Proctoring e altre parole per esami con l’inganno

Reperti storici dalla Cina:

tweet con foto di reperti cinesi e testo Tools for cheating on the Chinese imperial civil service examinations--from the Qing Dynasty (1644-1911): cheat book, cheat vest, and cheat socks.

Bigliettini

Le locuzioni evidenziate – cheat book, cheat vest e cheat socks – hanno come modello cheat sheet, il nome usato in inglese americano per i bigliettini pieni di informazioni essenziali, scritte in caratteri minuti, che sono usati di nascosto agli esami (cfr. crib sheet nell’inglese britannico: crib è un verbo informale che vuol dire scopiazzare o plagiare; il sostantivo può essere anche un bigino).

In italiano i bigliettini hanno più nomi: sono usati vari geosinonimi tra cui bigino, pizzino, copietta, cartuccia, foglietto, rionetta (fonte: @latraduzionedim). Ma ancora più numerosi e fantasiosi sono gli stratagemmi a cui si ricorre per copiare durante compiti in classe ed esami!

Cheating

Copiare da altre persone o ricorrendo ai propri bigliettini è una pratica purtroppo molto comune nelle scuole italiane, credo da sempre. Eppure nell’ambito dell’istruzione si ricorre all’anglicismo cheating, come se le parole imbrogliare e imbroglio non fossero sufficientemente precise: ne avevo discusso qualche anno fa in Itanglese a scuola: il cheating. Non è l’unico anglicismo superfluo in questo ambito: con la pandemia ne è apparso uno nuovo.   

Proctoring

In alcune università italiane la didattica a distanza e gli esami non più in presenza hanno fatto entrare nell’uso l’anglicismo proctoring. Nell’inglese americano proctor è la persona incaricata di sorveglianza agli esami e anche il verbo che ne descrive l’attività (nell’inglese britannico invece la persona si chiama invigilator e il verbo è invigilate).

In italiano proctoring ha assunto un significato più specifico: è diventato un termine tecnico usato in riferimento a software che esegue automaticamente la sorveglianza durante gli esami online. Deve essere installato sul computer dello studente, da dove acquisisce dati che elabora con sistemi di intelligenza artificiale per rilevare eventuali attività sospette e allertare il sorvegliante.

The following information will be collected during the duration of the exam: Your microphone • Your physical location • Your identity • Your clipboard • Your mouse location • Your browser size • Your browser tabs and windows • Your head movement • Your eye movements • Your mouth movements • Your entire screen • Any website you visit • A scan of your testing environment • Any other applications running • Number or display screens connected

La convinzione che proctoring abbia un significato tecnico molto specifico presumo sia dovuta a scarsa familiarità con la parola proctor. È probabile che chi l’ha incontrata per la prima volta nei nomi commerciali e nelle interfacce di alcuni di questi programmi (ProctorU, AIProctor, ProctorExam, Proctortrack, Remote Proctor ecc.) abbia concluso erroneamente che fosse un termine informatico.

Basta però guardare i commenti in inglese britannico per vedere che se ne discute ricorrendo invece a remote invigilation, online invigilation, invigilation software ecc.   

Proctoring è quindi un anglicismo superfluo: in inglese non è un termine tecnico ma descrive un’attività che in presenza si è sempre fatta e che in italiano ha già un nome: la sorveglianza agli esami (o degli esami). Se avviene a distanza e si ricorre ad apposito software, basterà specificare, come si fa anche in inglese, che è da remoto, online oppure telematica.
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Nota –  Nell’inglese britannico in ambito accademico la parola proctor ha un altro significato: in alcune università designa un docente che ha responsabilità particolari in ambito disciplinare. La parola proctor è nata come contrazione di procurator (sono allotropi) e non ha nulla a che vedere con l’elemento formativo procto-, dal greco prōktós, “ano”, che si ritrova in termini come proctologist, il medico specialista dell’intestino retto.


Per saperne di più: Proctoring, il software scova chi bara agli esami online. E gli studenti si rivoltano (Agenda Digitale) e Proctoring in università (Privacy Network), due articoli che evidenziano i problemi legati a questioni tecniche, acquisizione di dati sensibili, riservatezza e altro dei sistemi di sorveglianza di esami da remoto.


In tema, vedi anche:
Itanglese a scuola: il cheating 
Copycat crime: cosa c’entra il gatto?
Patchwriting, scopiazzare rabberciando

6 commenti su “Proctoring e altre parole per esami con l’inganno”

  1. Monmartre Angeloise:

    Allora il nome del capopoliziotto di “Scuola di Polizia” non era un’allusione!
    Ero convinto che fosse un modo divertente di chiamarlo “faccia di c*l*”. L’ho sempre collegato a proctologia e i composti di procto.
    Appena ho letto proctoring ho pensato fosse la nuova moda di chiamare per addolcire l’esame proctoscopico.

  2. Iwoss:

    È da notare che proctor e proctoring non hanno nulla a che fare con il greco πρωκτός, ma derivano da una contrazione medio-inglese di procurator, a sua volta dal francese antico procuratour, e infine dal latino procurator ‘amministratore’; si tratta quindi di un latinismo.

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