Ho scoperto che ci sono persone convinte che si dica *lobomotizzato anziché lobotomizzato come epiteto per qualcuno che si ritiene senza cervello, incapace di ragionare con la propria testa. Alcuni esempi da Twitter:
Escluderei la scorrettezza accidentale perché alcune persone fanno ripetutamente questo errore*, non solo nello scritto ma anche nel parlato, quindi presumo siano convinte che si dica davvero così.
Probabilmente non sanno che la forma corretta lobotomizzato è un derivato di lobotomia e che in medicina l’elemento formativo –tomia, dal greco per “taglio”, indica una resezione, apertura o interruzione chirurgica.
La parola lobomotizzato mi incuriosisce perché non riesco a capire che significato venga attribuito al segmento –motizzato. Forse dovrebbe richiamare un qualche tipo di movimento? O forse la parola viene rianalizzata in modo diverso? Oppure non c’è alcuna associazione ad altre parole conosciute e si tratta di un banale fraintendimento?
Anche se *motizzato non è riconducibile a nessuna parola italiana, credo si possa comunque classificare lobomotizzato come un malapropismo – la sostituzione di una parola con un’altra che ha suono simile ma tutt’altro significato, come ad es. il polistirolo alto per il colesterolo alto.
Dettagli e altri esempi in Malapropismi: il “bene placido”.
* La mia impressione è che questo errore sia diffuso soprattutto tra i Nuovi negazionisti (non solo del Covid).
Irina:
Tutto questo mi fa pensare a un testo di Primo Levi: “L’aria congestionata” (nel volume “L’altrui mestiere”). Lì c’è scritto:
“Proseguendo pesantemente e senza discrezione l’indirizzo umanistico, ricorriamo per le cose nuove alle lingue vecchie, al latino e al greco. Ora, non pare che i risultati siano sempre bene accetti agli utenti, cioè a tutti coloro che parlano; i quali si trovano di fronte a vocaboli palesemente “innaturali”, imposti dall’alto, prefabbricati, troppo lunghi e poco chiari, privi di qualsiasi suggestione di analogia, spesso carichi invece di suggestioni ed analogie false.”
Jacopo:
Sempre in ambito di discorsi da epidemia ci sono taluni che parlano di “assemblamenti” anziché “assembramenti” e di conseguenza anche nella forma verbale “assemblarsi” ecc…
Penso rientri nella stessa casistica.
Purtroppo ne ho solo testimonianza (anche se diretta) orale e non scritta
granmadue:
Per i logodepisti questi tipi di errore sono sintomo di un disturbo specifico del linguaggio. Ne sarebbe affetta il 3×100 della popolazione.
In particolare, nel caso di “lomobotizzato” si tratterebbe di un’inversione di grafema (o di fonema, a seconda che lo si scriva o lo si pronunci).
Quando l’errore avviene solo in forma scritta il disturbo viene chiamato disortografia. Quando viene compiuto sia nello scritto che nel parlato – come sembra essere questo il caso – non so come si chiama.
[“logodepisti” era voluto eh :)]
Flavia:
@granmadue : Credo si chiami ‘dislalia’ il disturbo di pronuncia, ma nel nostro caso sembra più un fenomeno di metatesi, abbastanza comune nelle lingue.
Marco Nani:
Siete troppo comprensivi. Secondo me si tratta di crassa ignoranza. Il sentito dire e mal ripetuto, come nel gioco del telefono senza fili, è il tratto distintivo della nostra incultura ( e non vale solo per i vocaboli). Dissento stavolta anche da Primo Levi la cui preoccupazione era che fosse trascurata la cultura scientifica nel nostri paese. Non poteva immaginare lo scadimento generale in cui saremmo giunti.