Il 15 e 16 maggio la Regione Lazio ha organizzato due giornate straordinarie di vaccinazioni con Vaxzevria (AstraZeneca) aperte a persone sopra i 40 anni. L’iniziativa ha avuto successo: in poche ore sono stati prenotati tutti gli appuntamenti disponibili.
La comunicazione istituzionale e mediatica sulle due giornate ha attirato la mia attenzione perché è un concentrato di anglicismi. Alcuni sfiorano il ridicolo: sono del tutto superflui o addirittura usati a sproposito.
Open Day
La Regione Lazio ha scelto di chiamare le due giornate Open Day, con le iniziali maiuscole come se fosse un nome proprio. La locuzione open day è entrata in italiano all’inizio degli anni ‘90 con lo stesso significato che ha in inglese britannico: indica una giornata in cui una scuola, un’università o un’istituzione pubblica o privata a cui normalmente non si ha accesso viene aperta al pubblico che può così visitare le strutture.
Open day non vuol dire genericamente “giornata aperta” a qualsiasi tipo di attività o categoria di persone (in questo caso gli ultraquarantenni). Nell’accezione “giornata straordinaria di vaccinazioni” della Regione Lazio è un anglicismo usato impropriamente.
Ho notato anche open night, che nelle intenzioni di chi lo usa è lo stesso tipo di evento dell’open day ma in orari notturni. Si tratta però di uno pseudoanglicismo: improbabile che in inglese venga usato per una nottata (notturna?) di vaccinazioni.
A Matera intanto si sono inventati l’AstraNight, un altro pseudoanglicismo, ma è italianissimo invece il metodo di prenotazione usato: la distribuzione di numerini su cui è indicata la fascia oraria di vaccinazione.
Aggiornamento – La serie di nomi con l’aggettivo open usato impropriamente continua con Open Week (Regione Lazio), che però non riguarda un’intera settimana ma solo 4 giorni, da mercoledì 2 giugno, Festa della Repubblica, a sabato 5 giugno.
Alcuni media hanno hanno riportato le parole dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio che a quanto pare ha trasformato Open Week in un ancora più improbabile week day AstraZeneca, nome in inglese farlocco indicativo di conoscenze linguistiche alquanto limitate: in inglese weekday è il giorno feriale.
Ticket virtuale
Non è chiaro perché la Regione Lazio abbia deciso di chiamare ticket virtuale la ricevuta della prenotazione ottenibile esclusivamente online sul sito o tramite l’app UFirst (!). In un contesto di salute pubblica la parola ticket è fuorviante perché può far pensare che la vaccinazione non sia gratuita ma richieda un pagamento.
Come sappiamo tutti, nel lessico comune italiano ticket è infatti la quota pagata nell’ambito del servizio sanitario per acquistare medicinali od usufruire di prestazioni mediche. È un’accezione assente in inglese: ticket è uno pseudoanglicismo che ci arriva dal francese ticket modérateur (altri dettagli in “un ticket per un beverage e due food”).
Forse il nome ticket virtuale è stato scelto da un appassionato di cavalli da corsa? La parola ticket era infatti entrata nel lessico italiano alla fine del XIX secolo con un’accezione legata all’ippica: “tagliando consegnato dal totalizzatore al giocatore con i dati relativi alla scommessa effettuata”.
Nel servizio sanitario britannico (NHS) la ricevuta di prenotazione con cui accedere alla vaccinazione si chiama booking reference number.
Sold out
Nei titoli sulla riuscita dell’iniziativa è ricorrente l’espressione inglese sold out, usata anche in italiano per segnalare che i biglietti per un concerto o altro spettacolo sono stati venduti tutti.
Possibile che nelle redazioni nessuno si sia reso conto che sold è il participio passato di sell, vendere, ma in questo caso non c’era nulla in vendita e quindi l’anglicismo è una scelta lessicale incongruente? Sarebbe bastato usare l’espressione italiana tutto esaurito o il verbo esaurire, che hanno il vantaggio di non evocare esplicitamente pagamenti.
Nuovo post: Se gli ospedali sono “sold out”… (con alcune osservazioni su verbo inglese sell out)
Hub e slot
Ho già descritto l’uso improprio di hub qualche settimana fa in L’hub vaccinale di Milano, capitale dell’itanglese. Ora hub è usato ovunque in Italia con il significato, assente in inglese, di “luogo di grandi dimensioni dove ci si vaccina”. Forse però l’Assessore alla Sanità pensava anche al significato aeroportuale di hub quando ha descritto gli appuntamenti (o posti) disponibili come slot!
Ho aggiunto questi esempi al mio Elenco di anglicismi istituzionali e anche stavolta valgono le stesse considerazioni già fatte: usare anglicismi a caso come quelli appena descritti è mancanza di rispetto per i cittadini che non conoscono l’inglese (ed è anche una dichiarazione pubblica che le proprie conoscenze di inglese sono scarse!).
In tema vaccinazioni, vedi anche:
✘ Vax manager
✘ Furbetti del vaccino
✘ Invidie “vaccinali” e altri neologismi
✘ AstraZeneca è un vaccino raccomandato?
✘ Vaccini per età: over 80enni e over 85 anni.
✘ Promemoria per i media: vaccino ≠ siero ≠ antidoto
Flavia:
Ma si è capito poi cosa sono gli ‘slot’? Lotto-i nell’accezione 3.d suppongo (e spero) : https://www.treccani.it/vocabolario/lotto/
Monmartre Angeloise:
Buon giorno,
rispondo a Flavia da informatico: uno slot è uno spazio in cui può essere alloggiato qualcosa.
Da qui, per estensione graduale, si sente dire:
Utente: “La mia casella di posta è piena.” Tecnico: “Ho uno slot [di spazio] di riserva sull’altro disco, non ti preoccupare.”
Persona 1:”Devo parlarti; puoi?” Persona 2: “Sono tirato, ma posso concederti uno slot [di tempo] fra la riunione delle 10 e quella delle 11”.
Seguendo l’uso esemplificato dal Treccani da b a g, con slot s’intente una parte suddivisa di un qualcosa. (Come ha giustamente inteso Corbolante.)
Marco:
Qua in Inghilterra ho visto che l'”open night” viene chiamato “late night walk-in vaccination session”.
Jeanne:
Temo quanto sia perso. Ho appena letto un libro che parla delle lingue per il mondo che ogni giorno spariscono e l’autore pone l’idea che appena qualsiasi lingua sparisce, un modo di vivere, di pensare sparisce. In inglese il libro si chiama “The Last Speakers,” e ne ho scritto qui:
https://ciambellina.blogspot.com/2021/05/the-last-speakers-and-other-yesterday.html
John Dunn:
Ieri ho trovato sul sito della BBC questo:
Covid: Half of appointments missed at Glasgow mass vaccine hub [https://www.bbc.com/news/uk-scotland-glasgow-west-57228041]
È la prima volta che ho visto la parola ‘hub’ usata in questo senso in inglese, ma oggi l’ho sentita diverse volte sulla radio (BBC Radio Scotland).
Googlando ‘mass vaccine hub’, si trova 5200 esempi (non tantissimi), provenienti dal Regno Unito, Australia e dagli Stati Uniti. Il primo esempio che ho trovato è datato il 21 di gennaio 2021 ed è sul sito http://www.peterboroughmatters.co uk [https://www.peterboroughmatters.co.uk/coronavirus-covid-19-local-news/peterborough-mass-vaccine-hub-opening-in-thorpe-road-55025]
Quindi non risulta che questo uso di hub sia totalmente assente in inglese, anche se non è molto presente. Però non riesco a spiegarmi perché si è cominciato a usare ‘hub’ in questo senso: come dici tu, non sembra corrispondere al uso normale di questa parola in inglese.
Licia:
@Flavia e @Monmartre penso che slot nel senso di “intervallo di tempo” derivi piuttosto dal periodo di tempo destinato all’atterraggio o al decollo di un aereo.
@Marco grazie per il dettaglio.
@Jeanne per l’italiano però non c’è alcun pericolo di scomparsa! Gli anglicismi riguardano quasi esclusivamente il lessico, che è il livello più superficiale della lingua, e la loro presenza nella lingua effettivamente usata per la maggior parte delle conversazioni quotidiane è limitata. Qualche altra osservazione in Davvero fra 80 anni non si parlerà più italiano?
@John, mi incuriosisce molto questo uso di hub anche perché mi è stato spiegato che nell’ambito della sanità italiana sono molto usati i modelli hub and spoke (ad es. un centro di riferimento di terapia del dolore è un hub mentre gli ambulatori di terapia antalgica sul territorio sono spoke), quindi può darsi che poi hub sia stato reinterpretato come “centro di riferimento”. Intanto ho anche provato a fare una ricerca nel sito dell’NHS e ho trovato vari esempi di hub usato con il significato di luogo dove sono concentrate attività specifiche, quindi per molti aspetti simile a centre. Esempi: Clinical Hub, healthcare hub, GP hub, Discharge Hub, Hope and Resilience Hub.