I paesi frugali? Per ora sono falsi amici

esempi di notizie: 1 Repubblica: “Aiuti UE, colpo all’Italia. I paesi frugali chiedono un taglio di 15 miliardi di euro ai sussidi”; 2 TGCOM24: “Recovery Fund, Conte: l’Eurpa è sotto ricatto dei Paesi frugali”; 3 ANSA: “Braccio di ferro con i frugali al Consiglio UE. Conte, Dobbiamo chiudere.

Nelle notizie sul Consiglio europeo straordinario del 17-19 luglio 2020 è ricorrente l’espressione paesi frugali. Identifica un gruppo di quattro paesi – Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia – che nei media italiani spesso sono in contrapposizione a paesi mediterranei.

Se vi siete chiesti che significato vada attribuito all’aggettivo frugale riferito a un paese, vuol dire che siete più attenti all’uso della lingua dei giornalisti che non hanno riconosciuto un falso amico e hanno tradotto letteralmente la locuzione inglese frugal countries.

Frugale vs frugal

In italiano frugale ha queste accezioni:

frugale: 1. CO spec. di cibo, di pasto o di abitudine alimentare, parco, modesto e semplice: cena frugale, gusti frugali | di qcn., moderato nel mangiare e nel bere: un uomo frugale 2. TS agr. di pianta, che non richiede particolari cure né concimazioni abbondanti

In inglese, se riferito a cibo frugal vuol dire semplice, poco costoso; in questo senso può anche implicare moderazione nel consumo, come in italiano. Se invece descrive un comportamento o uno stile di vita ha un’accezione ora assente in italiano: vuol dire parsimonioso, economo, attento alle spese, accorto nell’uso delle risorse disponibili. Nell’inglese americano una collocazione ricorrente è frugal government, in riferimento a uno dei principi del liberalismo.

In origine, frugal four

L’espressione frugal countries è da ricondurre a frugal four, una descrizione usata per la prima volta in un articolo del Financial Times del 2018 per caratterizzare il rigore finanziario di Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia, quattro paesi accomunati dall’intento di mantenere i finanziamenti per il bilancio dell’UE sotto il tetto dell’1% del reddito nazionale lordo dell’Unione anche dopo la Brexit.

‘Frugal four’ band together against Brussels’ plans to boost budget

Nel febbraio 2020 frugal four ha avuto ulteriore visibilità grazie a The ‘frugal four’ advocate a responsible EU budget, un intervento sul bilancio UE firmato dai capi di governo dei quattro paesi. Nella gestione dell’emergenza COVID-19 anche la Finlandia si è avvicinata alle posizioni dei quattro paesi, accomunati da un atteggiamento estremamente cauto sul finanziamento del fondo per la ripresa (recovery fund). 

Aggiungo l’osservazione di John Dunn dai commenti che nell’inglese britannico Frugal Four è efficace non solo per l’allitterazione ma anche perché è una formulazione che rimanda sia a Fab Four (i Beatles) che a Famous Five (gli eroi di una serie di libri per ragazzi).

Va comunque ricordato che frugal four e frugal countries sono due espressioni del linguaggio giornalistico che poi sono state adottate anche dalla politica, ma non sono usate in nessun documento della comunicazione istituzionale dell’UE.

Paesi frugali in italiano

Nei media italiani già prima della pandemia si trovano varie occorrenze di Frugal Four, di solito seguito dai nomi dei paesi ma raramente con altre spiegazioni; spesso l’anglicismo è tra virgolette o preceduto da cosiddetti.

È invece più recente la traduzione letterale paesi frugali, anche con un’insolita iniziale maiuscola per Paesi. Si può notare un’evoluzione nell’uso: inizialmente la locuzione era spesso preceduta da cosiddetti e/o appariva tra virgolette che ora invece sono sempre meno usate. Ultimamente sono apparse anche varie occorrenze di frugali usato come sostantivo, un esempio di nominalizzazione. Esempio:

Scontro Rutte-Conte sul controllo delle riforme. E i frugali insistono: tagliare i fondi del Recovery

In un videomessaggio del 18 luglio anche il capo del governo Giuseppe Conte è ricorso all’espressione paesi cosiddetti frugali, quindi presumo che non si sia fatto domande sul significato o se risulti davvero comprensibile a chi non sa cosa vuol dire frugal in inglese.

C’è però anche chi ha cercato alternative alla traduzione letterale paesi frugali e ha optato per soluzioni come paesi rigoristi o che seguono una linea rigorista (cfr. rigorismo, eccessiva severità, specialmente nell’applicazione di norme o leggi).

Nel tempo vedremo se paesi frugali rimarrà un occasionalismo oppure si affermerà nel linguaggio della politica, conferendo così una nuova accezione all’aggettivo frugale: in questo caso il falso amico si trasformerebbe in prestito camuffato.


Anglicismi governativi

Nel videomessaggio Conte ha usato anche alcuni anglicismi: “Next Generation EU, un programma per la ripresa europea”,i famosi rebates” (senza chiarire di cosa si tratti), e “mettono in discussione i loans, i prestiti”.

Basterebbe consultare IATE, il database terminologico dell’Unione europea, per vedere che nel contesto del bilancio comunitario rebate è un meccanismo di correzione.


Vedi anche:

Elenco di falsi amici
Frugalista (un altro esempio di frugalfrugale)
Acronimi poco lusinghieri: PIGS e STUPID (vecchi raggruppamenti di paesi europei)
Non è Recovery Fund ma fondo per la ripresa (aggiornato con una nota sull’abbreviazione impropria Recovery)

Grazie a @Traslando e @TranslAAttitude per gli spunti

12 commenti su “I paesi frugali? Per ora sono falsi amici”

  1. Marco Sgrignoli:

    Già in passato avevo notato su queste pagine quella che mi pareva un’eccessiva puntigliosità, che a volte dava la sensazione sconfinare nell’esibizionismo autocelebrativo e nel volersi distinguere a ogni costo. “Vita frugale”, “abitudini frugali”, ecc. sono espressioni che sento da sempre per indicare uno stile di vita sobrio e parsimonioso. Se devo sbilanciarmi, affermo anche di sentirle più spesso in quest’uso figurato che relativamente al cibo (chi mai parla *davvero* di “pasti frugali”?). Non ho dunque avuto alcuna difficoltà a interpretare l’accezione giornalistica di questi giorni.

    A riprova del fatto che quanto scrivo non è un uso idiosincratico, cito il dizionario Treccani:

    frugale agg. [dal lat. frugalis, der. di frugi «sobrio»]. – 1. Parco, sobrio, detto di persona moderata e semplice nel mangiare e nel bere, e del vitto stesso: un uomo f.; una f. colazione; Sia frugal del ricco il pasto (Manzoni); estens., abitudini f.; vita frugale. 2. Per estens., in agraria, di pianta che non ha bisogno di molte cure e soprattutto di concimazioni copiose; contrapp. a esigente. ◆ Avv. frugalménte, con frugalità, sobriamente: vivere, mangiare frugalmente.

    http://www.treccani.it/vocabolario/frugale/

  2. Licia:

    @Marco, suggerisco di dare un’occhiata ai social, ad esempio a Twitter dove le ricerche sono più facili, per vedere quanti sono perplessi dall’uso dell’aggettivo frugale usato per descrivere un paese: troverà moltissimi commenti e perplessità e anche parecchie battute sulla moderazione nell’alimentarsi. È anche una questione di collocazioni: in italiano frugale è associato principalmente a sostantivi quali pasto, cibo, cena, pranzo, colazione, abitudine. In inglese invece, come indicato nel post, tra le collocazioni più frequenti c’è frugal government e anche per questo la locuzione frugal country non risulta insolita. Aggiungo anche che questo post ad ora ha già avuto più di 15.000 visualizzazioni da ricerche sul significato di paesi frugali: non è ovvio e quindi mi auguro che evidenziare le differenze d’uso dell’aggettivo in inglese e in italiano possa risultare utile a chi non ha le sue stesse certezze.

    PS Con uso idiosincratico immagino intenda l’accezione che ha idiosyncratic in inglese ma non in italiano? Cfr. Falsi amici: idiosyncrasy ≠ idiosincrasia.

  3. Andrea P:

    Se mi posso permettere, vorrei aggiungere che l’aggettivo “frugale” ha anche una connotazione di povertà legata alla sobrietà, e quasi sempre in relazione ad un pasto.
    Un pasto frugale è anche un pasto povero, una vita frugale è una vita condotta in quasi povertà (anche se non necessariamente in conseguenza di una mancanza di denaro).
    L’associazione di questo aggettivo a dei paesi europei, non certo poveri, come quelli del nord, è un’altra nota stonata.
    Poi certo, se come Marco Sgrignoli ha fatto, si prova ad analizzare il termine, si può arrivare alla corretta interpretazione. Ma quanti giornalisti hanno fatto la stessa operazione, e non si sono limitati ad aggiungere una vocale in fondo? (Del resto, per parlare inglese basta togliere l’ultima vocale, vero? ” Du gust is megl che one!”)

  4. Licia:

    @Andrea, grazie per avere evidenziato l’associazione a povertà.

    A proposito della superficialità della traduzione letterale, in uso ormai da qualche mese, a quanto pare finalmente anche i media si sono resi conto che l’espressione paesi frugali non è trasparente e cominciano a chiarire cosa si intende. Questa, ad esempio, è la spiegazione apparsa solo oggi 20 luglio in uno dei principali quotidiani italiani:

    perché paesi frugali

  5. Silvia:

    In realtà negli ultimi anni il termine frugale è usato in italiano su social, blog etc per indicare non più solo abitudini alimentari, ma proprio una vita parsimoniosa e parca, attenta allo spreco di risorse, incentivante il riciclo, etc. etc. Uno dei libri del principale teorico della “decrescita felice” del 2012 ha come titolo in italiano “Per un’ abbondanza frugale”.

  6. Giovanni:

    Paesi frugali è di immediata comprensione, il contesto rende l’espressione inequivocabile. Inoltre ha una sfumatura di significato diversa da rigorosi, e secondo me più azzeccata, ponendo l’accento non tanto sulla disciplina, quanto sulla correttezza: non spendo a debito, ossia più di quanto possa permettermi con le mie forze, mettendo in conto il rischio di non poterlo restituire o di drenare risorse a scapito di altri. In Europa c’è una contrapposizione politica di cui il termine frugali suggerisce la connotazione principale.

  7. Raffaella:

    La traduzione genera fraintendimento, in italiano il termine frugale indica accezioni positive, moderazione, pacatezza, sobrietà, semplicità non riconducendo ad un atteggiamento economico. L’adozione del termine da parte della stampa italiana andrebbe sempre virgolettato o corsivato per evidenziare l’ambiguità del significato

  8. Roberto:

    Articolo interessante, ma è stata presa unicamente la definizione del De Mauro e non di tantissime altre fonti. Frugale significa anche misurato e per l’appunto, parsimonioso. Insomma, articolo carino, ma fatica un po’ sprecata… in realtà quelle accezioni già esistono in italiano.

  9. John Dunn:

    Penso che l’espressione ‘frugal four’ sia stata scelta dai giornalisti del Financial Times non solo per l’allitterazione, ma per le associazioni (palesi per chi è cresciuto nel Regno Unito) con collocazioni come the Fab Four (The Beatles) e the Famous Five (gli eroi di una serie di libri per ragazzi scritti da Enid Blyton).

  10. Licia:

    Grazie a tutti per i commenti e i diversi punti di vista, in particolare a John per il rimando a Fab Four.

    Aggiungo qualche altra informazione con una premessa: se non si è abituati a fare analisi linguistiche, attenzione a non generalizzare le proprie conoscenze e percezioni personali o quanto accade nella propria bolla social e ritenere che sia l’esperienza comune di tutti i parlanti.

    Ho usato il dizionario De Mauro come riferimento perché è consultabile gratuitamente, ma anche gli altri dizionari di italiano riportano informazioni simili, ad es. il Devoto-Oli dà come definizione di frugale “Parco, sobrio, spec. nel mangiare e nel bere” e riporta l’accezione agricola. Lo Zingarelli ha una definizione simile (“di chi è parco nel mangiare e nel bere”, con l’ulteriore accezione “semplice, modesto”) e fa questa precisazione sulla differenza tra frugale e parsimonioso:

    SFUMATURE: La virtù di chi ha uno stile di vita sobrio, alieno da ogni spreco ed esagerazione, si definisce parsimonia, termine che ha dunque un significato più ampio della semplice attitudine a limitare il consumo di beni e denaro. Se la parsimonia si applica in modo particolare al mangiare e al bere si parla di frugalità. Risparmio non descrive invece un'attitudine e un'abitudine alla riduzione dei consumi, ma il loro risultato: una riduzione delle spese e, talvolta, un conseguente accantonamento di denaro.

    Quando si analizza l’uso di una parola i dizionari non sono l’unica fonte di riferimento. Si ricorre anche ai corpora di lingua italiana, che per l’aggettivo frugale confermano che le collocazioni e i contesti d’uso prevalenti sono relativi al mangiare e bere.

    Sui social si trovano numerose ulteriori prove che la caratterizzazione di un paese come frugale risulta anomala e suscita molte perplessità nei parlanti che non hanno familiarità con le cronache di politica economica. Anche alcuni politici hanno sfruttato la percezione comune del concetto di frugalità legato al mangiare e al bere, come in questo esempio che ha avuto molta visibilità:

    tweet di Mаttеo Sаlvini: Ma che ne sanno i “frugali”? Mozzarella e panzerotti pugliesi, olio buono, frutti di una terra stupenda che tutto il mondo ci invidia. Orgoglio italiano, sempre!

    Aggiungo che le perplessità sulla traduzione letterale di frugal countries non riguardano solo l’italiano ma anche lo spagnolo.

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