli storni e di altri animali, con una panoramica dei modelli teorici sviluppati per descrivere fenomeni collettivi, anche umani, e per comprendere il meccanismo di autorganizzazione: Comportamenti collettivi, una lettura affascinante e un ottimo esempio di divulgazione.
Peccato che sia una delle poche pagine in italiano disponibili nel sito dell’Istituto dei sistemi complessi, che fa parte del CNR e quindi è un ente pubblico italiano ma i contenuti sono quasi esclusivamente in inglese!
PS Nobel si pronuncia /nɔˈbɛl/, con l’accento sulla seconda sillaba, come già indicato in Dirac, fermio e altri termini da Nobel.
Isa:
Grazie per questo post, Licia, traboccante di cose utili e belle. (Not so) fun fact: sto traducendo un romanzo dove gli Strigiformi sono molto importanti per uno dei protagonisti, che quando è agitato si ripete ossessivamente delle frasi tra cui “A group of owls is called a parliament”… e non so dove andrò a sbattere la testa 😉
roberto:
la combinazione di stormi di storni mi pare notevole: cambiando la quarta consonante con quella successiva in ordine alfabetico si ottiene un’altra parola pertinente alla prima.
Continuando così, sostituendo la n con la la consonante successiva, la p, si ottiene un’altra parola, storpi, anch’essa pertinte alla precedente.
Il gioco finisce con la q
John Dunn:
Io avrei detto ‘a parliament of rooks’.
Un altro esempio ironico (speriamo): a lack of Principals (i rettori universitari).