Michelle Obama si è rivolta agli americani con un video in cui li invita a votare per Joe Biden alle prossime elezioni presidenziali. Uno dei passaggi più citati evidenzia anche un uso particolare dei pronomi di terza persona in inglese:
Singular they
Ho evidenziato in giallo il cosiddetto singular they, l’uso del pronome (e dell’aggettivo possessivo) di terza persona plurale anche se il soggetto è una singola persona.
Nell’uso contemporaneo il singular they ha tre funzioni diverse, di cui una molto recente, che ho descritto in Cos’è il singular they e come si usa. In questo caso è usato per riferirsi genericamente a una persona il cui sesso non è rilevante.
how a president focuses their time […] is a direct reflection of the life they’ve lived […]. A president’s policies are a direct reflection of their values ” |
Con questo espediente grammaticale Michelle Obama ha potuto enfatizzare che la carica di presidente degli Stati Uniti non è riservata agli uomini, come invece avrebbero potuto implicare le alternative a president focuses his time… the life he’s lived… his values.
Inoltre, la terza persona plurale (they… their) è usata anche come artificio retorico per creare un contrasto tra il ruolo di presidente, una figura istituzionale super partes su cui si hanno aspettative di tipo etico e morale, e l’attuale presidente, un individuo con un comportamento da isolare, per il quale è usata la terza persona singolare (his… himself).
Nei media italiani
Le parole di Michelle Obama sono state riportate anche da alcuni media italiani, con la stessa traduzione (solita agenzia!):
L’ultimo attacco a Trump riguarda anche i suoi valori e arriva in un discorso generale sulle caratteristiche dei presidenti: “Le politiche di un presidente sono il diretto riflesso dei suoi valori e lo stiamo vedendo con quello attuale, che ha devoluto la sua vita ad arricchirsi” |
A parte l’errore di traduzione (devote significa impegnare, dedicare e non devolvere), si può notare che nel testo italiano è stata persa la contrapposizione tra figura istituzionale e attuale presidente degli Stati Uniti, o comunque non è altrettanto eloquente, e il ruolo di presidente è diventato esplicitamente maschile: è stato considerato solo cosa è stato detto da Michelle Obama ma non come l’ha comunicato.
In questo post però non mi interessa un’eventuale traduzione alternativa ma dare invece rilevanza a un esempio molto efficace di singular they. Si tratta infatti di un meccanismo grammaticale che ultimamente ha ricevuto molta attenzione ma che in italiano viene spesso frainteso, ad es. dai media che lo descrivono e da chi cerca di riprodurlo: esempi in Cos’è il singular they e come si usa.
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Vedi anche: Presidenti e pronomi a confronto (seconda persona plurale inclusiva ed esclusiva)
È sempre un piacere ascoltare l’inglese di Michelle Obama: in ‘Fear, division, chaos’: Michelle Obama video blasts Trump over racial injustice c’è il video integrale e una versione ridotta con le parti più rilevanti.
John Dunn:
Forse è perché parlo l’inglese britannico, ma per me questo uso di they è assolutamente normale; anzi, in questo contesto sarebbe difficile esprimersi in un altro modo, visto che nell’inglese odierno he/his non sarebbe più accettabile. Perciò non sono convinto che Michelle Obama volesse enfatizzare qualcosa, e penso che il contrasto con il his/himself quando parla di Trump sia piuttosto casuale.
Ma nell’italiano c’è un tipo di parallele, dove si usa il plurale per un riferimento generico:
Si prega la gentile clientela di entrare uno alla volta, muniti di mascherina.
Licia:
@John, grazie per le osservazioni sempre utilissime. L’inglese che ho imparato io è “europeo” e anche per me parlante L2 il singular they è sempre risultato del tutto normale. Mi ha colpita l’uso di Michelle Obama perché nelle interazioni con americani che ho avuto quotidianamente quando lavoravo per una multinazionale americana, soprattutto con chi si occupava di internazionalizzazione, geopolitica ecc., era evidente la differenza tra le due varietà di inglese: loro non lo usavano mai e negli esempi, ad es. nelle guide dei prodotti e sul sito, era sempre un alternarsi di he e she. Da qualche parte dovrei avere ancora la guida di stile che avevo dovuto seguire qualche anno fa per il capitolo di un libro americano di taglio accademico e c’era una nota molto esplicita che non si poteva usare il singular they alla maniera britannica (ci avevo provato lo stesso ma erano subito scattate le correzioni!). Sicuramente queste esperienze mi hanno influenzata e mi hanno fatto pensare che quella di Michelle Obama fosse una scelta voluta. In ogni caso, è difficile da riprodurre adeguatamente in italiano.
Grazie per l’esempio italiano, molto interessante perché sono quei dettagli che spesso sfuggono ai parlanti nativi.
Flavia:
In italiano c’è il pronome personale e possessivo di terza persona ‘loro’ plurale invariabile che non distingue fra il femminile e il maschile. In dialetto veneto c’è invece la variazione per il pronome personale (lori-lore) mentre rimane invariato l’aggettivo possessivo: sempre ‘so’ per femm. masc. sing. e pl.
Giovanni:
Forse sfugge ai parlanti nativi anche l’uso invalso della coniugazione al singolare del verbo esserci anche quando il soggetto è plurale. Riporto da un romanzo di qualche decennio fa che sto giusto leggendo: “Ma uomini, esseri umani, non ce n’è, né vivi né morti, né là dentro né fuori.”
schlaks:
ho scoperto l’esistenza del singular they giocando a bridge sulla famosa piattaforma bbo; quando entri come sostituto nei tornei amministrati da acbl (la lega americana) ricevi più o meno
schlaks:
…questo messaggio: Thx for subbing. Original player may be reseated if they return