Un errore insolito osservato da @thmsch in un articolo di politica:
Non si dice gli *alti là ma gli altolà, espressione che rimane invariata al plurale e che di solito si scrive come singola parola. Probabilmente è solo una svista, ma per me comunque interessante perché mette in evidenza alcune peculiarità linguistiche.
Una reinterpretazione inaccurata
Il plurale *alti là rivela un fenomeno noto come rianalisi, “una ‘reinterpretazione’ di una parola o un costrutto complessi, non giustificata o anche errata sul piano etimologico, spesso consistente in una arbitraria risegmentazione, o guidata da fattori analogici e da etimologie fantasiose”,
In questo caso alto in altolà è stato reinterpretato come aggettivo che va declinato al plurale, e di conseguenza là come sostantivo, ma l’etimologia ci conferma che è stata presa una cantonata.
Alto° qui è un’interiezione, un comando militare dall’imperativo tedesco halt! che dal XIV secolo dà l’ordine di fermarsi a chi oltrepassa i limiti consentiti, L’interiezione è poi rafforzata dall’avverbio là.
Plurali con alti e bassi…
Il fraintendimento del significato di alto con il conseguente plurale errato *alti là è comunque uno spunto per ricordare una particolarità grammaticale: i nomi composti del tipo aggettivo+sostantivo, non molto frequenti nell’italiano contemporaneo, sono invariati al plurale, ad es. francobollo ➝ francobolli e non *franchibolli.
Se però l’aggettivo primo elemento del composto è alto oppure basso, è consentito volgerlo al plurale. Esempi: altopiano ammette sia altopiani che altipiani; basso rilievo ammette sia bassorilievi che bassirilievi, Se altolà fosse un nome del tipo aggettivo+sostantivo – ma non lo è – sarebbe consentita la forma altilà.
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Vedi anche:
► Rianalisi: l’amantide religiosa
► *traccie e altri tipi di errori (come distinguere le scorrettezze)
* Ha la stessa origine di alto anche la parola alt, che quindi è un allotropo o doppione.