Si sta discutendo molto della decisione dei principali social di bloccare i profili social di Donald Trump perché ha violato i termini di servizio (in alcun casi è una sospensione temporanea, in altri è una cancellazione permanente, come per Twitter).
Per descrivere questo oscuramento molti hanno fatto ricorso all’anglicismo deplatforming, ad esempio “Deplatforming” Trump: la giusta decisione di Facebook e Twitter di bloccare gli account del presidente uscente che chiarisce molti aspetti della vicenda.
Cosa significa deplatforming? La sezione Neologismi del Vocabolario Treccani ne dà una definizione molto chiara:
deplatforming (de-platforming) s m. inv. In internet, cancellazione di contenuti, pagine o profili presenti nelle piattaforme di relazioni sociali, messa in atto nei confronti di utenti che abbiano violato i termini di servizio delle piattaforme stesse, con particolare riferimento ai discorsi d’odio (hate speech); anche, pratica di hackeraggio mirante a cancellare o impedire l’espressione di opinioni a persone o gruppi considerati controversi o pericolosi. |
Altri usano spiegazioni molto più sintetiche come “negazione dell’accesso a una piattaforma” o “cancellazione della piattaforma”. Mi pare che tutti diano per scontato che con piattaforma si intenda piattaforma digitale nel senso di social media ma l’origine del termine è diversa.
Deplatform e no-platform
In inglese il verbo deplatform ha un significato più ampio: non indica solo il blocco o il silenziamento su social, forum o altri siti web dei profili di chi esprime punti di vista inaccettabili, offensivi o ripugnanti, ma significa anche impedire la partecipazione ad altri tipi di dibattito pubblico. Può indicare, ad esempio, un tipo di attivismo che con azioni di protesta porta al ritiro dell’invito di personaggi controversi a conferenze o altri eventi. La voce Deplatforming di WIkipedia (in inglese) ha molti esempi.
Nell’inglese britannico il verbo correlato no-platform è usato prevalentemente in ambito universitario quando le associazioni di studenti boicottano interventi indesiderati.
La parola platform da cui hanno origine deplatform e no-platform non va quindi interpretata nel senso informatico o digitale più recente ma indica invece il palco, la tribuna o il pulpito a cui viene metaforicamente negato l’accesso.
Vedi anche Slacktivism, clicktivism e altri attivismi digitali